PALERMO | FPAC | 5 marzo – 7 maggio 2022
MILANO | FPAC | 9 marzo – 14 maggio 2022
di MARINA DACCI
Essenziale e apparentemente algida, la mostra CRASH#2 di Loredana Longo nella sede della galleria FPAC di Milano cela, paradossalmente, il trionfo della carne sulla macchina e la tecnologia. Una carne che comunque deve liberarsi, trasfigurarsi.
Entrando, nella prima stanza ci accoglie Out of the box: una grande scultura a terra costituita da un guardrail distrutto di forma quadrata che occupa gran parte dello spazio. L’opera è circondata da specchietti retrovisori d’auto rotti ibridati con la pelle dell’artista I did not see you and you don’t see me. Questo è il fatto, quanto accaduto a seguito di un urto devastante.
La seconda stanza accoglie la chiamata, (la resistenza forse apparente?): un video a piena parete mostra la performance dell’artista che non si arrende e, a colpi di mazza, cerca accanitamente lo sfondamento del guardrail, oggetto “indistruttibile”, per antonomasia. È evidente che non si tratta solo di un gesto meccanico e violento di distruzione: lo sfondamento qui è ricerca di deviazione, di via d’uscita dai limiti e, al contempo, accettazione di non poterlo/volerlo fare?
Il cortocircuito si ripete in apparenti frottages – in realtà stampe litografiche con inchiostratura argento – che spalmano guardrail rotti sulla superficie di velina stropicciata, abbracciando un’intera parete. Il materiale duro diventa paradigma di fragilità, i vortici di movimento dei pezzi meccanici richiamano di nuovo un corpo, qui formalmente assente, in fuga.
E ancora il corpo è evocato in forma di cicatrici sui sedili in pelle divelti da un’auto e sospesi sulla parete opposta. Le cicatrici formano le silhouettes che sono letteralmente schiacciate da altri guardrail intatti che fungono da morsa. Un crash uomo/macchina.
La mostra racconta di possibilità di sopravvivenza, di esodi, di rigenerazioni identitarie in cui il corpo è elemento imprescindibile di confronto non solo con la macchina ma col “fuori” tout court. Un fattore cruciale per questo superamento sembra essere il dolore che diventa, forse, affrancamento? Oppure una acuta e vibrante ricerca dell’urto che genera una strana forma di piacere vitale?
Si comprende la complessità del progetto di Loredana Longo in una lettura a doppia via con la prima parte presentata a Palermo e inaugurata qualche giorno prima (CRASH#1).
Qui c’è l’antefatto. Una guerriglia emotiva che comporta abbandono, presa di coscienza e risveglio.
La spoliazione del corpo (anche se non è mai la sua negazione) sembra la via: succede in tre opere cruciali. Un corpo bendato che diventa corazza di gesso, guscio ceramico sventrato per consentirne l’uscita (ARMOUR) il guscio diventa poi detrito, lacerto abbandonato a terra (Shamed skin). Il work in progress del lavoro è presentato in un bellissimo video che accompagna le sculture. E poi la pelle appesa: un corpo scuoiato come è presentato in certe macellerie sulle parti delle bestie di cui si commerciano le carni (All my skin).
Opere dure, che enfatizzano il bisogno di processo liberatorio da certe limitazioni e costrizioni. Una liberazione dolorosa che non può essere del corpo in sé – unico strumento che ci è dato per esperire la vita – ma dei limiti che a volte ci impone. In questo senso l’opera cerniera tra le due sedi espositive potrebbe essere A few pounds of meat: due litografie stampate a torchio calcografico su carta argentata in dialogo con gli specchietti retrovisori rivestiti in pelle presentati nella sede di Milano: la carne come il vetro sembrano esplodere o implodere nell’opera.
Loredana Longo. CRASH#1 My Body is not Nobody
a cura di Irene Biolchini
5 marzo – 7 maggio 2022
FPAC PALERMO
via Vittorio Emanuele 303, Palermo
Loredana Longo. CRASH#2 My Body is not Nobody
a cura di Irene Biolchini
9 marzo – 14 maggio 2022
FPAC MILANO
via San Rocco 11, Milano
sponsor tecnici Egoitaliano, Stylnove ceramiche
Info: fpac.it