MILANO | PEEP-HOLE | 10 aprile – 28 maggio 2016
di FRANCESCA CAPUTO
Manomettere la materia per impossessarsene è il filo conduttore della complessa ricerca di Paolo Gioli che procede per stratificazioni di conoscenze, tecniche ed elementi visivi. Intreccia in un contino gioco di rimandi, fotografia, cinema, pittura, scardinando la specificità delle forme espressive in un orizzonte visuale univoco.
Ripercorrendo il suo universo poetico, le sale di Peep-Hole a Milano, accolgono film sperimentali e cicli fotografici: dalle Autoanatomie alle Naturae, dai Fotofinish agli Omaggi, dai Toraci alle Vessazioni, fino agli Sconosciuti, che si intersecano con disegni a carboncino su carta e opere pittoriche, ispirate ai congegni ottici lenticolari e soprattutto alla dinamica cinematografica. Un corpus di opere che spazia dagli anni Sessanta ai giorni nostri, dove luce, materia e atto creativo sono elementi fondanti nell’elaborazione delle immagini.
Memoria e anticipazioni future, esperienza e continua esplorazione, i valori primari dell’arte e riflessioni filosofiche, la giustapposizione dell’immagine e della sua percezione, sono alla base tanto delle sue prime produzioni, quanto di quelle attuali.
Le Polaroid, i dipinti ed i film di Gioli travalicano il tempo per coglierne la natura atemporale, universale, afferrando nell’interconnessione delle forme, la sovrapposizione di istanti.
Inventa strumenti ottici, esplora le potenzialità dei mezzi usati dai pionieri della fotografia, come il foro stenopeico, realizzando immagini attraverso tutto ciò che incamera luce, come fori, pieghe, screpolature, degli oggetti quotidiani, più piccoli e banali, o dei frammenti della natura.
Forzandone i limiti strutturali, riduce l’immagine all’essenziale e, allo stesso tempo, ogni sua immagine ne racchiude molte. Sugli stessi presupposti fonda il suo cinema sperimentale.
La Polaroid usata come supporto fotosensibile e trasferita sulle superfici più disparati – seta serigrafica, legno, plastica, carta da disegno – gli inserti di segni extrafotografici e pittorici, gli interventi di luce durante lo sviluppo, il montaggio di foto e pellicole trovate, la tecnica del foro stenopeico o del fotofinish, costruiscono una narrazione personalissima incentrata su alcuni temi classici della storia dell’arte: la natura morta, il corpo nudo, il ritratto.
Manipola la materia fotosensibile con tagli di luce nella camera oscura o con maschere fotografiche, impressionando le immagini a più riprese. Cicatrici, impronte, innesti, frammenti, sono smontati e ricomposti. Le pressioni creano avvallamenti e infossature, si dissolvono e riaffiorano. Sono tracce drammatiche di seduzione, desiderio, sofferenza.
Ancora oggi, il fulcro della sua indagine è il corpo. Una profonda riflessione sulla storia dell’uomo, sull’identità che innesta, senza interruzione, cinema, pittura, grafica, fotografia, per restituire una dimensione corporea, carnale, tattile.
Paolo Gioli
10 aprile – 28 maggio 2016
Peep-Hole
Via Stilicone 10, Milano
Orari: da mercoledì a sabato 14.30 – 19.00 o su appuntamento
Info: +39 02 87067410
+39 3450774884
info@peep-hole.org
www.peep-hole.org