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PRATO | Lottozero | Dal 15 ottobre 2016

Intervista a TESSA e ARIANNA MORODER di Gaia Vettori

Segnatevi sul calendario questa data: 15 ottobre 2016, giorno in cui, nel cuore di Prato, verrà inaugurato uno spazio polifunzionale progettato all’insegna della condivisione e consacrato alla valorizzazione dell’elemento tessile. Tessa e Arianna Moroder sono le due menti sorelle dietro questo ambizioso progetto sperimentale che prende il nome di LOTTOZERO.
Le abbiamo intervistate cercando di scoprire qualcosa di più riguardo la mostra – Inside Lottozero a cura di Alessandra Tempesti – che sancirà l’avvio delle attività di questo multiforme laboratorio.

Arianna e Tessa Moroder Foto: Nadja Grechina

Arianna e Tessa Moroder Foto: Nadja Grechina

Tutto è iniziato qualche anno fa, quando, nel 2012, avete ereditato un magazzino di circa 400mq, da anni abbandonato e situato nel cuore di Prato, in una zona – quella del Macrolotto zero – ad alta densità di residenti cinesi e al centro della cronaca locale e nazionale per via delle numerose problematiche sociali che la connotano. Allora, le due sorelle Moroder, Arianna (artista e designer) e Tessa (consulente aziendale con formazione economica), partendo da quella “materia grezza”, come sono arrivate a pensare LOTTOZERO, grande progetto di riqualificazione?
Inizialmente abbiamo valutato varie idee, di certo non potevamo permetterci di continuare a pagare l’IMU molto alto su un immobile che stava solo decadendo, ma nessuna delle due viveva in Toscana e avevamo vite e carriere avviate altrove. Abbiamo pensato di affittarlo o di darlo in uso gratuito a qualche associazione, finché alla fine, e ognuna delle due incolpa l’altra, abbiamo deciso di farci qualcosa noi stesse. Prato è la città del tessile per eccellenza, unendo le nostre capacità alle circostanze potevamo realizzare un progetto bello e soprattutto utile.
Nelle prime fasi di ideazione del progetto Lottozero abbiamo prima pensato a ciò che sapevamo e potevamo fare, e subito dopo a cosa manca a Prato, in Italia, in Europa, e cosa sarebbe bello realizzare.

LOTTOZERO, la sede. Foto: Duccio Burberi

LOTTOZERO, la sede. Foto: Duccio Burberi

Abbiamo capito che c’è una forte crescita di spazi come fab-lab e coworking, ma che la richiesta di hub creativi internazionali specializzati per settore, come l’oreficeria ecc… rimane insoddisfatta. Abbiamo eseguito una ricerca in vari paesi europei e ci siamo rese conto che la domanda di laboratori dedicati al tessile condivisi e accessibili (quindi non legati all’università e allo studio) era forte in tutti i paesi. Ovunque in Europa agli studenti neolaureati e i liberi professionisti mancava un posto dove lavorare e confrontarsi, posti come il laboratorio legato al museo tessile di Tilburg. Così abbiamo capito che questa era la strada giusta da percorre. Infatti, nell’anno che è passato da quando abbiamo compiuto questa ricerca ad oggi stanno aprendo in Europa nuovi laboratori tessili come il nostro, per esempio quello di WAAG Society ad Amsterdam, diventato il nostro partner nel progetto europeo TCBL guidato dal comune di Prato.
Lottozero include: un laboratorio, uno studio condiviso, un ufficio stile, e una Kunsthalle, ovvero uno spazio espositivo. Il laboratorio tessile è dotato di macchinari per la progettazione e la ricerca tessile. Lo studio condiviso è uno spazio aperto di coworking, un luogo di lavoro e incontro per chi ancora non si può permettere uno spazio in proprio. L’ufficio stile: Lottozero opera come ufficio stile per le aziende italiane che non hanno un ufficio stile interno e le aziende straniere che necessitano di facilitazione e product management per la produzione in Italia. Infine Lottozero è una Kunsthalle: uno spazio espositivo per collezioni, una galleria/showroom per chi risiede a Lottozero e per chi è coinvolto in collaborazioni dirette.

