BOLOGNA | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – Museo Morandi | 30 Maggio – 7 Settembre 2014
di Ilenia Moschini
Nick van Woert (classe 1979) presenta al MAMbo Nature Calls, la sua prima personale italiana all’interno di un museo: negli spazi espositivi dell’istituzione bolognese sono visibili una trentina di lavori che illustrano i temi chiave della ricerca dell’artista statunitense. Ciò che emerge percorrendo le sale dove è allestita la mostra, è l’attenzione che van Woert dedica alla struttura intrinseca degli oggetti che fanno parte del nostro quotidiano, cioè la materia di cui essi sono costituiti.
Ecco dunque le opere modulari composte da parallelepipedi di plexiglass trasparenti, al cui interno sono raccolti ordinatamente materiali eterogenei: rocce, lattine, gomma, vernici, flaconi, erba finta, plastica, polistirolo, frammenti di cartelloni e riviste pubblicitarie, eccetera… Home & Garden (2011), So Fresh So Clean (2011), Erratic (2012), Course of Empire (2013; un piccolo labirinto percorribile all’interno), sono da intendersi come un campionario estratto dall’attuale panorama consumistico che Nick van Woert si prefigge di analizzare al di là dell’aspetto utilitaristico, concentrandosi invece su quello fattivo e costruttivo degli oggetti appunto.
La natura delle cose è quindi il tema portante della poetica del giovane artista americano (il titolo stesso della mostra enfatizza questo concetto che è effettivamente il filo conduttore di tutti i lavori in mostra); questa tematica, inoltre, viene analizzata sia nell’interazione tra uomo e macchina, sia nella dialettica tra natura determinata dalla casualità e ambiente modificato dall’essere umano.
Al primo filone di indagine appartengono gli attrezzi ginnici visibili nell’ultima sala espositiva quali corde, manubri, panche e bilancieri (questi ultimi realizzati con lo stesso materiale utilizzato per le lettiere dei gatti) che si riferiscono al processo di modificazione di noi stessi come corpo naturale; le installazioni e i quadri-scultura realizzati in bronzo, dove le armi e gli attrezzi primordiali e preistorici sono ordinati per formare una sorta di atlante storico delle trasformazioni della tecnica che giunge fino agli strumenti più attuali e sofisticati; infine le copie di statue classiche.
Esse, quasi sempre mutilate, mozze o capovolte (Nature Boy; 2010), vengono manipolate e trasfigurate attraverso il ricorso a materiali industriali come resine, fibra di vetro, metalli, composti chimici di sintesi oppure rifiuti derivati dal lavoro preparatorio in studio (Haruspex; 2010) i quali, a loro volta, attraverso tecnologie attuali come il laser-scanner, vengono innestati sui modelli scultorei tradizionali creando così degli ibridi in equilibrio tra visione apollinea dell’essere umano e ciò che dal consumismo viene utilizzato o ne costituisce l’avanzo.
Dell’altro filone di indagine fanno invece parte Untitled (Coal slag rocks; 2014), serie di quattro opere fatte di scorie di carbone, uretano, acciaio e schiuma, le cui forme richiamo alla mente quelle dei massi rocciosi, e i totem di pseudo-rocce, ognuno dei quali, secondo Nick van Woert, è il ritratto dei suoi amici più cari (Andrew, 2014; Maja, 2014; Peter, 2014).
La mostra Nick van Woert si inscrive all’interno del percorso che il MAMbo segue fin dalla sua nascita e che ha come fine, di pari passo con la funzione conservativa e documentativa che ogni museo deve avere, quello di aprire lo sguardo verso gli artisti emergenti internazionali e la ricerca sull’estetica contemporanea più aggiornata e innovativa.
Nick van Woert. Nature Calls
a cura di Gianfranco Maraniello
30 Maggio – 7 Settembre 2014
MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna – Museo Morandi
Via Don Giovanni Minzoni 14, Bologna
Info: www.mambo-bologna.org