LANA (BZ) | Kunsthalle Eurocenter | 3 – 12 ottobre 2014
Intervista a CAMILLA MARTINELLI di Simone Rebora
Inaugura stasera Il disegno degli scultori, mostra collettiva con cui la Kunsthalle Eurocenter di Lana chiude il suo terzo anno di attività. A due passi da Merano e in stretta collaborazione con il noto museo cittadino, la Kunsthalle sta facendo del piccolo centro di Lana un nuovo punto di riferimento per la ricerca artistica nell’Alto Adige. Abbiamo incontrato Camilla Martinelli per farci raccontare la mostra da lei curata, ma anche le caratteristiche e le prospettive di questa realtà in crescita.
A un primo approccio, il progetto da te curato alla Kunsthalle Eurocenter di Lana sembra alimentato da due tendenze, apparentemente contrastanti. La prima, è quella di cogliere l’oggetto in maniera trasversale, privilegiando modalità espressive “marginali” (il disegno), nell’opera di artisti noti piuttosto per altre forme creative (la scultura). La seconda, è un approccio di carattere tendenzialmente “enciclopedico”, che ci offre un quadro di ampio respiro sulla produzione artistica in Alto Adige, selezionando le opere di ben 35 artisti. Come hanno agito (se hanno agito) queste due attitudini nel tuo lavoro?
La mostra è stata occasione di ricerca su un tema del tutto singolare ma fondamentale per quanto riguarda il mondo della scultura e degli scultori. Il modo in cui gli scultori intendono il momento del disegno può essere davvero vario e complesso, oltre che dar vita a risultati talvolta inaspettati. Ci sono scultori che hanno disegnato moltissimo, proprio come abitudine privata, con modelli o meno, senza che il pubblico fosse necessariamente a conoscenza di questa attività. Certe volte il segno lascia riconoscere la cifra stilistica dell’opera scultorea per cui sono conosciuti, altre volte i disegni non hanno nulla a che fare con le sculture che realizzano. Questo perché spesso gli scultori concepiscono e vivono il disegno non come “veicolo per” ma come espressione compiuta e a sé stante, parallela. La mostra è molto varia, troviamo opere, schizzi e appunti di artisti altoatesini più propriamente definibili quali scultori, per studio, percorso o predominanza di scelta formale, artisti di lunga carriera e giovani promesse, molto conosciuti anche all’estero o meno immersi nel circuito dell’arte contemporanea. La mostra invita complessivamente a porsi anche delle domande sul concetto stesso di disegno oggi. Alcuni scultori hanno voluto fortemente affermare la propria posizione in tal senso, troviamo per esempio anche disegni realizzati al computer, o con materiali quali l’acciaio e la resina. Le opere ci mostrano quanto il disegno sia oggi un’esperienza rinnovata e sganciata dagli stereotipi tradizionali. È stato interessante osservare come il disegno possa assumere intenti e tratti che rispecchiano diversità sostanziali anche tra artisti che vivono nella stessa area geografica, in questo caso l’Alto Adige.
Sfogliando il saggio in catalogo, si percepisce come il tuo interesse per la forma-disegno sia soprattutto di carattere teorico. Come si è definito questo rapporto nel tuo lavoro di curatela, e come lo hai visto svilupparsi nelle opere dei singoli artisti?
Il disegno è essenzialmente “segno” ed espressione dell’idea in senso immediato, strumento che permette di fissare su carta, o su altri supporti, la visione sfuggente generata a livello cognitivo. La riflessione sulla natura della pratica artistica del disegno affonda le proprie radici nella storia dell’Idea da Platone alla scolastica medioevale, un grande contributo è stato conferito sicuramente in epoca rinascimentale e manierista. In particolare ho voluto recuperare il pensiero del Federico Zuccari espresso nel testo del 1607 L’Idea dè pittori, scultori e architetti. Per Zuccari, il Disegno è il concetto interno da cui viene a delinearsi l’immagine sensibile, un’idea e forma rappresentativa dell’oggetto: «è forma, è concetto, è idea, è luce all’intelletto, e alle potenze sue all’intendere, al capire». Il disegno rappresenta per l’artista un vero e proprio strumento di conoscenza e oggettivazione. Qualcosa è presente all’interno (il concetto, l’idea) e questo attraverso il disegno viene ad assumere una forma sensibile, si fa oggetto percepibile ai sensi. Il concetto di disegno si è evoluto non poco rispetto al manierismo, ma la posizione di Zuccari può lasciarci felicemente accostare ancora oggi alla ragione di fondo di questa specifica espressione formale, soprattutto in riferimento all’arte degli scultori. Ogni volta che mi confrontavo con gli artisti riscontravo la condivisione assoluta di questa posizione, si estrinsecava un pensiero semplicemente latente, che credo connaturato all’approccio stesso di un artista che pensa principalmente le proprie opere in senso tridimensionale.
È curioso notare come gli ampi spazi della Kunsthalle si adatterebbero forse meglio a una mostra di grandi sculture o installazioni, piuttosto che di disegni. L’elemento “assente”, insomma, ne risulta quasi potenziato. Secondo quali criteri avete impostato l’allestimento?
