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CORTINA D’AMPEZZO (BL) | Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi | 5 dicembre 2024 – 21 aprile 2025

di FRANCESCO LIGGIERI

La pop art non muore mai; semplicemente, cambia costume. Al Museo d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo, 0707, in corso dal 5 dicembre 2024 al 21 aprile 2025, è un’esplosione di colori, sarcasmo e nostalgia che si abbracciano, litigano e infine si fondono. La mostra, curata da Giorgio Chinea Canale, è un’esibizione che danza tra cultura alta e bassa, con opere che giocano a ping-pong tra i classici dell’arte e la cultura popolare.
In questa collettiva spiccano 15 artisti che incarnano lo spirito Neo Pop: una generazione cresciuta con MTV, i video musicali e le mode effimere.

Qui la nostalgia diventa un’arma e il kitsch una dichiarazione d’intenti. Marco Lodola illumina il percorso con sculture luminose che sembrano pulsare al ritmo di un sintetizzatore anni Ottanta, mentre Gianni Cella smonta con ironia il potere, senza mai rinunciare a una vena giocosa.
C’è poi Giuseppe Veneziano, un virtuoso del dialogo tra antico e contemporaneo. Le sue opere sono il salotto perfetto in cui Michelangelo potrebbe fare due chiacchiere con un personaggio Marvel. E che dire di Laurina Paperina? Le sue creazioni, un mix di fumetti e videogame, trasformano lo spazio espositivo in un viaggio tra universi paralleli, dove ogni angolo grida irriverenza.

Gianni Cella, Rebus – Van Gogh, 2023, vetroresina smaltata e legno, dimensioni variabili

Il Neo Pop non si limita a decorare; sa mordere. Francesco De Molfetta costruisce icone che smascherano i vizi del presente con sarcasmo tagliente, mentre il duo The Bounty Killart reinventa la classicità con un cinismo moderno, quasi brutale. E poi c’è Waro, un visionario che crea figure antropomorfe alte tre metri, profeti di un futuro post-umano che mescola tecnologia e mistica.
La mostra si arricchisce di contributi internazionali che ampliano l’orizzonte del Neo Pop.
La giapponese Tomoko Nagao gioca con il Superflat, uno stile che comprime la realtà in immagini satiriche e stratificate. Gabriel Ortega e Albert Pinya portano in scena mondi che oscillano tra il paradisiaco e l’assurdo, ricordandoci che l’arte, anche quando sembra semplice, può racchiudere complessità insospettabili.
Questa non è una mostra che si limita a intrattenere.

Tomoko Nagao, Hokusai – GAIHUUKAISEN WITH SAKE SAKANA HOTATE MANEKI NEKO RAMEN ONIGIRI KOME TAKO KITTEN, 2024, stampa digitale su plexiglas, 80×140 cm

È uno specchio ironico che riflette la nostra ossessione per l’immagine, la velocità e il consumismo.
C’è una malinconia nascosta sotto la superficie: l’arte Neo Pop ci ricorda che, mentre ridiamo dei nostri miti e dei nostri eroi, siamo anche incapaci di lasciarli andare.
Se la Pop Art degli Anni ’60 era una celebrazione e una critica della cultura di massa, il Neo Pop è il suo aggiornamento: un’arte che non teme di sporcarsi le mani con il caos visivo del nostro tempo. Questa mostra, con la sua energia vibrante e il suo acuto senso dell’umorismo, è un inno alla perenne metamorfosi della creatività umana. Non limitatevi a guardare: lasciatevi travolgere.

Francesco De Molfetta, Roccocòla, 2018, fusione in bronzo a cera persa parzialmente dipinto e lucidato a specchio entro cornice barocca in legno dorata a foglia d’oro 37×43-cm

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