ALBA | Chiesa di San Domenico | 24 settembre – 12 dicembre 2021
TORINO | Accademia Albertina di Belle Arti | 20 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022
di DANIELE PANUCCI
Si intitolano Piero Simondo. Laboratorio Situazione Esperimento sia la grande mostra diffusa tra Piemonte e Liguria che il primo approfondimento monografico e retrospettivo sulla vita e sull’opera dell’artista originario di Cosio d’Arroscia che legò il suo nome a quello dell’Internazionale Situazionista.
Proprio limitatamente a quest’ultima – avanguardia estetica e politica, anticamera del ’68 – è stata troppo spesso confinata la figura di Simondo (1928-2020), che fu tra i fondatori e tra i più significativi animatori – insieme alla moglie Elena Verrone – della prima fase, ma che è rimasto per troppo tempo all’ombra dei più rinomati compagni di avventura come Asger Jorn, Guy Debord e Giuseppe “Pinot” Gallizio.
L’attento lavoro di Luca Bochicchio, curatore delle mostre e della monografia, intende proprio invertire la rotta rispetto alla storiografia artistica e alla critica che ne hanno spesso letto l’opera in maniera limitata se si considera la lunga e coerente ricerca dell’infaticabile artista e teorico dell’immagine, scomparso nell’autunno dello scorso anno nella città di Torino.
Qui Simondo frequentò la Facoltà di filosofia, insegnò e lavorò; sempre nel capoluogo piemontese ha sede l’Archivio ad egli dedicato, promotore della mostra antologica retrospettiva. Una delle sezioni attualmente visitabili è ospitata presso gli spazi dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, dove Simondo studiò pittura dal 1949, ed in particolare presso l’Ipogeo della Rotonda (completata dall’architetto Talucchi nel 1828 e riaperta dopo un’importante stagione di restauri nell’ottobre del 2019).
Ad una sessantina di chilometri di distanza, tra le navate della suggestiva Chiesa di San Domenico ad Alba, è possibile vedere altri capolavori dell’artista, così come documenti che ne ricostruiscono la biografia, strettamente legata alla città che ebbe un ruolo importante nello sviluppo dell’avanguardia internazionale degli Anni ’50 del secolo scorso: ad Alba incontrò Pinot Gallizio nel 1952, insieme al quale fondò il Laboratorio Sperimentale del Bauhaus Immaginista nel settembre del 1955 e l’anno seguente diede vita al Congresso Mondiale degli Artisti Liberi, e il 2 giugno del 1957 si sposò nel Duomo della città con la compagna albese Elena.
Fu proprio in occasione dei festeggiamenti del matrimonio che il borgo alpestre di Cosio d’Arroscia, nel Ponente ligure, divenne teatro della fondazione – “infondata”, riferì l’artista – dell’Internazionale Situazionista. Uno spin-off della mostra sarà ospitato l’anno venturo proprio presso lo Spazio Simondo, inaugurato nel paese natale dell’artista nel 2017, così come presso il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; nell’estate del 2022 sarà invece la volta di Albissola Marina, paese in cui Simondo conobbe il danese Asger Jorn in occasione della sua esposizione al Ristorante Lalla nel 1955. “Una condensazione esperienziale delle due mostre di Torino e Alba”, anticipa il curatore parlando del progetto espositivo che si svilupperà tra il Centro Esposizioni del MuDA – Museo Diffuso Albisola e la villa di Jorn, oggi Casa Museo.
Tra Alba e Torino sono esposte opere che forniscono uno spaccato della ricerca artistica e filosofica di Simondo dai primi anni ’50 ai primi anni 2000 (senza soluzione di continuità) e che ben restituiscono al fruitore un’idea dell’eclettismo e della poliedricità del maestro. Questa è una prima importante chiave di lettura: la ricerca espressiva come sperimentazione costante attraverso le tecniche e i materiali (in mostra si possono osservare esempi di nitropitture, ipopitture, iperpitture, sculture polimateriche, lignee e ceramiche, decalcomanie, collage e video-arte) e l’idea del “Laboratorio” – legata al binomio artigianalità e processualità – portata avanti incessantemente e concretizzatasi nei progetti del gruppo CIRA e nei laboratori pedagogici sperimentali dell’Università di Torino; un’eredità ora raccolta dall’allievo Franco Brunetta, demiurgo cui si deve la fondazione de “La Bottega delle Nuove Forme”, protagonista di un evento collaterale presso Casa Marchini Ramello a San Maurizio Canavese.
Le nuove possibilità espressive offerte dai materiali e dalle tecniche sperimentali raccontano di un approccio al contempo scientifico e spontaneo, grazie al quale coesistono istanze (forse solo apparentemente) antitetiche come metodologia e imprevisto, genesi e acheropitia, utopia e pragmatismo, di cui i monotipi in mostra costituiscono un esempio significativo. Di particolare pregio e importanza sono anche le “Topologie”, una serie di quadri tridimensionali o sculture ambientali polimateriche realizzate nei primissimi Anni ’60 in continuità rispetto agli studi filosofici sullo spazio sociale che l’artista-esteta portò avanti occupandosi nello specifico dell’opera di Poincaré.
“Molto resta ancora da fare in termini di studio e critica” – scrive Bochicchio nel volume bilingue che accompagna le mostre (una coedizione Gli Ori – Albertina Press, reso possibile dal sostegno di Fondazione CRC, Compagnia di San Paolo e Fondazione De Mari) e che vanta un importante comitato scientifico internazionale – “ma se al termine di questo lavoro a qualcuno verrà ancora spontaneo interrogarsi e indagare per capire chi fosse, veramente, Simondo, allora avremo centrato il nostro obiettivo: aver dato impulso a una nuova stagione di studi.”
Piero Simondo. Laboratorio Situazione Esperimento
a cura di Luca Bochicchio, con la collaborazione di Costanza Vilizzi
24 settembre – 12 dicembre 2021
Alba, Chiesa di San Domenico
20 ottobre 2021 – 9 gennaio 2022
Torino, Accademia Albertina di Belle Arti