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MILANO  | Tommaso Calabro | Fino al 22 marzo 2025

di MATTEO GALBIATI

È passata agli annali della storia l’esperienza che rese davvero felice e intensa la stagione artistica che, in particolare negli Anni Trenta del Novecento, vide Como come centro di rilevante sperimentazione. Se qui operarono in modo peculiare autori come Antonio Sant’Elia (prevalentemente come teorico) e in misura più incisiva Giuseppe Terragni, nella vicina Milano le celeberrime mostre della Galleria Il Milione – fondata nel 1930 – portarono in Italia le esperienze internazionali dei grandi maestri dell’astrazione, primo tra tutti di Vasilij Vasil’evič Kandinskij: ed è su queste esperienze che quel gruppo di artisti, riuniti in un sodalizio passato alla storia come Gruppo degli Astrattisti di Como (o Gruppo di Como o Astrattisti comaschi), decise di affermare i valori dell’Arte Astratta secondo una coerente e intransigente visione rigorosa.

Carla Prina, veduta parziale della mostra, Tommaso Calabro, Casa Grondona, Milano Courtesy Tommaso Calabro Photo: Riccardo Gasperoni

Al grande pubblico sono certamente noti i nomi di Aldo Galli, Mario Radice e Manlio Rho, forse meno conosciute, ma per questo non meno significative, sono, invece, le straordinarie testimonianze delle voci femminili del gruppo, espresse dalla pittura di Carla BadialiCarla Prina. A quest’ultima la galleria Tommaso Calabro nella sede di Milano presso Casa Grondona, dedica un’intensa e importante mostra antologica che diventa indiscutibile momento di riflessione, osservazione, studio e valorizzazione del suo lavoro e della sua storia. È un’esposizione che si propone come un vero e proprio viaggio nella delicata poesia dei suoi colori e delle sue forme che, grazie a una selezione di una ventina di opere e alcuni documenti d’archivio, attraverso i decenni ci guida nella sua lettura dell’astrazione tra gli anni Cinquanta e Ottanta del secolo scorso.
Gli ambienti della galleria per l’occasione si vestono con alcuni dei colori più rilevanti di Carla Prina (1911-2008): questi, estrapolati dalle opere in mostra, suddividono e scandiscono il decorso dei decenni per aiutare lo sguardo a cogliere immediatamente i vari momenti stilistici dell’artista. Ciascuna stanza diventa uno scrigno in cui si raccolgono nuclei specifici di dipinti di altissima qualità. Questi capolavori dell’artista, provenienti da importanti collezioni e riuniti per la mostra, con una giusta misura e una puntuale corrispondenza imbastiscono una narrazione avvincente che obbliga lo sguardo a immergersi nell’ascolto della conturbante trama narrativa, fatta dei colori e delle loro atmosfere, delle forme e dei loro ritmi, cui ricorreva Prina nell’elaborazione continua del suo lessico formale.

Carla Prina, veduta parziale della mostra, Tommaso Calabro, Casa Grondona, Milano Courtesy Tommaso Calabro Photo: Riccardo Gasperoni

Dell’autrice si segue, infatti, la fase successiva all’effervescente stagione futurista degli esordi, per ritrovare la sua lirica più matura, concentrata e impegnata nella riformulazione continua della geometrie cromatiche che ne contraddistinguono il linguaggio e cui darà corso durante l’intera sua parabola artistica. Di temperamento caparbio, intelletto fermo e carattere pertinace, fu elemento di spicco del gruppo e, tenendo testa ai suoi colleghi, seppe alimentare con la vivacità intellettuale dei suoi lavori gli esiti più interessanti delle produzioni, delle ricerche e del dibattito artistico-estetico di quegli anni.
Prina prestò tanta attenzione e cura alla sua visione così concentrata, che seppe acquisire un dinamismo esclusivo, sempre aperto a cambiamenti e rinnovamenti pur nei parametri stretti e nelle esigenze ferme che l’arte astratta potrebbe imporre. Così nella galleria milanese si afferma e si mette in risalto il valore identitario e ben calato dentro alla Storia – quella che ci piace scrivere con l’iniziale maiuscola – dell’artista comasca che, come si diceva, coerente e fedele, sebbene capace di impercettibili rotture, silenziose rivoluzioni e opportune evoluzioni, ci ha regalato la pulsazione infinita di un virtuosismo cromatico logico nelle sue libertà.

Carla Prina, veduta parziale della mostra, Tommaso Calabro, Casa Grondona, Milano Courtesy Tommaso Calabro Photo: Riccardo Gasperoni

Osserviamo, in questa antologica, un ampio corollario dei suoi cambiamenti sottili e delle differenze imperturbabili che traducono il valore mutevolmente denso del colore: del resto a ogni tonalità, così soffusa di elegante poesia, piace trasformarsi in una luce iridescente di altre tinte che, danzando, trovano il felice appagamento nel successivo incontro con le nuove figure definite dal rigore geometrico.
Prina orchestra, nel registro della sua sensibilità, un avvicendamento di accostamenti sempre rivoluzionari che scardinano ogni dato certo e si concedono la freschezza del mistero sull’investigazione infinita della gamma delle loro possibilità. La saggezza della sua intuizione rimane per noi ancora tutta insondabilmente da definire e decifrare, e ancor oggi ci si interroga ancora davanti alla bellezza senza tempo del suo insegnamento e della sua testimonianza.

Carla Prina
con il supporto di Archivio Carla Prina

29 gennaio – 22 marzo 2025

Tommaso Calabro
Casa Grondona
Corso Italia 47, Milano

Orari: da martedì a sabato 11.00-19.00; lunedì su appuntamento

Info: +39 02 49696387
info@tommasocalabro.com
www.tommasocalabro.com

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