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MILANO | 29 ARTS IN PROGRESS gallery | 8 giugno – 2 luglio 2021

di REBECCA DELMENICO in dialogo con SILVIA LELLI

Silvia Lelli attraverso la sua “fotografia di spettacoloha indagato e documentato musica, teatro, danza e performance di alcuni dei maggiori artisti del panorama nazionale e internazionale divenendo una delle fotografe più stimate nel campo del teatro d’avanguardia e della danza.

© Silvia Lelli-Kontakthof Kontrapunkt, 2010. Courtesy 29 ARTS IN PROGRESS GALLERY

Per Silvia Lelli dire “fotografia di spettacolo” significa “allargare il quadro, è osservare e rispettare la poliedricità di manifestazioni all’interno delle arti performative. Lo scatto giusto arriva quando ci si predispone, quando ci si dà il tempo necessario per operare tramite l’attesa, quando senso e musicalità si trasferiscono in quella foto rendendola unica e altamente evocativa.”
La mostra Kontakthof-Kontrapunkt alla 29 ARTS IN PROGRESS gallery di Milano vede esposte alcune delle fotografie di Silvia Lelli che raccontano le tre versioni della coreografia “Konthakthof” di Pina Bausch (1940-2009) l’unica opera che la coreografa ha ripreso nell’arco di un trentennio, tra il 1978 e il 2008. È stato inoltre presentato il volume d’artista Kontakthof-Kontrapunkt.

© Silvia Lelli – Kontakthof–Kont rapunkt, 1981-83. Courtesy 29 ARTS IN PROGRESS gallery

Come racconta Silvia Lelli “È una delle rare volte in cui mi sento appagata per il risultato raggiunto. Sono riuscita a portare a termine un progetto che elaboravo da anni, di cui ero molto convinta e di cui sentivo la necessità e la forza. Più recentemente sono giunta all’idea di un libro essenziale ma ben costruito, in un numero limitato di copie su cui avessi un controllo totale, un libro d’artista. Il progetto è piaciuto alla galleria 29 ARTS IN PROGRESS che mi ha supportato attraverso la piattaforma contribute.to e che ha fatto sì che producessi anche una mostra. Questa esprime e sintetizza anche come il mio modo di fotografare la danza sia cambiato nell’arco di più di 30 anni. Più percorsi si incrociano quindi, sia espressivi che tecnici. Libro e mostra esprimono la mia interpretazione di questo lavoro capitale di Pina Bausch in tutte le sue variazioni e trasformazioni. Una immersione totale.”

© Silvia Lelli- Kontakthof–Kontrapunkt, 2011. Courtesy 29 ARTS IN PROGRESS gallery

Pina Bausch, nota per il suo teatro-danza in una miscela di movimento, suono e scenografie sin dagli anni Settanta divenne una figura centrale nel panorama della danza moderna, e un’influenza che è tutt’ora viva attraverso la compagnia Tanztheater Wuppertal da lei fondata.
Kontakthof” significa luogo di contatti, una fusione di danza e teatro a cui Pina Bausch diede vita nel 1978: ingaggiando ventisei ballerini l’artista ha rappresentato la tensione tra i due sessi. Uomini e donne, carichi di aspettative e desiderio si ritrovano in una sala da ballo per circa tre ore di incontri: ciascuno dei protagonisti cerca di attirare l’attenzione di qualcuno del sesso opposto, per ottenere, appunto, un momento di contatto. È una narrazione delle relazioni umane, dei sentimenti di gioia o sofferenza che provano i protagonisti. Pina Bausch descrisse “Kontakthof” come “Un luogo dove si incontrano persone che cercano un contatto. Mostrarsi, negarsi. Con paure. Desiderio. Delusioni. Disperazione. Mostrare parte di sé, superarsi”. A distanza di circa vent’anni, nel 2000, Pina Bausch affermò che era suo desiderio che questo tema fosse rappresentato da uomini e donne più maturi, over 65, con una maggiore esperienza di vita. Furono scelte persone comuni, né attori né ballerini. Più tardi, nel 2008, un anno prima della morte della coreografa, venne creata una versione eseguita da ragazzi tra i 14 e i 17 anni, questa volte girata come un documentario, “Tanz Traume”. A queste tre versioni Silvia Lelli ha aggiunto una rappresentazione tenuta dalla compagnia originale a Wuppertal nel 2015. “Pina Bausch, prosegue Silvia Lelli, è una dei grandi inventori in ambito artistico, fa parte di quella ristretta cerchia di creatori che fissano punti di non ritorno. Il suo Tanztheater rappresenta questo, e non solo, per quello che riguarda la danza. È una visione del mondo che si fissa attraverso la creazione di qualcosa di estremamente originale e unico, eppure cangiante come nel caso di Kontakthof. La ripetitività qui è molto gestuale e musicale e si risolve in un mix inscindibile di drammaticità e humor”.

© Silvia Lelli-Kontakthof Kontrapunkt, 2003. Courtesy of 29 ARTS IN PROGRESS GALLERY

Kontrapunkt” riflette l’avvicendarsi dei temi e delle situazioni che emergono durante la coreografia e, allo stesso tempo, è anche la sovrapposizione (il contrappunto), lo sviluppo negli anni della fotografia di Silvia Lelli. La fotografa ha seguito le diverse versione della stessa opera e attraverso le immagini traccia un percorso che si riflette nei diversi modi di rendere il movimento e il gesto.
Silvia Lelli non ha visto nascere né “Kontakthof” né altre coreografie di Pina Bausch, quindi vi è entrata successivamente seguendo la ripetizione dei passi, dei gesti, delle espressioni. Si passa da una fotografia “a distanza” in senso fisico, a favore di un fotografare ravvicinato, arrivando lei stessa a contatto coi danzatori. Ribadisce infatti l’artista “Personalmente continuerò ad esercitarmi su concetti come quelli di vicinanza, lontananza, prossimità aggiustando continuamente lo sguardo per ottenere il meglio da ogni situazione scelta”.
E davanti a una mia ultima curiosità, se nell’intero corpus di fotografie esposte ce ne sia una a cui sia particolarmente legata, Silvia Lelli risponde: “Ci sono alcune foto che esprimono una atmosfera metafisica e che appaiono come estrapolazioni dal flusso coreografico e scenico. Alla fine, risultano non solo indispensabili ma emergono come rappresentative di ciò che si cerca veramente congiungendo la propria visione a quella intima dell’artista creatrice. Almeno questa è l’impressione che ne ricavo. Quindi quella della copertina del libro in bianco nero con la fila di seggiole oppure quella a colori del particolare della danzatrice con le scarpe rosse e le seggiole sullo sfondo. Spazio e oggetti: in fondo sono un architetto!“.

SILVIA LELLI: KONTAKTHOF–KONTRAPUNKT

8 giugno – 2 luglio 2021

29 ARTS IN PROGRESS gallery
Via San Vittore 13, Milano

Info: 29artsinprogress.com

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