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ODESSA (UCRAINA) | Sanatorio di Kuyalnyk – Lago Kuyalnyk | Prorogata sino al 15 marzo 2021

Intervista a GIAN MARIA TOSATTI di Matteo Galbiati

Tra i più importanti artisti italiani, la cui ricerca si è distinta per la coerenza della visione e per la profondità del profilo intellettuale e culturale, Gian Maria Tosatti (1980) ha un ruolo di spicco. Artista, saggista, giornalista, è un vero pensatore contemporaneo, attento indagatore del rapporto dell’uomo con l’ambiente che lo circonda e lo determina, alle relazioni tra le comunità umane e al dialogo e confronto che con l’arte tra queste si può attivare, le sue opere agiscono sulle specificità dei luoghi in cui si inseriscono diventando un vero e proprio “dispositivo” di senso che agisce sulla sensibilità e sulla visione di chi lo vive e lo “partecipa”. Ogni opera si rivela mezzo per riflettere sull’identità sociale, culturale, politica, ma anche intellettuale e spirituale, dell’uomo.
Lo abbiamo intervistato in occasione del progetto Моє серце пусте, як дзеркало – одеський епізод (Il mio cuore è vuoto come uno specchio – Episodio di Odessa) che, promosso nell’ambito della  7.Edizione dell’Italian Council (2019) – il programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo –, ha sviluppato durante un lungo soggiorno in Ucraina e ha realizzato nel Sanatorio di Kuyalnyk – Lago Kuyalnyk di Odessa. Approfondiamo con lui questa importante realizzazione:

Come è nato il progetto Episodio di Odessa? Chi hai avuto al tuo fianco e ti ha sostenuto in questo lavoro?
Quest’opera è nata dopo una lunga permanenza in Ucraina, un paese importantissimo per la storia europea recente. Ho vissuto e lavorato a Kiev e in altre città. Ho viaggiato assieme alla mia assistente Valeriya Plehotko attraverso il paese cercando di codificarlo e imparando molto da una cultura che ha un rapporto con l’esistenza molto diverso dal nostro, ancora memore degli antichi accordi tra uomo e natura.

Gian Maria Tosatti, Моє серце пусте, як дзеркало – одеський епізод (Il mio cuore è vuoto come uno specchio – Episodio di Odessa), The Blank Contemporary (Bergamo) e Izolyatsia Platform for Cultural Initiatives (Kiev). Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (2019)

Episodio di Odessa si lega strettamente alla tua ricerca più recente, diventando una parte di un più articolato progetto, Il mio cuore è vuoto come uno specchio, che riflette, in generale, sulla crisi della democrazia. Ci riassumi la tua visione generale e quando (e perché) hai voluto dedicarti con determinazione a questi temi?
In realtà ho molte cose da dire su questo tema, ma le dico in altre circostanze, nei miei editoriali o nei miei libri. Quando lavoro come artista devo fare un passo indietro e semplicemente avere il ruolo dello specchio. Devo assumere anche ciò che è lontano dalle mie convinzioni e rifletterlo, perché è parte anch’esso della realtà. Il primo dovere di ogni artista è questo, restituire agli uomini non la “conoscenza”, ma il “sentimento” della realtà. A prescindere da ciò che l’artista stesso crede giusto o sbagliato.

In questo senso ci racconti brevemente l’Episodio di Catania, l’Episodio di Riga e l’Episodio di Cape Town che hanno anticipato quanto fatto in Ucraina?
Difficile farlo in poche parole. Diciamo che Catania è stata un’opera che parlava di come la civiltà occidentale si sia ridotta ad essere custode di un’eredità che non sa gestire. L’episodio di Riga, che era estremamente drammatico, rifletteva sulla scomparsa dello spazio pubblico inteso come idea stessa di comunità. L’episodio di Cape Town, invece, faceva un punto sul modo in cui si può vivere dal lato sbagliato della storia pur senza essere dei carnefici, ma non per questo venendo assolti, prima di tutto da se stessi.

Nello specifico Episodio di Odessa è la prima parte di un dittico – Dittico del Trauma – che completerai il prossimo mese di maggio con l’Episodio di Istanbul? Ce lo racconti nello specifico e ci fai qualche anticipazione della seconda parte? Come si legano i due progetti che sono realizzati in regioni distanti e diverse e cosa li connette?
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso l’Italian Council e con la collaborazione di The Blank Contemporary Art (aiutata sui territori da Izolyatsia e Depo), ha ritenuto di sostenere la mia ricerca per quest’anno ed essa si è concentrata sull’osservazione di due luoghi cruciali dell’Europa di oggi, luoghi che hanno registrato traumi profondi nel presente e che oggi affrontano conseguenze di cui non conosciamo fino in fondo ancora gli esiti definitivi. L’Ucraina ha affrontato prima Chernobyl e poi la dissoluzione dell’URSS, con la relativa violenza degli Anni ’90 e la fragilità di una democrazia ancora fortemente minacciata dagli interessi russi. La Turchia, invece, ha istituito una dittatura che si è pagata il successo con il lavoro dato in forza di una grande speculazione edilizia di stato. Il risultato però è stata la trasformazione di Istanbul, la distruzione della sua storia, della sua identità. L’opera che andrò a realizzare è al centro di Tarlabasi, il quartiere curdo della città che presto sarà raso al suolo – come già successo per altre zone – e la sua comunità dispersa. L’opera racconta la storia di una bambina sorda che cerca con la sua fragilità di fermare la minaccia che distruggerà il suo mondo.

