BOLZANO | Fiera Bolzano | 16 – 18 marzo 2012
Intervista a RAINER GANAHL di FRANCESCA DI GIORGIO
Grande attesa per l’ampio spazio monografico realizzato in collaborazione con lo spazio d’arte Kooio di Innsbruck dedicato all’austriaco, ma residente a New York, Rainer Ganahl. Tra le opere proposte all’interno di kunStart 12, I wanna be Chinese / Dinghi (2011), opera scelta da Fiera Bolzano S.p.A. per la sua forte attinenza con il messaggio della mobilità sostenibile, basata tra l’altro su un prodotto bolzanino – la bici elettrica Dinghi – che sarà protagonista di fiere di settore www.fierabolzano.it/klimamobility – Salone della mobilità sostenibile e della fiera Klimahaus con 3 sedi in Italia (Bolzano, Umbria e Puglia). Inoltre sarà presentato un altro dei bike projects dell’artista The Passion Considered as an Uphill Bicycle Race or I wanna be Alfred Jarry, 1903 / 2011 esposto a Kooio nel 2011. Ne parliamo con Ganahl…
Francesca Di Giorgio: La dimensione politica del tuo lavoro sembra rivelare una personalità severa e, allo stesso tempo, ironica… Verrebbe da citare Lawrence Weiner quando dice che «L’arte non è per gente felice, l’arte è per chi è arrabbiato». Cosa mi dici della rabbia e del suo opposto?
Rainer Ganahl: Curioso… Ho incontrato Lawrence proprio ieri e dopo avergli fatto un complimento, mi ha detto: «Fermati Rainer, soltanto gli artisti gay si fanno i complimenti gli uni con gli altri». Sì, la rabbia ha giocato in qualche modo un ruolo nella mia vita, ma sono sempre riuscito a gestirla con successo.
Dato che questa intervista è per una rivista d’arte italiana voglio sottolineare che, a Bologna negli anni ’80, sono stato picchiato dalla polizia per un nonnulla e illegalmente detenuto per ore e ho subito abusi sessuali da parte della Polizia di Palermo quando ero un adolescente.
Questi poliziotti mi hanno fatto denudare, piegare ed hanno iniziato a “cercare la droga” nel mio ano, suscitando l’ilarità degli altri agenti di sesso maschile. Attualmente sto avendo problemi a ricevere il compenso per i miei lavori venduti in Italia, sta per essere dibattuta la causa con la galleria Artra che ha rubato una mia opera e mi ha venduto un Boetti senza autentica, senza sostituirmelo. Tra l’altro un altro Boetti senza autentica mi fu venduto da una galleria italiana operante in Germania. Potrei continuare di questo passo, raccontando ancora molti altri episodi, ma preferisco rispondere alla tua domanda: il Boetti non autenticato è stato trasformato nei lavori: Ceci n’est pas une pipe, Alighiero e Boetti, Attirare l’attenzione (vedi www.ganahl.info/pipe.html) e una recente fregatura avuta da un rivenditore di cui non voglio parlare finita nella serie FontanaGanahl, Concetto di Rabbia/Concept of rage (www.ganahl.info/fontanaganahl.html)
Come ciclista ho inoltre molte ragioni per essere arrabbiato. Ho dato alla luce opere provocatorie, che sono allo stesso tempo aggressive, per esempio io che vado in bicicletta contro il traffico senza tenere il manubrio. www.ganahl.info/useabicycle.html.
L’attuale crisi economica mi sta, inoltre, toccando privatamente molto più che l’accettabile e questo mi sprona a fare. La mia risposta a questo la trovate qui www.ganahl.info/creditcrunch.html.
Solitamente I tuoi lavori hanno uno sviluppo nel tempo. Quale significato assume questo elemento?
Questa è una bella domanda. Spesso quando inizio un lavoro non so dove mi porterà.
È un po’ come nella vita, dove una certa ripetitività è necessaria per approfondire le cose. Con “ripetizione”, non intendo “il ripetermi” ma il lavorare sopra le cose più e più volte e farlo ancora. Per esempio, quando ho iniziato ad imparare una lingua come prassi dell’arte concettuale, non mi sono imbarcato immediatamente in un progetto di lunga durata che comporta lo studio di altre cinque lingue per più di 20 anni. Lo stesso succede per i miei progetti con la moto che hanno avuto origine in un contesto romantico e sono diventati sempre più particolareggiati. E lo stesso è nel mio lavoro con Dadalenin (dadalenin.com) e con Alfred Jarry (iwannabealfrredjarry.me) e lo stesso per i miei “China Projects”. Il tempo per me è denaro ma anche riflettere, apprendere, ponderare e inventare. Contribuisce a creare un’identità e forme della percezione. Continuo a studiare determinati soggetti finché non mi comunicano qualcosa. Una volta esauriti interessi e argomenti mi muovo come se fossi un’altra persona.
