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SAN MARINO (RSM) | PALAZZO SUMS | FINO AL 22 SETTEMBRE 2024

Intervista a ALESSANDRO GEA di Tommaso Evangelista

Dal 2 giugno al 22 settembre 2024, Palazzo SUMS di San Marino ospita la mostra Transavanguardia. La vitalità del contemporaneo, un evento che celebra uno dei movimenti artistici più rivoluzionari del Novecento italiano. 12Curata da Alessandro Gea e organizzata da Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura, Dipartimento Turismo e Cultura, Istituti Culturali ed FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.a. in collaborazione con Claudio Poleschi Arte Contemporanea, l’esposizione offre un importante spaccato storico e approfondimento critico. La Transavanguardia, movimento teorizzato da Achille Bonito Oliva, si distinse per il primato della soggettività e una forte opposizione all’arte ideologizzata e politica degli anni ’70 e ’80. Tornando alla figurazione, gli artisti della Transavanguardia hanno esplorato nuove forme espressive caratterizzate da leggerezza e contrasto. La mostra riunisce circa cinquanta opere dei cinque esponenti di spicco del movimento: Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino. Tali opere, che spaziano dagli anni Ottanta fino ai giorni nostri, testimoniano la continua rilevanza e influenza della Transavanguardia nel panorama artistico contemporaneo. San Marino, del resto, ha un legame storico con la Transavanguardia, avendo ospitato nel 1982 una mostra con catalogo firmato da Achille Bonito Oliva. La Prima Bella Mostra Italiana di Sandro Chia ed Enzo Cucchi, inaugurata a San Marino nel 1996, ne è stata poi l’ideale continuazione. A testimonianza di queste importanti esperienze, nella Repubblica del Titano rimangono oggi due opere fondamentali: il dipinto Prima Bella Mostra Italiana (1995), realizzato a quattro mani da Chia e Cucchi e conservato presso la Galleria Nazionale, e l’opera Scala Santa (1987), dipinta ad encausto da Enzo Cucchi su una parete della Cappella della Scala Santa presso il Monastero di Santa Chiara.

Veduta della mostra Transavanguardia. La vitalità del contemporaneo, Palazzo Sums, San Marino, 2024. Ph. Simone Maria Fiorani

Andrea Belluzzi, Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, sottolinea l’importanza dell’iniziativa nel contesto delle Grandi Mostre di San Marino Arte Cultura. La mostra, oltre a celebrare il movimento, intende evidenziare la sua influenza contemporanea su temi come il cambiamento, l’accoglienza e il nomadismo, centrali anche nelle recenti partecipazioni sammarinesi alla Biennale di Venezia. La mostra rappresenta così un’importante occasione per riscoprire la vitalità e l’attualità della Transavanguardia, offrendo un viaggio tra le ricerche artistiche degli anni Ottanta e le espressioni più recenti di un movimento che continua a lasciare il segno nel mondo dell’arte. Abbiamo fatto alcune domande al curatore Alessandro Gea.

La Transavanguardia, teorizzata da Achille Bonito Oliva, ha rappresentato un rifiuto delle avanguardie precedenti e un recupero della tradizione. Il movimento, infatti, è stato una risposta alla crisi socioeconomica degli anni Settanta. Come si bilancia questa tensione tra rinnovamento e tradizione nell’attuale contesto socioeconomico e culturale? Alla luce delle attuali crisi globali, ritiene che la Transavanguardia possa offrire nuove prospettive o soluzioni?
È proprio questa la reale motivazione che ha guidato la realizzazione della mostra a Palazzo Sums. Con la definizione di “vitalità del contemporaneo” abbiamo voluto sottolineare un periodo storico, seppur con debite differenze rispetto a ciò che accadde 45 anni fa, sovrapponibile all’attuale. È quello il tempo in cui comincia a definirsi la Transavanguardia, come risposta del mondo dell’arte alla crisi globale di quel periodo.
Le crisi nel mondo ci saranno sempre e il “che fare?” nell’arte, domanda pertinente allora e oggi, è stato sostituito da “l’importante è fare”. Per chi cerca però un’idea, quasi una filosofia che sostenga questo concetto di libertà di guardare al passato, utilizzarlo nel presente proiettandolo nel futuro, sia a livello di tecnica che di ispirazione, la Transavanguardia autorizza, per merito storico, tale libertà.

Enzo Cucchi, Il meschino, 2004, olio su tela, 51×67 cm

La scelta di evitare un percorso cronologico nella mostra è in linea con la “circolarità” temporale della Transavanguardia. Può approfondire come questo approccio curatoriale facilita una comprensione più profonda del movimento?
Come nel concetto stesso di Transavanguardia non esiste un’arte “alta” e una “bassa”, così l’aspetto storico, pur citando fortemente negli assunti il “manierismo”, non è regola fondamentale da osservare. Creare un percorso cronologico in mostra sarebbe stata una presentazione didascalica del movimento, certamente possibile, ma avrebbe in un certo senso tradito quella visione appunto “circolare”, attuale e immersiva che, insieme al Comitato scientifico, ho preferito comunicare al visitatore. In questo, aiutati dagli artisti pienamente in attività e che, pur nella naturale evoluzione del tempo, hanno mantenuto una costante coerenza di realizzazione delle opere.

