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MILANO | Galleria Antonio Battaglia | Fino al 24 marzo 2016

di CRISTINA CASERO

Nel visitare la mostra di Fernanda Fedi, allestita negli spazi della Galleria Antonio Battaglia a Milano, lo spettatore viene coinvolto in una esperienza percettiva di notevole intensità. Le opere esposte risalgono al “periodo strutturale” dell’artista, cioè agli anni compresi tra il 1970 e il 1978, prima che la sua ricerca piegasse a più chiare intonazioni concettuali, con lavori basati sul segno, preludio dell’interesse per il libro d’artista che l’ha spinta a fondare, con Gino Gini, l’Archivio Libri d’Artista di Milano.

Fernanda Fedi, Grande Struttura, 1970, acrilico su tela, 150x140 cm

Fernanda Fedi, Grande Struttura, 1970, acrilico su tela, 150×140 cm

Questi lavori si rivelano al primo sguardo ancora pienamente attuali, efficaci, capaci di catturare la nostra attenzione, tanto che sembra quasi impossibile che siano state realizzate più di quaranta anni fa. Nelle opere dei primi Anni Settanta è molto evidente la componente strutturale che serra le forme e le linee con un rigore che però si pone come metodo e non come chiave di lettura dell’immagine (e quindi della pittura e anche della realtà). Nelle opere risalenti alla metà del decennio, invece, si semplifica l’iconografia, incentrata su composizioni più sintetiche e su una gamma cromatica ridotta, ma si fa protagonista la luce, che permea e fa vibrare l’immagine pittorica, che esce dal quadro – in taluni casi una forma sagomata direttamente sul supporto – e coinvolge lo spettatore in un vivo gioco dialettico.

Fernanda Fedi, Struttura, 1972, acrilico su tela, 100x100 cm

Fernanda Fedi, Struttura, 1972, acrilico su tela, 100×100 cm

In tutte le opere dell’artista riferibili a questo periodo, sebbene le forme siano concepite con grande perizia compositiva e rigore matematico, non si danno certo come chiuse: la sensazione è che esse proseguano anche al di fuori dello spazio dell’opera e questo è un elemento di fondamentale importanza, poiché fornisce un’indicazione di senso per il lavoro di quegli anni di Fedi. Infatti, giustamente scrive Cerritelli in catalogo: “il calcolo delle forme astratte si congiunge alla sperimentazione di rapporti cromatici accuratamente graduati per calibrare per graduare l’intensità luminosa degli incroci lineari, sottili tessiture sovrapposte all’icona primaria del quadrato-losanga, paradigma intorno al quale si articolano le variazioni modulari della forma. Questo orientamento presuppone la continuità tra superficie dipinta e spazio circostante, sconfinamento virtuale necessario per comunicare la funzione della struttura definita come parte per il tutto, frammento simbolico della visione infinita”. In questo porsi come implicita riflessione sul fare, scevra però da algidi concettualismi, bensì mirata ad essere condivisa con il pubblico, coinvolto a livello percettivo e mentale, trova il suo senso e il suo valore questa ricerca di Fernanda Fedi, alla cui espressione artistica è sempre stata sottesa una vigorosa spinta etica, una volontà di apertura, di dialogo, che ne costituisce, soprattutto in tempi di trionfi narcisistici sempre più diffusi, un vero pregio, un valore assoluto.

Fernanda Fedi. Periodo strutturale 1970 – 1978
a cura di Claudio Cerritelli

Fino al 24 marzo 2016

Galleria Antonio Battaglia
via Ciovasso 5, Milano

Orari: da lunedì a venerdì 15.30-19.30; sabato su appuntamento
Ingresso libero

Info: +39 02 36514048
info@galleriaantoniobattaglia.com
www.galleriaantoniobattaglia.com

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