Gian Maria Tosatti, Моє серце пусте, як дзеркало – одеський епізод (Il mio cuore è vuoto come uno specchio – Episodio di Odessa), The Blank Contemporary (Bergamo) e Izolyatsia Platform for Cultural Initiatives (Kiev). Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (2019)

Per questo lavoro hai passato un lungo periodo in Ucraina? Dove sei stato e che esperienze hai vissuto? Cosa ti ha suggestionato?
Potrei raccontare per ore. Ma quello che ricordo sempre è stato il lungo passeggiare per le campagne della regione di Odessa. Spazi sconfinati di fiori bianchi attraversati da enormi tubi d’acciaio dei gasdotti e con all’orizzonte i fumi delle ciminiere. Ma, certo, non posso non dire che visitare l’area di contenimento di Chernobyl, dove la natura in trent’anni si è ripresa tutto e ha cancellato ogni traccia dell’umanità tornando a proliferare più intensamente di prima, non abbia determinato la direzione di un’opera tutta concentrata sul rivalutare la posizione dell’uomo all’interno delle grandi forze che agiscono nel mondo. Sono state queste le esperienze che ho condiviso anche coi curatori Kateryna Filyuk e Alessandra Troncone, che per via della pandemia mi hanno dovuto seguire a distanza, dall’Italia.

Mi colpisce la tua riflessione sul senso del tempo: qui dici che sembra essere fuori dai suoi meccanismi in un pezzo di terra alla deriva del tempo stesso. Parli di “altroquando”, come si legge tutto questo nel tuo intervento?
Credo si legga in modo eclatante anche solo guardando le immagini se non si riesce a visitare l’opera dal vivo. Kuyalnyk nelle specifiche condizioni ambientali e climatiche in cui l’opera ha preso corpo, è un luogo in cui il lago bianco si fonde col cielo bianco senza che si possa leggere l’orizzonte. I vecchi pali d’attracco dei moli fluttuano nel nulla. I miei lampioni spandono la luce perpetua dell’energia nucleare. L’uomo non ha la forza per poter presentarsi al cospetto di questo paesaggio eterno senza sparire. Kuyalnyk è un luogo che conta gli anni dal momento in cui Dio creò la luce, l’umanità in questa storia somiglia ad un cespuglio di fiori fioriti solo in una breve stagione, che dura ancora, ma non sappiamo per quanto.

Gian Maria Tosatti, Моє серце пусте, як дзеркало – одеський епізод (Il mio cuore è vuoto come uno specchio – Episodio di Odessa), The Blank Contemporary (Bergamo) e Izolyatsia Platform for Cultural Initiatives (Kiev). Progetto realizzato grazie al sostegno dell’Italian Council (2019)

L’opera catalizza una bellezza silenziosa, perdurante. Dove sta, però, l’urgenza del suo dramma?
Non c’è propriamente l’urgenza di un dramma. C’è la necessità di comprendere che cosa siamo realmente. Perché se siamo fiori, tentare di durare in eterno è velleitario e controproducente. Lottare per qualcosa che non possiamo avere ci toglie attenzione dal compito principale che abbiamo, ossia quello di fiorire. Cerchiamo di essere grandi dominatori finendo per autodistruggersi, quando potremmo semplicemente essere felici di essere meravigliose creature eleganti.

Oltre a Episodio di Istanbul quali sono i tuoi prossimi impegni? A cosa stai lavorando?
Attualmente tutta la mia ricerca è concentrata su questo progetto. Sono già in programma le tappe di Gerusalemme, San Pietroburgo, Parigi e Torino. A quarant’anni ho pensato che non avevo più tempo per fare i lavori che interessano al mondo dell’arte e che avrei dovuto concentrare tutte le mie forze su quello che interessava me come essere umano e come artista.

Gian Maria Tosatti. Моє серце пусте, як дзеркало – одеський епізод (Il mio cuore è vuoto come uno specchio – Episodio di Odessa)
a cura di Kateryna Filyuk e Alessandra Troncone
promosso da The Blank Contemporary Art (Bergamo) e Izolyatsia Platform for Cultural Initiatives (Kiev)
con il sostegno di Italian Council (7.Edizione, 2019), programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo
con il patrocinio di Ambasciata d’Italia Kiev, Istituto Italiano di Cultura
partner RUFA – Rome University of Fine Arts, Accademia di Belle Arti di Napoli, Depo

4 dicembre 2020 – 15 gennaio 2021 (prorogata sino al 15 marzo 2021)

Sanatorio di Kuyalnyk
Lago Kuyalnyk
Odessa (Ucraina)

Link video: Gian Maria Tosatti _ My Heart is a Void, the Void is a Mirror – Odessa Episode

Info: Izolyatsia
+38 050 477 26 20
info@izolyatsia.org
www.izolyatsia.org
myheartisavoid.com

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