MILANO | Fondazione Stelline | 26 settembre 2013 – 6 gennaio 2014
di MATTEO GALBIATI
Non solo una geometria ragionata e pensata, non solo un colore che diventa forma composta. Se si guardano con profondità e attenzione le opere racchiuse in questa pregevolissima mostra, di Josef Albers (1888-1976) si mette in luce soprattutto quell’aspetto di intensa dimensione spirituale che è una delle sue prerogative più forti e decise e che ne ha contraddistinto, come presenza determinante, tutta la ricerca. Una spiritualità che non deve essere intesa a senso unico relegandola nell’alveo di un credo religioso, ma si deve aprire alla dimensione della meraviglia e dello stupore per il sublime. Albers cercava quel culto per l’inesplicabile che le sue opere avrebbero dovuto tradurre in immagini: da artista, e da raffinato teorico e pensatore, ha votato il suo impegno nella descrizione di quello che colpisce l’immaginazione interiore dell’uomo e che nasce dalla realtà visibile. Albers ha sempre guardato attorno a sé, alle cose del e nel mondo, per rivelare ed evocare quella visione miracolosa che si nasconde dentro al reale.
L’assunto principale del suo impegno era mosso da quel desiderio radicato di poter far connettere la nostra percezione con le frequenze dell’arte: egli individuava una discrepanza forte tra la registrazione della fisicità tangibile delle cose e la loro rilevanza a livello psichico. Un’intuizione determinante per il suo linguaggio, tanto da fargli porre il principio del ciò che vediamo non coincide esattamente con ciò che pensiamo di vedere, quale base per ogni sua considerazione.
La mostra, composta in modo non cronologico (scelta che risulta coerente e vincente rispetto la lettura dei lavori e dei materiali esposti), distribuisce i 78 capolavori seguendo le tre tracce guida di linea, forma e colore. Un viaggio di scoperta che si apre con Untitled del 1921, opera in vetro proposta al suo arrivo al Bauhaus, per chiudersi con la superlativa Homage to the Square del 1976, che resta quasi un testamento spirituale dei suoi insegnamenti, summa definitiva del suo sapere dove forma e colore toccano la profondità dell’assoluto. Il percorso – molto ben allestito –, che inizia al piano seminterrato e risale al piano superiore, accompagna il visitatore in un viaggio davvero emozionante: scorrendo le sale, si passano in rassegna le esperienze artistiche che Albers ha condotto tra Europa e Stati Uniti dove, dopo l’insegnamento al Bauhaus, ottiene la cattedra al Black Mountain College e alla Yale University.
Fondamentale l’analisi dell’architettura moderna, ma anche antica, testimoniata dalla sua raccolta di immagini di architettura sacra – romanica e gotica soprattutto – e poi il fascino per quella precolombiana, repertoriata in una lunga serie di scatti fotografici eseguiti dopo un soggiorno in Messico. Albers, scrivendo all’amico Kandinskij, esalta il fascino di questi luoghi, sottolineando come le antiche popolazioni mesoamericane avessero raggiunto già la sintesi della spiritualità nelle forme del visibile e, di più, il senso dell’arte astratta fosse in loro già presente.
Lo spirituale per Albers si riesce a rintracciare dentro ogni epoca, dentro ogni luogo e là dove viene scoperto egli si sforza di osservarlo, di rintracciarlo, di assimilarlo. In ogni modo lo sperimenta nelle sue opere e lo comunica. Lo mette in evidenza con un linguaggio che, nella sua forza semplice, vale per tutti. Questa tensione alla trasmissione di un valore grande e trascendente diventa quel messaggio di Josef Albers che questa mostra riesce molto bene a raccontare.
La potenza del sublime nel visibile. Sublime Optics, appunto.
Josef Albers: sublime optics
a cura di Nick Murphy su un progetto di Nicholas Fox Weber
in collaborazione con la Josef & Anni Albers Foundation
con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Milano e
Comune di Milano
26 settembre 2013 – 6 gennaio 2014
Fondazione Stelline
Corso Magenta 61, Milano
Orari: martedì-domenica 10.00-20.00
Ingresso: intero Euro 8,00, ridotto Euro 6,00, studenti Euro 3,00
Info: +39 02 45462411
www.stelline.it