MILANO | Lorenzelli Arte | Fino al 27 maggio 2017
di MATTEO GALBIATI
Chi già conosce il lavoro di Matteo Negri (1982) ha modo di scoprire, grazie alle opere esposte nella mostra Diacessette sculture a colori presso la galleria Lorenzelli Arte di Milano, un’evoluzione interessante del suo lavoro che, forte di una sapienza tecnica e poetica maturata nel corso degli anni attraverso un’indiscutibile esperienza artigianale e tecnica, tocca ora nuovi e interessanti spunti di riflessione.
Se da una parte si è contraddistinto fin dagli esordi per un’intuizione peculiare che sa interpretare le potenzialità plastiche di diversi materiali che si ricombinano in installazioni scultoree, dall’altra questa vocazione lo ha portato nel tempo a focalizzarsi sulla ricerca di una duttilità altra del famoso Lego che, attraverso la conversione in ceramica, l’artista ha saputo, rispettandone l’iconicità ludica e Pop, sollecitarlo su dimensioni altre: ne ha scardinato la rigidità – quasi dogmatica – delle sue regole costruttive (con aree libere dai famosi incastri o con improbabili nodi alla sua struttura normalmente rigida) e lo ha proposto tanto accentuandone il suo valore di strumento di creatività, come pure ha reso, tale creatività, una vera e propria interpretazione artistica per lui divenuta forma riconoscibile e identitaria.
La personale nella storica galleria milanese, quindi, ci offre un Negri ancor più risoluto e maturo, intento a definire le consegne dense di un rapporto tra opera, modellazione della materia e interpretazione dello spazio secondo canoni decisamente più complessi e ricchi di suggestioni. Il suo sguardo ci pare – proprio dal riscontro con i lavori che ci offre in quest’occasione – maggiormente concentrato sulla ricezione di altri strumenti “sensoriali” che interagiscono con le sue creazioni, andando ben oltre l’apparentamento con una ludicità adulta e consapevole: il rilievo delle diciassette opere installative-sculturee presenti da Lorenzelli cercano la vocazione – anche per l’ampliamento dei materiali proposti soprattutto nella seconda parte della mostra – ad un coinvolgimento attivo dello spettatore.
Luce, rifrazione, luminescenze, il sale che, quasi fosse un frammento astrale di un altro mondo, si dissemina su tutto il pavimento della grande stanza centrale, le convessità dei tondi, … ogni strumento a disposizione viene sfruttato per colorire l’opera di un vitalismo che si innerva – innescandone prima, e deflagrandone poi il senso – con l’esperienza diretta di chi le partecipa.
Lasciarsi sopraffare, in una certa misura, da queste sue ambientazioni, porta, senza la necessità di clamorosi effetti speciali estranei all’opera stessa, al cangiante evolversi dell’emotività indotta attraverso l’arte, che non solo stupisce lo sguardo, ma dilata il disorientamento sensibile dell’osservatore. Negri coglie un complesso gioco di relazioni che si abilitano – per contrasti, repulsioni, accostamenti o avvicinamenti – all’infinita pluralità interrogativa delle riflessioni che emergono, tanto quanto sentori intellettuali, quanto come impressioni fisiche dalla vivacità della sua scultura.
Matteo Negri. Diciassette sculture a colori
a cura di Pietro Gaglianò e Ivan Quaroni
catalogo Silvana Editoriale per Lorenzelli Arte n.153 con testi di Pietro Gaglianò e Ivan Quaroni
23 marzo – 27 maggio 2017
Lorenzelli Arte
Corso Buenos Aires 2, Milano
Orario: da martedì a sabato 10.00-13.00 e 15.00-19.00; lunedì su appuntamento; festivo chiuso
Ingresso libero
Info: +39 02 201914
info@lorenzelliarte.com
www.lorenzelliarte.com