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ALBA (CN) | Fondazione Ferrero | 7 maggio – 30 giugno 2022

di MATTEO GALBIATI

La pittura è, per alcuni artisti, una pratica totalizzante, una vocazione irrinunciabile nell’esperienza di vita. È un vero e proprio baluardo esistenziale che dà rifugio alla mente, all’animo e alle loro necessità, senza che venga mai solamente intesa come un’evasione estetica. Dipingere è azione fisica, ma soprattutto un viscerale modo di “pensare diversamente”. Strenuo testimone di questa dedizione integrale alla pittura è senza dubbio Giacomo Soffiantino (1929-2013), pittore e incisore torinese di cui, grazie alla mostra Soffiantino. Tra oggetto e indefinito, sostenuta e accolta dalla Fondazione Ferrero nella sua sede di Alba (CN), possiamo ammirarne l’intero percorso creativo, letto attraverso una selezione di oltre 50 opere attentamente scelte e riunite con la preziosa collaborazione dell’Archivio Soffiantino.

Giacomo Soffiantino, Neve a Bossolasco, 1965, olio su tela, Collezione Demetrio Veglio

Benché  fosse un maestro e un pittore di notevole capacità, un vero poeta dell’immagine, protagonista di assoluto e significativo valore attraversando la sua parabola esistenziale e creativa tutto il Novecento ed oltre, Soffiantino, forse, è rimasto ingiustamente poco conosciuto nel circuito dell’arte – se non nell’ambito torinese e piemontese in cui si era formato e da cui proveniva – eppure le esperienze, i contatti, le mostre, ci consegnano una figura di tutt’altra levatura. Questa mostra ha, quindi, l’importante valore di essere testimonianza della storia dell’artista, assolvendo scientificamente e accuratamente il compito di restituire agli occhi del grande pubblico la centralità della sua figura e riconsegnare l’unicità della sua ricerca ed esperienza artistica.
Il ricco percorso espositivo per scelta dei curatori – Luca Beatrice, Michele Bramante e Adriano Olivieri – è stato suddiviso per capitoli tematici tenuti in parallelo rispetto le vicende biografiche, cosicché di Soffiantino si possa percepire come fosse, per lui e il suo lavoro, fondante l’intreccio tra arte e vita.

Soffiantino. Tra oggetto e indefinito, veduta della mostra, Fondazione Ferrero, Alba (CN)

Esordi, Venezia, Natura, Luce, Esistenza, Continuità ed Epilogo sono i sette capitoli con cui si scandiscono, nelle sale della fondazione piemontese, le tappe significative, i temi portanti, i contenuti espressivi della poetica dell’artista. Dagli esordi, passando per le quattro partecipazioni all’Esposizione Internazionali d’Arte della Biennale di Venezia tra 1956 e 1972, fino alle ultime tensioni sperimentali, nelle sale vive la tensione del suo sguardo che, in sessant’anni di costante e ininterrotto lavoro, caparbiamente proseguito fino all’ultimo, ha letto e vissuto le vicende della pittura dall’interno.
La pittura di Soffiantino è testimone oculare di un’epoca e delle sue trasformazioni cui lui, però, non si è mai adeguato. È sempre stato vigile osservatore del tempo e attivo animatore del suo dibattito pittorico che, comunque, non lo ha mai assuefatto nella ripetizione dell’ovvio. Al contrario, rispondendo ad una missione quasi “morale”, Soffiantino con la complessa articolazione delle sue opere ci rimanda all’esigenza di indagare meticolosamente l’universalità espressiva della materia pittorica.
Il ricorso a riflessioni su punti chiave della sua poetica – come ad esempio la luce o la natura; lo spessore fisico, da una parte, e trasfigurante, dall’altro, dei suoi colori; l’azione pittorica e il lavoro (importante) di incisore – ci raccontano di una creatività in perenne stato di tensione.

Giacomo Soffiantino, Luce e terra, 2006-2011, olio su tela, Archivio Soffiantino

La prosa pittorica dell’artista torinese evolve e muta, ma non lascia decadere mai la sua identità e il suo legame, articolato e complesso, con il proprio tempo. Le immagini si dichiarano nella loro lirica evidente, perché inseguono l’impronunciabilità completa della propria visione, eppure sanno preservare anche l’anima della realtà, la sua concretezza, la tangibilità carnale dei suoi sentimenti. Il gesto del pittore c’è, è percepibile, è attivo e agisce sempre all’unisono con il suo pensiero. Tra Informale e recupero della figura, Soffiantino resta sempre in bilico tra territori estetici diversi che non disperdono l’energica risoluzione della sua consapevole missione, perché la sua pittura resta sempre coerente. Si accosta, con risoluto garbo, all’oggetto che vuole palesare, ma sa rilevare, nell’esito finale, l’inevitabile distanza da questo e da ciò che, poi, si genera nell’arte rispetto alla realtà originaria.
Questa mostra ci regala l’originalità identitaria del linguaggio di Giacomo Soffiantino, un artista ritrovato, riscoperto e approfondito in questa circostanza, a dimostrazione di come, spesso, ciò che il “sistema” non sa accogliere completamente, non coincida con quanto, invece, la storia sa preservare, affermare e testimoniare in un tempo più lungo e decisamente più consapevole.

Soffiantino. Tra oggetto e indefinito
a cura di Luca Beatrice, Michele Bramante, Adriano Olivieri
catalogo Skira con i contributi critici dei curatori, di Carlotta Soffiantino (figlia dell’artista e direttrice dell’Archivio Soffiantino) e di Marco Vallora

7 maggio – 30 giugno 2022

Fondazione Ferrero
Strada di Mezzo 44, Alba (CN) 

Orario: tutti i giorni 15.00-18.00

Ingresso gratuito

Info: info@fondazioneferrero.it
www.fondazioneferrero.it

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