NAPOLI | Galleria Umberto Di Marino | 13 dicembre 2013 – 22 febbraio 2014
di MICOLE IMPERIALI
Gemütlichkeit è la parola tedesca che sta ad indicare quel senso di comfort, calore e socievolezza che, facendo dimenticare le difficoltà, porta in uno stato di quieto benessere. Ne esiste un’accezione positiva, si pensi ai piccoli piaceri regalati dalla lettura di un buon libro, dalla contemplazione di un bel dipinto, o anche solo dalla degustazione di un buon piatto. E poi ne esiste una negativa, adatta a chi non vede al di là del proprio naso e si intestardisce nel godimento di un benessere solo apparente, indifferente a problemi tanto reali quanto palpabili.
Cosa tutto questo abbia a che fare con un artista come Jota Castro è comprensibile, ma la storia va ascoltata. Diplomatico franco-peruviano, dopo anni di attività, Castro decide di dare una svolta alla sua vita e dedicarsi totalmente all’arte. “Abbiamo una vita sola!” dichiara in un’intervista. Così, dalla fine degli anni Novanta espone tra Nord, Sud, Est e Ovest, seguendo sempre un filo rosso: i conflitti sociali e, in particolare, il declino del Vecchio Continente e la sua eterna contrapposizione con il Nuovo.
Sono queste le tematiche affrontate anche nella mostra inaugurata il 13 dicembre 2013 alla galleria Umberto Di Marino di Napoli, visitabile fino al 22 febbraio, terza personale concepita per la galleria partenopea. Come tipico nel suo fare arte, i temi sono anche questa volta trattati con ironia tagliente, ma al tempo stesso con un profondo senso poetico. Le luci concetrate sulle opere spingono ad analizzare da vicino elementi altalenanti tra ferocia e classico senso estetico, quasi come se lo spettatore fosse attirato a guardare in fondo ad un pozzo, per scoprirvi poi l’immagine riflessa dalle sue acque, che non è nient’altro che un ibrido, una realtà scomoda da dimenticare. Partendo così da mediterranean autumn (2013), la delicatezza e purezza di un mondo lontano esemplificato da una farfalla peruviana dalle ali blu, viene schiacciata da una pietra vulcanica del Vesuvio: entrambi elementi appartenenti a mondi antichi, come antica è la contrapposizione tra Vecchio e Nuovo Continente.
Nella seconda sala, una serie di spille da balia legate l’una all’altra riporta alla bandiera inglese strappata e rammendata esposta nel 2012 a Berlino: jugaad (2013), questo il titolo dell’opera, è un’espressione hindi-hurdu che indica un modo improvvisato di riparare ad un’emergenza provocata da carenza di risorse, previsione di un triste futuro per il continente, che risuona con la durezza senza scampo di un oscuro presagio della greca Cassandra.
A chiudere la mostra due opere legate tra loro, here and now (2013) e la mort est blue (2013): da un albero di Natale che ha perso il colore e la rotondità dei tipici addobbi, sostituiti da intrecci di filo spinato, deriva quello che più che un regalo è visto come un fantasma. L’isola di Lampedusa, in marmo rosa, riassume nella veridicità del suo perimetro la tragedia conclusiva di tante vite per cui essa è oggi tristemente conosciuta e riconosciuta. Una tradizione luminosa e scintillante cede il passo ad un declino inevitabile e muto, come la coscienza di chi preferisce ignorare.
Gemütlichkeit. Jota Castro
13 dicembre 2013 – 22 febbraio 2014
Galleria Umberto Di Marino
Via Alabardieri 1, Napoli
Orario: da lunedì a sabato 15.00-20.oo e su appuntamento
Info: +39 081 0609318
info@galleriaumbertodimarino.com
www.galleriaumbertodimarino.com