FONTANELLATO (PR) | Labirinto della Masone | Fino al 26 settembre 2021
di FRANCESCA DI GIORGIO
Il Labirinto o forse dovremmo dire sempre i Labirinti. Perché parliamo di un’idea dalla dimensione plurale ed è certamente questa la grande forza di un simbolo che, dall’antichità ai nostri giorni, ha letteralmente viaggiato nel tempo e nello spazio. Non è certo un caso, quindi, che il genio di Franco Maria Ricci, grafico, editore, collezionista e designer, abbia compreso e accolto questa dimensione amplificata nel concepire il più grande labirinto esistente, composto interamente di piante di bambù (in totale sono circa 200 mila), alte tra i 30 centimetri e i 15 metri, appartenenti a venti specie diverse. Parliamo del Labirinto della Masone a Fontanellato, aperto dall’estate 2015, che condivide il territorio con La Rocca Sanvitale dove si trova uno dei capolavori del manierismo italiano, la saletta dipinta dal Parmigianino nel 1524 con il mito di Diana e Atteone.
I Labirinti, dicevamo, per la loro natura multiforme si sono innestati nell’immaginario e nella realtà anche attraverso discipline differenti: dall’arte, alla letteratura, all’architettura… dando vita a veri e propri racconti che come matriosche ne contengono altri e poi altri ancora come piante proliferanti.
Ed è questa la prima impressione che si ha entrando negli spazi interni della sede della Fondazione Franco Maria Ricci, ispirati alle utopie architettoniche neoclassiche di Boullée, Lequeu, Ledoux e Antolini, citazioni che non interrompono il dialogo con l’esterno ma lo amplificano. Nasce così un percorso non obbligato in cui, anche all’interno, ci si può perdere, ritrovare e soprattutto soffermarsi e approfondire seguendo la traccia invisibile ma presente del suo ideatore.
È certamente il gusto di Franco Maria Ricci ad emergere dalla vasta ed eclettica collezione che attraversa cinque secoli d’arte, dal Cinquecento al Novecento. Spettacolare la “sala dei busti” che qualcuno avrà riconosciuto in alcune scene del film “La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore. Poi, in mostra, oggetti, addirittura la sua Jaguar E-Type e ancora stampe, libri, riviste. Uno spazio a sé merita la carrellata di pubblicazioni della casa editrice FMR (dalle iniziali del nome del suo fondatore) nata nel 1965 e recentemente riaperta, sia come casa editrice che come rivista, in seguito alla scomparsa di Ricci il 10 settembre del 2020.
È in un’ottica di osmosi tra interno ed esterno, di visione del luogo Labirinto e del Museo e di tutti i suoi spazi come un organismo vivo e attuale che la NEO [Narrative Environments Operas], studio di ricerca e progettazione di ambienti narrativi, ha progettato un percorso museale multimediale in occasione della mostra temporanea Umberto Eco, Franco Maria Ricci. LABIRINTI. Storia di un segno, in corso fino al 26 settembre 2021 e inserita nel programma delle attività di Parma 2020+21 Capitale Italiana della Cultura.
La storia del labirinto, nei suoi significati simbolici e psicologici, può essere attraversata fisicamente in una delle sale dedicate ad Umberto Eco dove, attraverso pareti riflettenti e disorientanti, siamo invitati a muoverci, leggere ed ascoltare brani e citazioni di uno dei più grandi autori italiani. Stessa finalità immersiva e sensoriale si sperimenta nella sala che racconta lo sviluppo storico dei labirinti, la loro diffusa e dinamica iconografia. Fino ad arrivare, per stringere ancora più forte il legame con il presente, ad una mostra nella mostra di Giovanni Soccol dove i Labirinti dipinti dall’artista contemporaneo diventano frammenti da ricomporre e scomporre a memoria obliterando per una volta la classica rappresentazione d’insieme, dall’alto, a cui siamo più abituati.
Umberto Eco, Franco Maria Ricci. LABIRINTI. Storia di un segno è anche una mostra che sottolinea il dialogo che Franco Maria Ricci ha sempre avuto con alcuni dei più alti profili della cultura internazionale: è dal confronto con lo scrittore argentino Jorge Luis Borges, amico e collaboratore della casa editrice, che Ricci sogna per la prima volta il “suo” Labirinto.
Un’esposizione che diventa un procedere di labirinto in labirinto avendo sempre a mente che la «La biforcazione non è soltanto un luogo per la perplessità e l’indugio: è anche un luogo per la scelta. La biforcazione è un invito a considerare il mondo un fascio di percorsi possibili». (Giovanni Mariotti, Di labirinto in labirinto, in “Labirinti”).
Umberto Eco, Franco Maria Ricci. Labirinti. Storia di un segno
22 maggio – 26 settembre 2021
Labirinto della Masone
Strada Masone 121, Fontanellato (PR)
Orari: apertura dalle 10.30-19, ultimo ingresso alle ore 17.30.
La biglietteria è aperta fino alle 17.30.
Info: +39 0521 827081
labirinto@francomariaricci.com
www.labirintodifrancomariaricci.it