#LAPRIMAVOLTA
Fermarsi alle impressioni provate/provocate dalla prima visione di un’opera d’arte. Accogliere il primo istinto e tentare di trascriverlo soffocando la necessità di addobbarlo con troppe parole.
Pacare le interpretazioni più complesse, che si potrebbero generare interrogando ripetutamente l’immagine e l’autore della stessa, a favore di una lettura rapida basata sulla personale pulsione nei confronti della specifica visione.
Qui, veloce non è sinonimo di superficiale ma di «prossimo all’impulso»: accorciando i tempi di riflessione, studio e confronto, si emancipa la spontaneità.
Questa è La Prima Volta di Giorgia Bergantin che chiede ad artist* da lei scelti di inviarle una foto di una propria opera inedita (non ancora esposta o pubblicata su cataloghi, articoli, social…) e che si consegna anche a noi, alla nostra visione, per la prima volta, attraverso i canali web e social di Espoarte, per due sabati al mese.
di GIORGIA BERGANTIN
Dal cucuzzolo di un’altura i superstiti contemplavano il tremendo spettacolo.
I petti gonfi, i respiri in affanno, i volti caldi, le gambe vacillanti. Erano scalzi: avevano corso in fretta e ora i loro piedi induriti finalmente riposavano. Seguivano con lo sguardo la lava scivolare a valle, che affamata ingoiava le loro abitazioni, i loro orti, il loro amato bosco di pini. Gli alberi erano lenti a cedere: con il tronco già divorato, apparivano ugualmente vivi con le alte punte ancora verdi. Al passaggio di quello spietato liquido viscido la natura diventava materia amorfa. La terra, i sassi, l’erba, l’acqua, fagocitati in un cupo arcobaleno.
A quei pochi abitanti sopravvissuti ciò che stava accadendo appariva surreale: il luogo delle loro origini stava scomparendo; tutte le loro radici si stavano sciogliendo. Di fronte ad una tale visione i ricordi della vita trascorsa in quella foresta apparivano già appannati, simili ad un sogno, o meglio ad un’utopia.
Alice Faloretti, classe ’92, laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 2018, ha trascorso un periodo anche all’AVU Fine Arts Academy di Praga. I suoi paesaggi trasportano lo spettatore in un luogo altro, immaginario e visionario, in cui natura, uomini e animali si ibridano in una materia pittorica apparentemente in perpetua pulsione. Attualmente lavora tra Venezia e Brescia, dove ha ottenuto un proprio studio grazie a MO.CA. Tra qualche mese parteciperà alla mostra collettiva L’altra individualità, a cura di Andrea Tinterri, Luca Zuccala e Domenico Russo da State Of a Milano.
https://alicefaloretti.wordpress.com/