FOULARD Collezione Zero by CORALIE PRÉVERT. Printed silk/modal scarf with fringed hems, by textile and accessory designer Coralie Prévert. Exists in red and blue, with beautiful prints.

FOULARD Collezione Zero by CORALIE PRÉVERT. Printed silk/modal scarf with fringed hems, by textile and accessory designer Coralie Prévert. Exists in red and blue, with beautiful prints.

L’elemento tessile è proprio il fil rouge che lega il vostro ambizioso progetto, ancorandolo saldamente alla città laniera: Prato – nonostante la crisi – è uno dei più importanti distretti tessili. Allora, quali sono gli obiettivi principali di LOTTOZERO e, soprattutto, quali le innovazioni che esso porterà in quell’ambito che ha reso Prato famosa in tutto il mondo?
Lottozero ha l’obiettivo di incoraggiare lo sviluppo di talenti emergenti con collaborazioni e residenze creative e rivitalizzare questo distretto tessile. L’idea è di dare spazio a giovani designer e creativi e di portare talenti emergenti in città con un sistema di residenze. I giovani saranno invitati a trasferirsi a Prato per un periodo, vivendo e lavorando nella nostra sede nel cuore del quartiere Macrolottozero dove avranno a disposizione appartamenti in cui vivere oltre al laboratorio per le sperimentazioni pratiche e la produzione di prototipi.
Il plusvalore sarà dato dalla collaborazione e il confronto con gli attori principali del distretto di Prato, con i quali, o almeno con i quali lo vorranno, si cercherà costruttivamente di creare sinergie, unendo la capacità creativa dei giovani all’esperienza di chi questo lavoro lo svolge da sempre, scambiandosi know-how tecnico e mezzi per l’innovazione creativa, spingendosi oltre procedure e tecniche assoldate.
Infine, per Prato sarà fondamentale l’attività di advocacy, Lottozero, con le sue residenze crea ambasciatori mondiali del distretto. Una volta lasciata la città, gli individui che hanno lavorato da noi avranno la possibilità di esercitare influenza sui settori culturali, creativi e tessili nel resto d’Europa, favorendo la conoscenza del prodotto, dell’industria pratese e delle attrattive che la città ha da offrire.

Mariana Sales - Body Looming. Mohair wool, digital prints, 2012

Mariana Sales – Body Looming. Mohair wool, digital prints, 2012

Durante la campagna di crowdfunding grazie alla quale avete addirittura superato l’obiettivo economico prefissato, era prevista una ricompensa molto particolare: una raffinata sciarpa in seta caratterizzata da un design ispirato al marmo verde di Prato, realizzata da Arianna Moroder. Tutt’ora, dal vostro sito, è possibile acquistare pregevoli sciarpe in seta, disegnate da importanti artisti e designer internazionali. Cosa vi ha spinto a proporre questo prodotto artigianale? E come è la risposta del pubblico?
L’idea dei foulard di seta inizialmente è nata per coincidenza, cercavamo un prodotto di qualità, made in Italy e che si potesse facilmente spedire, inoltre ci piaceva tantissimo l’idea di poter lavorare con le più disparate tipologie di artisti, la seta funziona come un foglio bianco e sopra si può stampare veramente di tutto. È una scelta un po’ fuori dal comune perché il foulard fino a poco tempo fa era un accessorio demodé che richiamava un altro tempo, ma i giovani lo stanno riscoprendo adesso e quindi ha molto successo anche nelle sue forme più classiche come il carré. Per il Kickstarter avevamo creato due collezioni, Verde di Prato, ispirata ai monumenti Toscani che era in serie limitata, e Collezione Zero, in collaborazione con illustratrici come Anna Deflorian e grafici come il nostro Studio Mut. Questa collezione resta in vendita online e in alcuni negozi scelti e ci permette di coprire alcuni dei nostri costi. Lavorare con tutti questi artisti ci è piaciuto talmente tanto che abbiamo deciso di creare periodicamente una nuova collezione, abbiamo già in mente i temi per le prossime 6 o 7 collezioni e ovviamente siamo sempre alla ricerca di nuovi creativi.