L’open-space della Kunsthalle pone le opere in un dialogo continuo e complessivo, rendendo possibile una panoramica totale anche in senso spaziale. Oltre alla classica disposizione a muro abbiamo creato un’installazione con piani appoggiati su cavalletti, delle sorte di tavoli dove vengono presentati i lavori di alcuni artisti. In questa versione i disegni sono piccole serie, dedicate a progetti specifici di sculture o installazioni. In corrispondenza della colonna centrale della Halle è collocata invece una postazione audio, con delle cuffie wireless attraverso le quali il visitatore può ascoltare le parole di alcuni artisti in mostra, dei brevi commenti che descrivono il loro personale modo di intendere il disegno. Le sezioni dell’esposizione esplorano poi gli orientamenti che sottendono questa forma espressiva: una parte approfondisce la tradizione figurativa, da quella di impronta più accademica ad esiti figurali rinnovati. Un’altra sezione, più delicata e mentale, presenta opere strettamente connesse con il momento progettuale della scultura, qui possiamo vedere gli appunti, i bozzetti, addirittura alcune tracce calligrafiche accompagnate da piccoli schizzi, descrizioni di sculture da porre in essere, progetti di mostre. Abbiamo poi una parte dedicata all’astrazione, al disegno vissuto come momento di sfogo e proiezione sensoriale immediata, caratterizzata da una forte gestualità, il gesto incisivo e quasi “pesante” della mano dello scultore risulta qui inconfondibile. Infine una sezione dedicata al disegno inteso in senso illustrativo, con scritte inserite nelle stesse opere, questa la parte più fiabesca, morbida e sognante.
Con Il disegno degli scultori, la Kunsthalle Eurocenter di Lana chiude il suo terzo anno di attività, dopo essere passata a una programmazione di più ampio respiro. Dalle mostre-evento cui ci avevate abituati negli anni precedenti, che si esaurivano nel giro di 48 ore, siete ora passati ad aperture di durata settimanale. Nell’azzardare un primo bilancio dell’attività di questi anni, ci puoi raccontare quali ragioni vi hanno portato a modificare quel format tanto peculiare?
Questa mostra nasce da un progetto dell’associazione LanaArt, da anni impegnata nella valorizzazione della scultura in Alto Adige, ideatrice e responsabile del Sentiero Scultoreo di Lana. Unendo la raison d’être ed esperienza di LanaArt, allo spazio espositivo e alla collaborazione della Kunsthalle, due associazioni culturali di Lana hanno saputo condividere le proprie risorse per realizzare un importante progetto. Dato che nasce proprio come mostra di ricerca, e che non si è mai tenuta in Alto Adige un’esposizione così “collettiva” sul tema, abbiamo deciso di provare a mantenere un’apertura prolungata. Vorremmo dare così maggiore occasione di conoscere questa versione inedita degli scultori. Per la mostra abbiamo realizzato un catalogo, una documentazione che rimarrà, un contributo importante anche per il panorama altoatesino.
Che cosa ci potremo aspettare dalla Kunsthalle Eurocenter di Lana per il prossimo futuro? Qualche anticipazione sui nuovi progetti?
Idee e progetti sempre tanti, risorse mai abbastanza, anche se siamo davvero soddisfatti del livello di iniziative che in pochi anni siamo riusciti a proporre e mantenere. Dopo questo excursus nel mondo degli scultori, con opere esclusivamente bidimensionali, vorremmo recuperare il nostro caratteristico approccio site-specific, con installazioni e progetti ideati appositamente per la Kunsthalle. L’idea è quella di coinvolgere il mondo delle industrie e far dialogare alcuni artisti con la storia e i materiali che le caratterizzano. D’altra parte cercare di proseguire anche con gli scambi artistici, che possano essere anche internazionali. Il format di mostre-evento ad ogni modo rimane una formula felice e da perpetuare, tanti appassionati seguono il nostro programma e partecipano alle inaugurazioni curiosi. La collaborazione con Merano Arte sottolinea poi quanto la Kunsthalle sia una vera e propria project-room per il noto museo meranese, una realtà distinta ma ormai fortemente presente nelle scena degli eventi culturali del contemporaneo.
Il disegno degli scultori
a cura di Camilla Martinelli
Artisti in mostra: Lois Anvidalfarei, Julia Bornefeld, Daniela Chinellato, Aron Demetz, Peter Demetz, Ulrich Egger, Julia Frank, Friedrich Sebastian Feichter, Paul S. Feichter, Maria Gamper, Friedrich Gurschler, Eduard Habicher, Michael Höllrigl, Arnold Holzknecht, Erika Inger, Wilma Kammerer, Martin Kargruber, Arthur Kostner, Hubert Kostner, Josef Kostner, Pierluigi Mattiuzzi, Franz Messner, Philipp Messner, Walter Moroder, Franz Pichler, Helmut Pizzinini, Josef Rainer, Hermann Josef Runggaldier, Taddäus Salcher, Peter Senoner, Alois Steger, Willy Verginer, Wolfgang Wohlfahrt, Andreas Zingerle
Kunsthalle Eurocenter
Industriestrasse Via Industriale 1/5, Lana (BZ)
3 – 12 ottobre 2014
Inaugurazione 3 ottobre, ore 20:00
Orari: tutti i giorni, inclusi sabato e domenica, ore 16:00 – 20:00
Info: 334 1719091
www.kunsthalleeurocenter.wordpress.com