CASALE MONFERRATO (AL) | CEMENTERIA DI TRINO | DAL 21 SETTEMBRE 2024
Intervista a ANTONIO BUZZI di Livia Savorelli
Una visione dinamica e aperta alla contemporaneità – che innesta il processo creativo dell’artista Giuseppe Stampone nella storia di un’azienda nata nel 1907 e delle persone che, nel tempo, sono state alla base del suo sviluppo – è l’elemento caratterizzante Area907, il progetto di Buzzi, azienda internazionale del settore cemento con sede a Casale Monferrato, inaugurato lo scorso 21 settembre.
La collaborazione tra l’azienda e Stampone, con la curatela di Ilaria Bernardi, ha avuto come fulcro la valorizzazione del capitale umano e il dialogo attivo con i lavoratori che è stato la base per la creazione di un abbecedario di identità collettiva, intitolato Uno e Trino, costituito da 21 moduli retroriflettenti collocati in diversi ambienti dello stabilimento di Trino.
Approfondiamo con Antonio Buzzi, promotore di questo progetto all’interno dell’azienda, le motivazioni e gli obiettivi alla base di Area907…
Il binomio Arte&Impresa si è molto intensificato negli ultimi anni, molte sono infatti le aziende che utilizzano l’arte contemporanea nel marketing e branding aziendale, altre sono impegnate in vere e proprie operazioni di mecenatismo volte al restauro di opere o sponsorizzazioni di mostre, altre ancora – partendo da una vocazione collezionistica di figure chiave dell’azienda – hanno dato vita ad imponenti collezioni aziendali. Se è indubbio che associare l’arte ai valori aziendali porti indubbi vantaggi in termini di visibilità e reputazione, nel caso di Buzzi si percepisce ancora un’altra finalità: quella di tracciare i fili di una lunga storia, con uno sguardo laterale che esca dalla consolidata pratica dei musei d’impresa di diventare contenitori di oggetti e macchinari, a partire dal coinvolgimento del capitale umano dell’azienda.
Come nasce il progetto Area907 e con quali finalità? Perché avete scelto una pratica esperienziale sia di approccio ai dipendenti sia per i futuri fruitori di questi nuovi spazi che avete inaugurato lo scorso 21 settembre?
Buona parte della risposta è già parte della sua premessa. Il progetto nasce per una coincidenza di fattori: unire la necessità di recupero di alcune aree storiche del nostro stabilimento di Trino, celebrare la memoria del luogo stesso, in quanto primo stabilimento in ordine cronologico del nostro gruppo, dedicare questo intervento all’ing. Sandro Buzzi, scomparso lo scorso anno e al quale si deve molto di quello che lo stabilimento e le sue persone hanno con lui condiviso e costruito nei decenni dello sviluppo aziendale, a partire dalle soluzioni tecnologiche sperimentate e spesso adottate in molti altri stabilimenti nel mondo.
Portare avanti un progetto in maniera verticistica, senza l’incontro e il coinvolgimento attivo con i nostri collaboratori di allora e di oggi sarebbe stato un puro esercizio manieristico che non avrebbe tenuto conto della centralità delle relazioni umane, prima ancora di quelle lavorative, e come tale privo di quella combinazione di emozioni, suggestioni, di quella dose di “cuore” necessaria ad innescare il successivo intervento di pensiero e realizzazione attorno al progetto stesso.
Come è avvenuto l’incontro con la curatrice Ilaria Bernardi e la scelta di Giuseppe Stampone quale artista? Quali caratteristiche della sua poetica e ricerca ha trovato affini a una narrazione che da un lato deve dare voce alla memoria di un’azienda che esiste dal 1907, dall’altro deve innestare nuovi stimoli e nuove riletture della sua storia, coinvolgendo anche direttamente i dipendenti e collaboratori? Come si è approcciato l’artista alla vostra azienda, con quali modalità? E quali opere sono originate dal dialogo avviato anche con le maestranze?
L’incontro con la curatrice è successivo all’avvio del progetto, essendoci stato preliminarmente un rapporto diretto con Giuseppe Stampone. L’intervento di Ilaria Bernardi è stato dunque quello di rifinitura, nell’ambito di un percorso che nel frattempo avevamo ideato e tracciato. Conosco i lavori di Giuseppe da molti anni, essendone anche un fruitore diretto e quando si è presentata l’opportunità del nostro progetto di recupero dell’area storica dello stabilimento, abbiamo pensato che fosse giunto il momento di unire sensibilità personali e aziendali dando loro una direzionalità ben definita. Gli abbecedari di Giuseppe, i suoi lavori con la penna Bic ed il suo colore blu, il medesimo dei nostri colori aziendali, si sono prestati direi in maniera armonica e quasi naturale a raccogliere tutti quegli stimoli necessari per far emergere dal basso i valori che rappresentano la nostra azienda, che sono poi quelli di una grande famiglia che si rispetta e che si sostiene a vicenda.
Immagino che l’azienda dia lavoro a molte persone della zona, mi domando quale sia il legame con il vostro territorio e come l’azienda si apra anche al dialogo con le nuove generazioni per far conoscere l’importante storia di Buzzi…
Il modo in cui questo progetto è stato pensato e inserito all’interno di uno stabilimento, che a sua volta è innestato su un territorio, è una ulteriore dimostrazione di apertura e trasparenza che forniamo. È un legame che desideriamo mantenere vivo e rafforzare in ogni comunità in cui operano i nostri impianti. Il progetto di Area907 è unico nel suo genere, ma non lo è invece lo stile e l’approccio con cui portiamo avanti i nostri progetti di stakeholder engagement, sempre più orientati a dialogare attivamente con le nostre comunità e sviluppare progetti condivisi che generino valore ai nostri portatori di interesse e all’Azienda. Le nuove generazioni, opportunamente coinvolte, oggi hanno la possibilità di discernere e scegliere le Aziende che li possano rappresentare sul piano valoriale e aiutare a sviluppare le loro competenze e ampliare i loro orizzonti. Ma sempre al servizio di qualcosa di più grande…
Possiamo considerare questo il primo tassello di una visione che conservi e tuteli la memoria attraverso l’arte contemporanea? Sono previsti nuovi sguardi e dialoghi in futuro?
Non credo sia il primo tassello, ne abbiamo messi parecchi al loro posto fino ad oggi ed esistono altri interventi realizzati o progettati anche in collaborazione con artisti, come quelli con Alfredo Pirri per il progetto Arena o per la realizzazione di ViceVersa. Ogni iniziativa di questo genere deve trovare il tempo per maturare, per germogliare ed emergere in maniera naturale, deve incrociare occasioni di valorizzazione, deve rispettare i tempi e le esigenze dell’Azienda e dei suoi collaboratori. Quando tutti i punti sono disposti su un piano, allora a quel punto si può iniziare a tracciare quella linea che dia forma ad un nuovo progetto.
Info: Buzzi SpA
www.buzzi.com
www.buzzi.com/area907