Foulard Collezione Zero di Anna De Florian, Colorful print, 100% silk, all hems hand stitched 70 x 70 cm

Foulard Collezione Zero di Anna De Florian, Colorful print, 100% silk, all hems hand stitched
70 x 70 cm

Dall’artigianato all’arte – del resto è proprio questa la vostra vocazione. Infatti, dopo tanto duro lavoro, il 15 ottobre 2016 ci sarà l’inaugurazione caratterizzata da una forte vocazione artistica: ciò che darà il via alle vostre attività sarà la variegata mostra INSIDE LOTTOZERO, celebrazione dell’elemento tessile nell’arte contemporanea.
Il vernissage prevede una fruizione continua delle opere dei 13 artisti invitati, per 12 ore non-stop, dalla sera al mattino successivo. Quali motivi hanno spinto le curatrici (le due sorelle Moroder e la storica dell’arte e sound artist Alessandra Tempesti) a proporre una soluzione espositiva ed esperienziale così particolare?
Una delle poche cose che abbiamo capito da quando abbiamo iniziato questa esperienza è che quando uno lavora così tanto per avere uno spazio proprio e un evento da poter realizzare esattamente (purtroppo per motivi di budget questo non è al 100% vero) come vuole, inizia a farsi tante domande sui propri desideri. Nel nostro caso una delle cose che ci mancava di più nel mondo dell’arte è quella di potersi godere liberamente una mostra senza dover sottostare al limite di tempo e di comportamento al quale si è normalmente assoggettati. Ci era rimasta molto impressa una volta in cui Arianna si è sdraiata per terra nel Metropolitan Museum of Art e subito la guardia è accorsa per farla alzare, chiaramente se tutti si sdraiassero al Met sarebbe il caos ma visto che noi abbiamo la possibilità di far entrare le persone all’interno di Lottozero per un periodo prolungato, farle sdraiare, farle ascoltare della musica che dovrebbe aiutare a stimolare i loro pensieri e la loro percezione, perché no. Speriamo che il pubblico esca la mattina avendo fatto una bella esperienza, di interiorizzazione delle opere e apertura della mente a nuove idee e nuove sensazioni.

LOTTOZERO, la sede. Foto: Duccio Burberi

LOTTOZERO, la sede. Foto: Duccio Burberi

Sarà possibile anche dormire in loco?
Sì, l’evento si chiama INSIDE LOTTOZERO perché il pubblico è invitato ad entrare dentro Lottozero ad invadere il suo spazio e sentirlo come proprio… quale miglior modo che passarci una notte? È come quando da adolescenti si va a dormire a casa del migliore amico. Inoltre il pubblico viene esortato a disfare l’installazione di Arianna i cui pezzi, essendo costituita di stoffe e tessuti, verranno usati come giacigli e coperte. Un’installazione che si disfa e contemporaneamente prende forma nel corso della notte, nel modo in cui le persone ne faranno uso.

Sadi, Inside Lottozero. Foto: Emma Innocenti

Sadi, Inside Lottozero. Foto: Emma Innocenti

Vero e proprio elemento innovativo della mostra, è lo “Sleep Concert”, un concerto che vede protagonisti 6 musicisti, i quali, a rotazione e a partire dalla mezzanotte del 15 ottobre, accompagneranno i fruitori durante tutta la notte (magari anche durante il sonno) e che, assieme all’opera site-specific di Arianna Moroder costituiranno il punto nodale di INSIDE LOTTOZERO. Molti altri (ben 13) sono però gli artisti internazionali invitati, così come eterogenee le loro opere. Quali saranno gli artisti presenti e, soprattutto, come si coniugano tra loro tutte queste diverse proposte?
Alessandra Tempesti (curatrice della mostra): Con la mostra abbiamo cercato di costruire un percorso che testimoniasse la vitalità del medium tessile nel panorama artistico contemporaneo, la sua estrema versatilità che lo rende capace di intersecare i diversi linguaggi della scultura, pittura, installazione, fotografia, performance, suono e video, insieme alle forme espressive più tradizionalmente legate alla tradizione tessile, come costume, arazzo e soft sculpture. Ci siamo anche chieste, in questi mesi di studio e approfondimenti, che cosa conducesse gli artisti a scegliere il tessile come tramite per la costruzione del proprio lavoro e che cosa riuscisse effettivamente a tenere insieme ricerche e poetiche anche molto diverse tra loro. Ripercorrendo velocemente le opere che abbiamo selezionato nella mostra quella che emerge è una forte dimensione antropologica, un legame di prossimità con il corpo capace di estendersi anche in senso lato, come metafora di un pensiero che può assumere valenze sociali, politiche, storiche e identitarie, oltre a possedere una materialità che si avvale di un ricchissimo patrimonio di tecniche e tradizioni, antico quanto la storia stessa dell’uomo, e in continua evoluzione.

