HELLERUP | Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen
23 ottobre – 14 dicembre 2012
L’Istituto Italiano di Cultura di Copenhagen presenta la mostra personale di Silvio Zangarini dal titolo Pladsen con la curatela di Maria Cristina Strati. Il progetto si compone di una serie di lavori realizzati da Zangarini nelle diverse piazze italiane: le piazze sono riprese in notturna, nel vuoto e nel silenzio, in numerosissimi scatti. Gli scatti sono poi ricomposti a ricreare una visione tanto vera quanto impossibile.
Sensibile all’approfondimento teorico del lavoro, quanto alle sollecitazioni culturali che provengono da diversi settori del mondo dell’arte e della cultura internazionale, con Deserti di Pietra Silvio Zangarini ha dato vita ad un progetto che coniuga in sé tanto la ricerca e lo studio dal punto di vista tecnico e tecnologico, quanto l’aspetto che concerne l’approfondimento tematico. Al contempo soggetto e argomento del progetto è la nozione di piazza, che nella nostra epoca contemporanea spesso e volentieri perde la sua funzione sociale e aggregativa e fisicamente si svuota, per lasciare lo spazio a modalità di incontro e dialogo assai diverse e non sempre soddisfacenti dal punto di vista esistenziale. Al posto del contatto reale e coinvolgente, vis à vis, di sguardi che si incrociano e si pongono domande, predominano invece modi di relazionarsi con gli altri legati al mondo della tecnologia, sempre più lontani dall’esperienza diretta, dalla percezione concreta e personale. […]
Le piazze fotografate e rappresentate nel progetto sono tra le più note di città italiane come Torino, Roma, Venezia e Milano, solo per citarne alcune. Dal punto di vista visivo e compositivo, le immagini ricordano ambienti metafisici alla De Chirico. I luoghi appaiono sempre vuoti, privi di ogni presenza umana. Ma soprattutto, le immagini sono volontariamente dilatate, trasformate, distorte, fino a rendere i paesaggi irriconoscibili, secondo un atteggiamento compositivo intenzionalmente straniante da parte dell’autore. Ogni linea si fa piega: una piega che si spiega, si dipana e si ripiega su se stessa mille volte, in modo analogo a ciò che pensava Deleuze per la filosofia di Leibniz e l’arte barocca.
Inoltre le fotografie sono quasi tutte scattate in notturna e sono organizzate come una serie di polittici, dove ancora una volta dominano linee curve e forme ripetute, ridondanti: quasi come se l’immagine rendesse conto dell’eco di una voce che risuona, sola in un vuoto deserto urbano. L’idea del deserto allude poi a una componente quasi mistica, a presenze segrete o silenziose, di cui ci è dato soltanto di immaginare. Ecco allora tornare il silenzio. Un silenzio che nasce dal vuoto, dal placarsi della vita del giorno e della veglia, animata dall’ansia di produzione – spesa – realizzazione, insomma una grigia e sorda progettualità senz’anima. Questo è il luogo del vuoto, che nasce al placarsi del movimento forzato e confuso della quotidianità, che insieme allude a uno spazio, a una realtà altra, e anche ad un’assenza. Un’assenza che è altrettanto ridondante come lo sono le forme baroccheggianti a cui Zangarini letteralmente piega ogni sagoma reale.da Storie di deserti e altre macchinazioni
di Maria Cristina Strati
Silvio Zangarini. Deserti di pietra/Plasden
a cura di Maria Cristina Strati
23 ottobre – 14 dicembre 2012
Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen
Gjørlingsvej 11, Hellerup
Orari: lunedì – martedì 9.00-17.00 | mercoledì – giovedì 9.00-16.00 | venerdì 9.00- 15.00
Info: +45 3962 0696
www.iiccopenaghen.esteri.it