BOLLATE (MI) | Villa Arconati-FAR Fondazione Augusto Rancilio | 19 maggio – 27 ottobre 2019
di MATTEO GALBIATI
L’Ala espositiva del piano terra di Villa Arconati, affascinante dimora storica sede della FAR Fondazione Augusto Rancilio a Castellazzo di Bollate, frazione dell’omonimo comune nel milanese, accoglie, fino all’ultima domenica di ottobre, Linee. Mario Raciti e Valdi Spagnulo intensa e affascinante bipersonale dedicata ai due artisti milanesi.
In quest’occasione il dialogo tra la pittura di Mario Raciti (1934) e la scultura di Valdi Spagnulo (1961) non si definisce per un accostamento azzardato e stonato, imposto da una necessità forzata, ma ritrova nelle diverse esperienze di ricerca artistica dei due autori un’intrigante sovrapposizione e una possibile integrazione delle reciproche meditazioni e riflessioni che porta la nostra visione a far collimare due linguaggi molto diversi, spingendoli ad essere partecipi di nuove tangenze da cui ricavare interessanti nuove osservazioni.
Se, spesso, il confronto tra artisti non riesce ad avvicinare e guidare le diverse dimensioni riflessive verso un senso comune, solo vicine e magari sovrapponibili, vanificando un’analisi integrata di più importante rilevanza e priorità, le sale della dimora bollatese dimostrano, invece, come talune sensibilità possano raccontare la stessa esplorazione immaginativa.
Raciti si pronuncia, nel disegno e nella pittura, con un disegno vibrante, fatto di pause e continui ripensamenti, di sfumature che diventano colore o trasparenze cromatiche e segni che si spingono al limite delle ombre, fino ad assottigliarsi poi in linee di forte risonanza calligrafica; Spagnulo, con la scultura, agisce in modo energico, saldando e incidendo la solidità del metallo, graffiando e frazionando la duttilità del plexiglas, due materiali diversi che in lui riescono a riconciliarsi in un’armonia di forme che lasciano danzare una monumentalità ormai superata.
Da questo breve impianto descrittivo delle loro lunghe ricerche, coerenti e mai lasciate svilire dalle necessità del sistema vigente, ma eticamente convinte del pronunciamento esatto delle loro estetiche, si percepisce una linea di principio che li tocca che è quella della leggerezza quale predicato imprescindibile dei loro racconti visivi.
Le presenze, diseguali e formalmente lontane, che si intercettano nelle loro opere, infatti, virano tutte verso la direzione di una decisa, ma poeticamente lirica, sottrazione di peso della fisicità presente, per trovare un processo di spostamento in un’altra dimensione con cui descrivere l’apparenza della realtà fisica e rimandare ad un trascendente appena intuibile eppure già chiaro nella presenza di questi lavori leggeri.
In queste sale cariche di storia e di vicende sedimentatesi nel tempo, dove si rincorrono echi di fatti avvenuti, Raciti e Spagnulo si specchiano uno nell’altro abbattendo i confini dei propri linguaggi e trasferendo, opera dopo opera, l’energia di una leggerezza che si fa atmosfera e che vuole essere il principio di una meditazione che declina la nostra contingenza in un’altra dimensione spazio-temporale.
Immaginazione e verità, concretezza e impalpabilità, delicatezza e pesantezza trasferiscono l’una all’altra il proprio contraddittorio lasciandosi vivere nell’astrazione sensibile di questi due autori a confronto.
Impossibile, per il visitatore, non riuscire istintivamente a cogliere questo partecipe coinvolgimento contaminante suscitato dalla vicinanza di Raciti e Spagnulo: opera dopo opera, la villa si riempiono di quella sottile e delicata potente persistenza che lascia l’animo sospeso nella loro caratterialità decisa, ma che mai ci toglie il piacere di considerare tutti i lavori il punto di avvio per una costante messa in discussione armonica del visibile, disgregato da una leggerezza che è sempre origine di qualcosa e mai la sua fine.
Nemmeno la distanza anagrafica rimarca quel solco di separazione tra Raciti e Spagnulo dimostrando come l’efficacia dell’essenza vera del dialogo sia capace di farsi apparentare e mai separare, di trovare quelle sottili analogie che sono spunto per amplificare la nostra reciproca comprensione.
Linee. Mario Raciti e Valdi Spagnulo
a cura di Lorenzo Fiorucci e Luca Pietro Nicoletti
19 maggio – 27 ottobre 2019
Ala Espositiva Piano Terra
Villa Arconati-FAR Fondazione Augusto Rancilio
Via Madonna Fametta 1, Castellazzo di Bollate – Bollate (MI)
Orari: tutte le domeniche 11.00-19.00 (il Giardino monumentale chiude alle 18.30)
Ingresso intero giornaliero €7.00; ridotto €5.00; passeggiata con il Curatore ore 16.30 (compresa nel biglietto d’ingresso, prenotazioni obbligatoria “Passeggiata con il curatore”: m.bortoluzzi@fondazioneaugustorancilio.com)
Info: m.bortoluzzi@fondazioneaugustorancilio.com
www.villaarconati-far.it