Intervista a Ronald L. Facchinetti (co-founder di iterArs) di Livia Savorelli
La mostra? È in studio, nello spazio della creazione dell’opera. Il tour? È curato, immaginato come una mostra dislocata sul territorio, che si articola da uno studio all’altro alla scoperta di tendenze e talenti. L’happening, la cena, il ritratto: tutto si compie nell’atelier. Ogni giorno, su appuntamento. È questo iterars.com, un portale che fa propria la logica curatoriale lavorando con ogni artista a un’esperienza diversa in studio. Ne abbiamo parlato con uno dei fondatori, Ronald Facchinetti – curatore dell’evento di arte pubblica itinerante ContainerArt e di Art Pod – da sempre interessato a sviluppare nuovi modelli di museologia a network.
Cosa accade sul portale iterArs?
Si possono prenotare visite a mostre in studio. Partecipare a tour curati, pensati come mostre che si sviluppano da un atelier all’altro, o a eventi, happening o cene. Passare un pomeriggio con un Art Advisor. Incontrare un artista per uno Studio Portrait.
Turisti, appassionati, collezionisti: a chi vi rivolgete?
Stiamo cominciando un Beta Test su Milano e i nostri primi clienti sono turisti o businessmen esteri, oltre a collezionisti nel nostro database. Ad aprile attiviamo le nostre alleanze nel settore del turismo di lusso e partnership con portali di collezionismo.
Quali sono le mostre in corso?
Variano ogni mese. A Milano, nello studio di Giovanni Manzoni c’è una mostra sul viaggio. L’atelier è aperto per le visite alla mostra e per il tour “Roots”, di Michela Ongaretti, insieme allo spazio Nour. In zona Maggiolina, le città di Fabio Giampietro incontrano i ritratti di Alan Maglio. Ci sono Daniela e Patrizia Novello con due mostre nel loro grande atelier in Bovisa. E ancora, lo straordinario AtelierFORTE, le opere di Giacomo Spazio nel suo nuovo studio. Queste mostre inaugurano venerdì 18 marzo con l’Art Night Out di AAF e proseguono ad aprile. Altre sono già in corso o inizieranno presto.
Dopo Milano?
Abbiamo deciso di crescere lentamente per instaurare un rapporto di fiducia con artisti e curatori in ogni città. Creiamo alleanze con gallerie e Art Advisor per garantire trasparenza e un livello qualitativo di eccellenza. Stiamo facendo Studio Visit a Varese, Como, Torino, Bologna e Genova, che sarà la prossima città con tour curati.
Come si accede al circuito?
Le informazioni su potenziali studi ci arrivano da curatori o artisti di fiducia; occasionalmente dal form sul sito. Non abbiamo preconcetti sull’età o il punto di carriera, ma siamo molto attenti alla professionalità. Dedichiamo molte energie per presentare visite qualificate in studio e molte altre per garantire una buona esperienza estetica ai visitatori.
Come nasce il progetto?
Nel 2014 insieme a Luisa Castellini e Duilio Forte come mappa degli studi d’artista a Milano in vista dell’Expo. Da allora il progetto è molto evoluto. Abbiamo capito che applicare modelli di sharing economy senza forti filtri curatoriali sarebbe stato un errore. Non è possibile fare un Airb&b degli studi senza far scadere la qualità. Abbiamo scelto di crescere lentamente ma in modo curato, e di focalizzarci sulle esperienze che da sempre avvengono nello studio d’artista, come i ritratti.
Le visite e i servizi sono tutti a pagamento?
Preferiamo adottare onesti modelli di business piuttosto di fumosi crowdfunding per dare continuità a iterArs. Appoggiamo anche gli Open Studio: alcuni atelier del circuito partecipano alla “notte bianca” di Affordable. Una bella iniziativa, che a differenza di altre stimola l’acquisto di opere in studio con attenzione al nuovo collezionismo. Non dimentichiamo che l’arte contemporanea per crescere ha bisogno anche di essere acquistata.