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VILLA CARCINA (BS) | Villa Glisenti | 9 novembre – 1 dicembre 2019

Intervista a CAMILLA ROSSI di Alice Vangelisti

Linee, forme e colori si intrecciano e si completano in un’ordinata armonia astratta in grado di aprire a mondi altri e a infinite connessioni. La realtà come punto di inizio si smaterializza e si manifesta in immagini evocative in grado di raccontare a loro modo paesaggi, costruzioni, ambienti. Un’identità chiara, ben precisa e riconoscibile che trasmette, tramite l’incisione, una lettura profonda dell’essenza propria della realtà che ci circonda. Così Camilla Rossi riesce a rendere una tecnica antica completamente attuale e contemporanea, attraverso delle serie delicate ed evocative di una realtà che perde i suoi connotati fisici, astraendosi e sublimandosi nel gesto artistico in un continuo gioco di rimandi.
Abbiamo intervistato l’artista, approfondendo con lei i contenuti relativi alla sua ricerca artistica e i nuovi sviluppi presentati in occasione della mostra Rizomi, curata da Matteo Galbiati, a Villa Carcina (BS) presso Villa Glisenti, inaugurata sabato scorso…

Camilla Rossi. Rizomi, veduta della mostra, Villa Glisenti, Villa Carcina Foto Giovanni Vanoglio

Come nasce la tua ricerca artistica?
Dopo aver frequentato il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti di Brera diplomandomi in Pittura, ho aperto il mio primo studio. Credo che questa scelta abbia dato un segno decisivo all’inizio della mia carriera d’artista. È sempre stato un luogo di incontri. E questi incontri mi hanno permesso di costruire il mio concetto d’arte.

Quali sono le influenze che hanno contribuito allo sviluppo della tua produzione artistica?
Sono sempre stata affascinata da pittori che hanno lavorato con un segno dalle cromie decise. Mi ha sempre appassionato molto anche la scultura e il segno forte di alcuni artisti, soprattutto di quelli baschi. La gestione dello spazio, la materia plasmata e il colore crudo della stessa mi danno sempre spunti di riflessione nuovi. Anche alcune letture mi accompagnano nel percorso. Le “influenze” in realtà possono essere ampliate alla quotidianità, intesa come osservazione di alcuni aspetti legati alle situazioni che nel corso della vita ognuno deve gestire. Sovrapposizioni, mutamenti, ritorni, strappi e frammenti sono materiale vivo che crea basi per cicli pittorici.
L’incontro o lo scontro con momenti di vita sono concetti legati al mio fare artistico. Attualmente il mio lavoro si sta orientando sempre più fortemente all’osservazione delle relazioni, connessioni e alle sedimentazioni che diventando fondamenta, strutturano prospettive nuove. Architetture che nascondono e svelano allo stesso tempo e si muovono libere dallo spazio convenzionalmente assegnato, quello del “quadro”.

Camilla Rossi. Rizomi, veduta della mostra, Villa Glisenti, Villa Carcina Foto Giovanni Vanoglio

Nella tua pratica artistica, l’incisione è sicuramente la tecnica che prediligi. Una tecnica antica, che tramite la tua ricerca riesci a rendere sempre più contemporanea. Qual è l’aspetto più interessante dell’incisione?
L’incisione è parte fondante del mio lavoro. Procedo per cicli che hanno per soggetto segni
“portanti” che vengono ripetuti e variati nello svolgersi delle singole serie. Lavorando sulla variazione che il segno “subisce” nello spazio attraverso la ripetizione, la matrice mi permette di non “imitare”, ma di produrre lo stesso segno che successivamente muta attraverso montaggi a collage e azioni pittoriche che concludono i vari lavori.

La carta è sicuramente il materiale principe della tua produzione, imposto anche dalla tecnica.
Ho un grande amore per la carta, che sì, in parte è scelta derivata dalla tecnica che utilizzo. La carta da sempre accompagna il mio lavoro: essa porta con sé tutte le sue caratteristiche di forza e fragilità allo stesso tempo, così come le differenze tonali minime, le quali diventano campiture pittoriche che naturalmente si inseriscono nell’opera.

Camilla Rossi. Rizomi, veduta della mostra, Villa Glisenti, Villa Carcina Foto Giovanni Vanoglio

I titoli della tue opere sono sempre molto evocativi: polimorfismi, ipotesi di coppia, stanze private, rizomi… Raccontami da cosa nascono e come si sviluppano le idee per i tuoi lavori.
Ogni lavoro appartiene a percorsi diversi e nuovi, a riflessioni e variazioni di uno stesso tema: un’architettura concettuale dove i soggetti che costruiscono le serie sono raccontati attraverso geometrie, colori, segni e titoli legati a esperienze diaristiche  spesso non prettamente personali.
Si tratta di un’organizzazione razionale che cerca attraverso linee e contorni estetici di indagare e, forse di trovare, un equilibrio in un sistema teso tra forze e luoghi emotivi dell’animo. Le architetture, gli accumuli, le stanze private, i rizomi e via discorrendo diventano pertanto simbolo di un moto interiore personale e collettivo, veicolo espressivo e reticolo di rapporti.

In particolare la nuova serie Rizomi è la protagonista indiscussa della tua esposizione personale che ha inaugurato a Villa Glisenti.
“Qualsiasi punto di un rizoma può essere connesso con qualsiasi altro punto, e deve esserlo”. Questo è uno dei principi filosofici che definiscono il rizoma come modello della conoscenza, secondo Deleuze & Guattari. I segni nati per raccontare i rizomi non risultano spaesati, si associano e diventano tutto, creano reti di possibili pensieri e sensibilità che si incontrano, sconvolgendo in infiniti modi la logica dell’originale e dell’imitazione, del sopra e del sotto, della sovrapposizione. Le opere di questa serie vogliono essere composizioni libere che continuano oltre, si ritrovano e completano, modificano la loro direzione e quella dell’altra, chissà. In questo caso, la differenza legata alla ripetizione risulta quasi ipnotica svelandosi anche su molteplici piani prospettici.

Camilla Rossi. Rizomi, veduta della mostra, Villa Glisenti, Villa Carcina Foto Giovanni Vanoglio

La mostra è stata anche un’occasione per presentare il volume monografico edito da vanillaedizioni con il testo critico di Matteo Galbiati che corona i tuoi 20 anni di carriera. Cosa rappresenta per te questa pubblicazione?
Nel libro monografico pubblicato in occasione della mostra vengono presentati i miei nuovi cicli pittorici e pubblicati anche lavori meno recenti. Una sorta di passeggiata nel passato, tra le esperienze più belle, i ricordi che hanno costruito il percorso dei miei “primi” vent’anni  o forse più  di pittura.

Camilla Rossi. Rizomi
a cura di Matteo Galbiati
con il patrocinio di Comune di Villa Carcina, Assessorato alla Cultura
catalogo vanillaedizioni

9 novembre – 1 dicembre 2019

Villa Glisenti
Viale Italia, Villa Carcina (BS)

Orari: sabato 15.00-19.00; domenica 10.00-12.00 e 15.00-19.00

Info: info@camillarossi.it
www.camillarossi.it

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