Aldo Lanzini - The eyes are there where they see. What happens here stays here, 2016

Aldo Lanzini – The eyes are there where they see. What happens here stays here, 2016

Le maschere a uncinetto di Aldo Lanzini e i costumi di Marjorie Chau, artista cilena residente a Berlino, sono gli elementi primari di una performatività che ricorre, più o meno direttamente, in altre opere presenti in mostra, come se fosse impossibile prescindere completamente da un legame con il corpo, da una qualche traccia di usura che rimane impressa nel tessuto. Come le stoffe che avvolgono le stele funerarie nella serie fotografica di Virginie Rebetez, artista svizzera che lavora con la fotografia e che in questo progetto documenta un rituale funebre ancora in uso in Sud Africa.
Nicole Miltner, residente a Vienna, ha realizzato un arazzo che raffigura un corpo nudo, sagomato come un cartamodello che riproduce fedelmente la foggia di un giustacuore: un’indagine sulla rappresentazione del corpo che si relazione al video dell’artista Zoè Gruni, toscana trapiantata in Brasile, ancora una frammentazione anatomica di un corpo nudo che si lega ad una riflessione sui miti della tradizione contadina, di cui l’artista recupera tecniche di intreccio e fibre, come la juta e la saggina. Anna Rose invece, artista americana che vive a Firenze, ha scelto come materia prima del lavoro i capelli sintetici, sviluppando nei diversi linguaggi espressivi da lei adottati un’operazione di corrosione di certi stereotipi legati alla femminilità. La tecnica della maglieria, realizzata lavorando ai ferri un filo continuo di pasta di ceramica, diventa metafora della vulnerabilità del corpo umano come sistema precario, nel lavoro scultoreo del duo Khurtova/Bourlanges, attivo in Olanda ma di origini russe e francesi.

Mariana Sales - Body Looming. Mohair wool, digital prints, 2012

Mariana Sales – Body Looming. Mohair wool, digital prints, 2012

La struttura ortogonale della tessitura, come intreccio di trama e ordito, è invece al centro dell’opera di Claudia Losi: griglia su cui far sedimentare il ricordo altrimenti intraducibile di un’esperienza di relazione con il paesaggio naturale. Anche Mariana Sales, giovane artista portoghese, si serve del linguaggio della tessitura, come gestualità essenziale e primaria con cui acquisire consapevolezza del proprio corpo.
Ci sono poi una serie di lavori che introducono in mostra la relazione tra analogico e digitale, in una dinamica sempre spostata a favore del primo termine, sia in Fabrichmachine, una macchina che suona il tessuto traducendone consistenza, struttura e qualità materica in segnale audio, opera di Kathrin Stumreich, (anch’essa viennese), sia nella simulazione video di natura tutta digitale del collettivo Zeitguised, di base a Berlino, frutto di un lavoro di fabbricazione “manuale” degli algoritmi per dare vita ad una coreografia di tessuti dai colori psichedelici, che a sua volta richiama la gamma cromatica della pittura astratta di Roland Barth, mutuata da una sua personale rivisitazione della tecnica di stampa serigrafica.
Dell’installazione site-specific di Arianna Moroder abbiamo già parlato, perno attorno a cui si si costruisce l’intera mostra, perché parlare del tessile significa in primo luogo farne diretta esperienza, come dormire per una notte dentro un’opera fatta di materassi, coperte, cuscini.

Zeitguised. Geistxyz / chrome

Zeitguised. Geistxyz / chrome

LOTTOZERO
Via Arno 10, Prato

Mostra d’apertura: Inside Lottozero
sabato 15 ottobre 2016

Info: +39 340 2787854
info@lottozero.org
www.lottozero.org

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