Francesco Clemente, Honey and Sleep (From Mothers of Hope), 1993, tecnica mista su telai

I Fab Five della Transavanguardia (Sandro Chia, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Mimmo Paladino, Francesco Clemente) sono noti per la loro versatilità e l’uso di molteplici linguaggi artistici. Come ha curato la selezione delle loro opere per rappresentare al meglio tale versatilità e quali dinamiche emergono dall’interazione tra le loro opere?
La scelta è stata indirizzata il più possibile ai diversi materiali ed espressioni artistiche in cui si sono cimentati i protagonisti della Transavanguardia. Pittura e scultura, ma anche le opere che coniugano entrambe, come per Mimmo Paladino. Ho voluto dedicare un percorso che ho definito “galleria degli acquarelli” a questa tecnica che gli artisti hanno dimostrato saper padroneggiare e innovare. Nelle altre sale, le opere dialogano su vari temi della contemporaneità: ogni artista con la propria identità, ma capace di visione che sostiene fortemente le caratteristiche ancora oggi attuali del movimento.

Nicola De Maria, Fatato Regno dei Fiori sempre regno dei fiori, 2000-2003

La Biennale di Venezia del 2024 ha per tema “Stranieri ovunque”. Come questa scelta curatoriale si interseca con il concetto di “nomadismo culturale” della Transavanguardia e cosa significa essere “nomade” nell’arte contemporanea?
I temi delle ultime Biennali di Venezia, specificatamente quelle del Padiglione della Repubblica di San Marino organizzato da FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.A., sono il filo conduttore delle sale nel percorso della mostra sulla Transavanguardia a Palazzo Sums. Non fa eccezione il tema della Biennale Arte di quest’anno – “Stranieri Ovunque” – e nello specifico il titolo “Nomader”, scelto dalla curatrice Alison M. Gingeras per l’artista Eddie Martinez, protagonista del padiglione sammarinese. Ancora una volta si definisce l’attualità di temi cari alla Transavanguardia, confermati dagli argomenti trattati in Biennale. Ed è proprio la capacità degli artisti di attingere a strumenti e stimoli appartenenti a luoghi e culture “altre”, come l’oriente per Francesco Clemente, oppure a visioni universali, come i fiori di De Maria, che rappresentano un nomadismo di ricerca e non un semplice errare. Nomadismo nell’arte è l’intenzione di conoscere e sperimentare cosa c’è al di là delle consuetudini e delle mode che esistono anche nell’ambito dell’arte contemporanea.

Nicola De Maria, Estate santa trionfo mistico, 2002-2004, olio su tela, 50×60 cm

La Transavanguardia è descritta come “glocal”, con radici elastiche che permettono un’espansione culturale attraverso il meticciato. Achille Bonito Oliva, del resto, ha parlato di un “nomadismo culturale e fisico” come linea principale di sviluppo. Come legge questo principio calato nelle opere in mostra e nella pratica artistica contemporanea in generale?
Mi piace citare Achille Bonito Oliva quando dichiara che “l’artista è nomade, opera attraverso un linguaggio non radicato soltanto ad una produzione di forme, ma ad una posizione etica che produce scambio e dialogo… egli ha bisogno di una casa mobile, in cui sosta e da cui partire”. Questa mobilità trovo sia ben rappresentata nell’opera simbolo della mostra, è di Sandro Chia e si intitola Rough time, tempi difficili, come quelli attuali. Il quadro rappresenta una figura che solca mare e nuvole, è quasi sorridente e l’andamento delle pennellate induce una sensazione di rapidità. La trovo fortemente rappresentativa del tempo attuale, con l’invito ad andare incontro cercando scambio e dialogo. Una possibile soluzione ai molti problemi che affliggono il nostro tempo. È questa, a mio avviso, una funzione fondamentale dell’arte, anche quella più contemporanea.

Enzo Cucchi, Senza titolo (E 1127), 1989, disegno, resina sintetica e ferro

San Marino, già dall’opera iconica Scala Santa di Cucchi, ha avuto un ruolo significativo nella storia della Transavanguardia. Può parlare dell’importanza di tale relazione e di come San Marino è riuscita a diventare un centro di diffusione per questo movimento?
Lo Stato di San Marino fin dall’88 ha proposto la Transavanguardia. Giustissima la citazione della Scala Santa, l’encausto su muro di Enzo Cucchi al Monastero di Santa Chiara. Molte mostre hanno presentato opere degli artisti protagonisti del movimento. Nel 1996, “Prima Bella Mostra Italiana”, con opere di Sandro Chia ed Enzo Cucchi ebbe notevole rilevanza. È del 2008 la personale di De Maria, “Festa dell’atmosfera che brilla”, sempre nello spazio espositivo di Palazzo Sums. La “Vitalità del contemporaneo” si inserisce in linea di continuità con queste esposizioni per rimarcare l’attualità ancora oggi evidente di queste opere ed artisti. Così come manifestare che impegno e sinergia tra istituzioni pubbliche e realtà private fortemente radicate nel territorio, come la già citata FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.A., protagonista dell’organizzazione delle ultime Biennali veneziane per il Padiglione di San Marino, e la plurigenerazionale Claudio Poleschi Arte Contemporanea siano esempio di come sia fondamentale il saper fare sistema ed avere una visione globale anche in una, solo geograficamente, piccola Repubblica.

Transavanguardia. La vitalità del contemporaneo
A cura di Alessandro Gea

Artisti: Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Mimmo Paladino
Comitato scientifico: Umberto Bianchi, Alessandro Bianchini, Roberto Felicetti, David Poleschi, Elena Rossi, Vincenzo Rotondo 

2 giugno – 22 settembre 2024

Palazzo Sums 
Via Piana 1, San Marino 

Orari di apertura: tutti i giorni, ore 10.00-18.00
Biglietti di ingresso: intero Euro 8, ridotto Euro 4, disponibili gratuità

Prenotazioni:
Palazzo SUMS
T. +378 0549 909421

Informazioni:
https://sanmarinoartecultura.com/
www.fristitutodarte.com 

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