MILANO | Gilda Contemporary Art | Fino al 20 ottobre 2017
di MATTEO GALBIATI
Nel tempo il lavoro di Francesca Romana Pinzari (1976) è molto cambiato e ha subito una raffinatissima evoluzione stilistica, poetica e lirica che ha portato questa brava artista a far sconfinare l’iniziale approccio pittorico, vissuto con la presenza di figure solide, scolpite e ritrovate in una coltre densa e materica di colore, in altre esperienze che hanno spaziato dalla performance al video, dalle installazioni a nuove soluzioni di opere “polimateriche” o che agiscono con materiali inusuali per l’arte.
Nella mostra personale SuperNatural, che abbiamo visitato con la piacevole guida della stessa artista, Pinzari rivela al visitatore il suo sguardo indagatore dei processi e dei meccanismi naturali, mettendo in luce, con un lavoro tutto concentrato proprio sulla spirito naturale, il valore e la forza intrinseca alla Natura: nei due piani della galleria riunisce opere che, tra la dimensione “pittorica” e quella “scultorea” dichiarano un’intrinseca bellezza che accoglie la sensibilità di chi le osserva senza frizioni, senza compromessi, senza interpretazioni intellettualistiche.
La morbida delicatezza con cui sono lavorati crini, capelli, rami e minerali trasmette, con la forza assertiva di un’incantata metafora, il potere e la potenza stessa di quella Natura che l’artista non vuole dominare o controllare, ma mettere al servizio di un’espressività affascinante e personalissima che riconcilia l’animo di chi le osserva nel ritrovare il proprio spazio sensibile dentro ai suoi meccanismi atavici.
Di fatto Pinzari ci scrive un racconto fatto di riverberi ossimorici, dove tensioni opposte trovano modo di contaminarsi, raffrontarsi e scambiarsi le reciproche tensioni costitutive: tralci di rovi e rose, irti di spine e dall’aspetto inquietante, rimandano il loro ricamo intrecciato a quello dei capelli che, leggeri e fragili, istituiscono forme geometriche, in taluni casi proposte in veste di sculture effimere. Da una parte apparizioni solide, concrete, fisiche, dall’altra troviamo delicatissime visioni che appartengono più al mondo onirico, all’invisibile, per la loro bassa definizione vibrante che obbliga chi le guarda a acuire i sensi della propria visione. Abbiamo anche i minerali che interagiscono con gli elementi vegetali: vita e mondo inanimato crescono assieme e si fondono, anche qui in un danzato ritmo di poetico gioco di contrasti.
Dicevamo che il lavoro di Pinzari sia cresciuto negli anni e che il tempo le abbia concesso di definire maggiormente l’acutezza di un pensiero che qui, tra opere apparentemente diverse, si concede il lusso di una coerenza che pochi altri artisti della sua generazione testimoniano con questo notevole impianto poetico e filosofico: quello che ci colpisce, infatti, non è tanto il virtuosismo nel dominare e controllare tecnica e materiali, quanto di metterli al servizio di narrazioni che toccano le profondità del pensiero.
La sfida che gioca, tra organico e inorganico, definisce l’aspirazione dell’arte (di cui la sua interpretazione si fa messaggera) a rendere tangibilmente fisiche e percepibili quelle incommensurabili leggi che dominano l’universo e il micro-macro cosmo di Pinzari, popolato di immagini archetipali e lontanissime nella memoria della nostra cultura visiva, in un’assimilazione di assunti estetici, filosofici, scientifici che abbracciano tanto il sapere conquistato dall’uomo, quanto la sua cultura, storia e, pare assurdo, biologia.
L’immaginario di Francesca Romana Pinzari si fa allora onnicomprensivo, e sondando dagli argini della cultura figurativa per aprirsi al tempo dell’uomo – anche come prassi del fare che, in tali lavori, richiede una meticolosa cura realizzativa – dove storia umana e naturale si sovrappongono in un unicum cui tutto appartiene.
L’eccellenza di quanto ci propone in questa articolata proposta espositiva ci dice molto della sua concezione – ma anche del suo rispetto e della sua edizione profondi – per l’arte il cui dovere resta quello di raccontare e rappresentare attraverso la “materia”. A lei solo spetta il compito di “essere” e di “dire”: Pinzari l’ha compresso e lo riflette con la saggezza di queste opere che, abbandonando ogni artificialità, trovano, nella semplice purezza del “naturale”, il carattere e il valore predominante della loro universalità.
Francesca Romana Pinzari. SuperNatural
a cura di Erik Lucini
catalogo monografico con testi di Cristina Gilda Artese Erik Lucini
21 settembre – 20 ottobre 2017
Gilda Contemporary Art
via San Maurilio 14, Milano
Orari: dal martedì al venerdì 10.30-19.00; sabato 10.30-13.00 e il pomeriggio su appuntamento
Ingresso libero
Info: +39 339 4760708
info@gilda.gallery
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