NAPOLI | Galleria Umberto Di Marino | 11 giugno – 15 novembre 2014
di MICOLE IMPERIALI
Fino al 15 novembre la galleria Umberto Di Marino di Napoli ospita la nuova personale dell’artista Runo Lagomarsino (1977) dal titolo Ears go deeper than eyes can see. Quella di Lagomarsino, svedese ma di origine argentina, è una riflessione sul passato – in particolare quello coloniale, visto attraverso il senso di appartenenza alla comunità latina – così come è stato etichettato da una società e una politica che ne hanno stabilito confini e limiti, imprigionandolo in una spirale di stereotipi e definizioni che non ne hanno permesso una vita libera, nel diritto della sua propria espressione.
Nella riproduzione seriale che caratterizza tutte le opere in mostra, si legge il desiderio di smantellare queste imposizioni e far riaprire gli occhi, o meglio le orecchie – come si evince dal titolo dell’esposizione – su ciò che la realtà è stata davvero, piuttosto che fermarsi a quanto ci hanno voluto far credere. Quella a cui fa riferimento l’artista è infatti una manipolazione sottile, che crea conseguenze irreparabili nella considerazione dei fatti. Un invito al libero pensiero come diritto primario del quale bisogna doverosamente impossessarsi.
Così, nella prima sala, la serie di ceramiche artigianali che danno il titolo a tutta la mostra (Ears go deeper than eyes can see, 2012-2013), frutto di ritrovamenti di cocci di ceramica sulle spiagge delle Mauritius, richiama alla memoria da una parte il processo di catalogazione dei reperti archeologici, ma dall’altra mostra le innumerevoli facce dell’opera artigianale, così diversa nella sua ripetizione, così distante dalle matrici precostituite del prodotto industriale, quasi come a sottolineare la varietà del concetto del singolo rispetto a quello chiuso nei contorni di una realtà data come unica possibile.
Nella seconda sala, la serialità si ripropone nella corona turrita stampata lungo tutto il perimetro dello spazio a disposizione e intervallata da disegni a fondo blu (il tutto costituisce La Muralla Azul, 2014), innescando riferimenti a controlli di frontiera, viaggi, migrazioni, in uno scontro eterno tra spazio politico e identità personali, il primo così definito e materiale e la seconda talmente impalpabile e ricca di sfaccettature da rendere quasi impossibile un incastro che non comporti attesa, adattamento, difficoltà di inserimento. I disegni, nell’astrazione delle macchie bianche che percorrono il blu di fondo dei fogli, sono il frutto dell’esposizione della carta all’azione del sole e dell’acqua del Mediterraneo, rivelando ognuno la propria storia, diverse l’una dall’altra come l’identità a cui appartengono.
Following the Light of the Sun, I Only Discovered the Ground (2012-2014) è l’opera che occupa l’ultima sala della galleria: una proiezione di diapositive che testimoniano la mancata realizzazione della scultura più alta del mondo che avrebbe dovuto celebrare il 500° anniversario della scoperta dell’America, dedicata a Cristoforo Colombo dall’artista russo-giorgiano Zurab Tsereteli. Una contraddizione, quella di un’opera russa in onore dell’America, che ha motivato quel continuo procrastinare l’assemblaggio delle singole parti e il loro viaggio durato vent’anni, fino ad essere accolte da Porto Rico dove la statua sta ancora prendendo la sua forma definitiva. L’inno russo che accompagna la proiezione sottolinea proprio questo profondo divario senza fondo, che percorre l’intera esposizione, tra storie troppo spesso violate e reinterpretate secondo interessi tanto elementari quanto aridi.
Ears go deeper than eyes can see
Galleria Umberto Di Marino
Via Alabardieri 1, Napoli
11 giugno – 15 novembre 2014
Orario: da lunedì a sabato 15.00-20.oo e su appuntamento
Info: +39 081 0609318
info@galleriaumbertodimarino.com
www.galleriaumbertodimarino.com