Anche se il tuo lavoro non si può definire esattamente come site-specific tiene in conto l’aspetto “pubblico”. Come ti relazioni con l’ambiente e le situazioni? Qual’è il tuo pubblico?
Penso che quasi tutto ciò che ho fatto nella mia vita sia nato in reazione a qualcosa. Sono anche diventato artista per caso. Mi è capitato di incontrare in Italia come studente di filosofia un autostoppista di New York. Ho poi scoperto che questo ragazzo era un artista e lavorava per Nam June Paik. Sono così entrato per caso nel mondo dell’arte, incontrando personaggi famosi come Warhol, Basquiat, Paik e altri conosciuti personalmente nel 1985 a New York. Quando sono ritornato in Austria, mi è stato chiaro cosa dovessi fare.
Mi muovo nel flusso delle cose ma quando questo non mi piace più nuoto controcorrente. Vi è sicuramente anche una grande componente di buona (e a volte cattiva) sorte nel mio prendere decisioni. È un po’ come fare l’autostop da teenager hippy negli anni ’70: non importa in quale piazza, su quale ponte, in quale casa si giunga, perché alla fine è stato divertente e piacevole. Spesso mi trovo di fronte alla stupidità e anche questo è stimolante. La stupidità è una forza trainante nella vita e io stesso non ne sono esente, quando la situazione lo permette o quando sono troppo sciocco, troppo stupido, troppo stanco per fare meglio. Faccio anche un sacco di errori e serve un buon background per correggerli. Penso sempre di avere un pubblico ristretto. Sono, di fatto, la prima persona a vedere il lavoro, ad approvarlo o no. Cerco comunque in genere di soddisfare me quanto gli altri. Fare questo – ricollegandomi alla precedente domanda sul tempo – comporta tempo e una comunicazione continua, condividere il mio piacere estetico e concettuale con gli altri. Ovviamente non posso fare a meno di provare frustrazione quando capisco che le persone vengono travolte dal volume e dalla complessità del mio lavoro. Questo perché spesso i miei lavori dialogano gli uni con gli altri senza essere però realmente dipendenti tra loro. Per esempio, quando sono presenti contesti e riferimenti storici, letterari e socio-economici, come nelle opere Creditcrunch, Dadalenin o I wanna be Alfred Jarry, la comprensione dell’opera è più gratificante se si comprendono e conoscono i riferimenti. Anche in I wanna be chinese / Dinghi – E. bicycles from China non è solamente utile riconoscere subito la canzone originale che ho riscritto e ri-registrato (Tu vuò fa’ l’Americano) ma anche conoscere le relazioni sino-italiane, il ruolo del progetto e-mobility in China e l’importanza di alcune rare componenti delle batterie e dei motori che sono pressoché interamente controllate dalla Cina. Quindi “tu voi far Ame-Chinese” ma si spera che porti anche uno spettatore a saperne di più.
I tuoi lavori così come i progetti espositivi spesso contengono vari elementi: disegni, oggetti, fotografie, cibo… Come riesci a combinare metodi e tecniche? Potresti darmi una tua idea del concetto di mixed media?
Faccio quello che la situazione richiede, che consente o che cosa posso in qualche modo giustificare. Ricorda, l’aspetto più importante di qualsiasi opera d’arte non è quanto bella appare ma quanto si possa vendere bene (le mie opere si vendono raramente ma qualche volta accade e sembra che io abbia fortuna con altre persone “alpine” come me). Personalmente non ho mai amato il termine “mixed media”, perché mi ricorda i “media markets”. In fondo tutto è “media” e non ha bisogno di essere nominato come tale. Preferisco chiamare le cose per quelle che sono.
kunStart 12
16 – 18 marzo 2012
Rainer Ganahl – Artist talk
Museion, via Dante 6, Bolzano
giovedì 15 marzo, ore 21.00
Rainer Ganahl. I WANNA BE…
Fiera Bolzano
16 – 18 marzo 2012, ore 10.00 – 18.00
Info: +39 0471 516032 – info@kunstart.it
www.kunstart.it – www.glocalrookie.it
www.facebook.com/KunstartGlocalrookie