MILANO | Galleria Dellupi Arte | Fino al 31 gennaio 2018
di MATTEO GALBIATI
L’occasione della prima personale in Italia viene data all’artista islandese Katrin Fridriks (1974) dalla Galleria Dellupi Arte di Milano che, accoglie nei suoi spazi, 15 tele che l’artista ha realizzato appositamente per questa mostra. Nel suo lavoro, se da una parte si percepiscono riscontri profondi con le esperienze di altri artisti che la storia dell’arte ci ha, nel tempo, consegnato e che lei ben conosce, dall’altra emerge nelle sue tele una peculiare energia tanto caratteristica e individuale, da allontanare subito facili e fuorvianti apparentamenti che ne limiterebbero la comprensione originale ed esclusiva.
Osservare le sue opere significa immergersi in un cosmo cromatico dove lo sguardo spazia e si muove incontrando un senso di continuo cambiamento e spostamento direzionale delle traiettorie imprevedibili e incontenibili che le agitano; il colore vive in indeterminabili segni che letteralmente esplodono in infinite sfumature. Osservandole con attenzione si percepiscono contaminazioni tra colori diversi, fusioni e germinazioni che rendono diveniente l’immagine, con questo atteggiamento Fridriks porta a far dialogare la libertà espressiva dell’emozione pura che, pure, si combina con una certa programmaticità da scrittura calligrafica, preordinata e logicamente pensata.
Pensiamo in termini di ragione e sentimento, di ordine e caos, poli di orientamento della comprensione che permangono nella concezione totalizzante della sua astrazione, eppure non possiamo nemmeno relegare in una fredda e distaccata logica semantica il suo fare: la sua ricerca, proprio per la corroborante vitalità che l’attraversa, spinge l’evidenza narrativa dei suoi lavori verso la realtà delle esperienze di una vita reale.
Nel caso della Fridriks risulta importante questo connubio potente tra i micro e macrocosmi dei sistemi naturali (elementi cellulari o galassie spaziali, ad esempio) di cui queste espansioni di colore pulsante sono metafore: le tele sono superfici che aprono profondità prospettiche che superano il vincolo dimensionale della loro superficie e ci introducono a spazialità percorribili, ci spingono ad un viaggio in territori inediti e affascinanti. Allo stesso modo particolari piccoli sono da scoprire nel cuore delle esuberanze invadenti e incombenti del suo colore. Questa esperienzialità, resa viva dalle sue tele, aiuta a muovere l’immaginazione, a cercare un altrove di senso che svincola dalla sola ammirazione passiva. Fridriks mette in gioco tutto il suo animo, ma catalizza anche quello di chi osserva che si attiva su altre polarità di senso.
Esempi di ricerche come la sua riportano fiducia e passione rispetto alle riflessioni pensate e condotte attraverso un’arte che sa ritrovare i principi e delle sue estetiche senza rinunciare al ruolo della sua etica. Se, di questi tempi, per una galleria, sembra un atto eroico “rischiare” nuove proposte, che, per quanto di assoluto livello, potrebbero apparire come un azzardo rispetto la conoscenza effettiva del lavoro da parte del pubblico (inficiando un apprezzamento già pregiudizialmente circospetto delle opere), dall’altra risulta fondamentale questo tipo di proposte che riportano valore e fiducia in certa arte contemporanea.
Con Katrin Fridriks ripartiamo da un colore che avvicina l’uomo all’universo, legando elementi che erroneamente consideriamo come scissi, ma che, in effetti, fanno parte di un unico tutto più grande che dobbiamo tornare a rispettare e ri-conoscere.
Katrin Fridriks. Forces of Nature
a cura di Ilaria Porotto
catalogo Dellupi Arte con prefazione di Luigi Dellupi e introduzione di Ilaria Porotto
1 dicembre 2017 – 31 gennaio 2018
Galleria Dellupi Arte
Via A. Spinola 8, Milano
Orari: da lunedì a venerdì 10.00-13.00 e 14.00-18.00; sabato e domenica su appuntamento
Ingresso libero
Info: +39 02 469 5211; +39 366 52425476
www.dellupiarte.com