BOLOGNA | RACCOLTA LERCARO | 7 novembre 2024 – 12 gennaio 2025
Intervista a FRANCESCA GRILLI di Iacopo Cotalini
Il 7 novembre ha inaugurato alla Raccolta Lercaro di Bologna RECORD, un’installazione video di Francesca Grilli, presentata da Adiacenze e curata da Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi. Il video, presentato in occasione della rassegna CLOSER, nasce dall’omonima performance del 2023 e affronta il tema degli hikikomori. Un coro di ragazzi interpreta sul limitare di cornicioni e finestre le parole che l’artista e un hikikomori si sono scambiati per circa un anno su una chat online. Questa condizione psicologica nasce da un rifiuto per la società e porta le persone a rifugiarsi da essa, evitando il più possibile qualsiasi forma di contatto.
Com’è nato il progetto?
Verso la fine del Covid, ho letto diversi articoli sugli hikikomori e mi interessava molto la loro forma di ribellione verso la società, al di là della loro condizione psicologica. Al giorno d’oggi qual è la forma di protesta più estrema ed efficace? Sottrarsi alla società con tutto quello che comporta. La trovo una forma di posizionamento estrema e interessante. Semplicemente sparisco e sto nella mia stanzetta.
Come sei entrata in contatto con questa persona?
Io collaboro con una poetessa – Azzurra D’Agostino – che lavora moltissimo con l’infanzia ed era stata affiancata da uno psicologo per la scrittura di un altro libro. Lui stava lavorando con persone che erano già in rehab da questa condizione e ci ha presentato Piffi, un ragazzo della provincia di Milano che si stava riadattando al mondo. Per un anno ha risposto ai nostri stimoli, dalla scrittura creativa alla scrittura dei sogni fino a fare un sacco di liste, come cosa c’è in camera tua o come descrivi il tuo corpo.
Insieme ad Azzurra poi abbiamo riorganizzato e trascritto queste informazioni in una maniera più poetica. È stato necessario selezionare le informazioni che provenivano da lui ma che toccassero tutti, indipendentemente dalla generazione e dalla società, concentrandoci sulla pressione che tutti sentiamo e che magari per voi giovani generazioni è più pesante.
Cosa ti è rimasto di questa esperienza?
È stata un’esperienza molto intensa. La difficoltà è stata la traduzione della pratica. Mi interessava invitare una generazione, dai 18 ai 28 anni, ovvero un’età dove prendi delle scelte per impostare la tua vita. Ho cercato un gruppo di ragazzi con qualsiasi esperienza di canto e ho fatto un libretto con le parole di Piffi. Ho formato un coro fatto di singoli, perché loro cantano in una posizione sospesa, al limite tra il privato e il pubblico, richiamano una caduta che non avviene mai. Sono sempre da soli, a volte non sentono neanche gli altri. Ogni volta che spostiamo il lavoro in un luogo creiamo un nuovo gruppo, c’è un piccolo spazio nel libretto lasciato alla loro scrittura creativa e improvvisazione, devono aggiungere ciò che preferiscono nella vita in quel momento. Questa parte mi ha appesantita. Non è facile gestire dieci ventenni con le loro schedule e i loro problemi, mentre per loro molta gioia, anche perché si crea una piccola comunità temporanea di persone.
Cosa pensi che sia necessario per sfatare il tabù del fallimento nella nostra società?
Il fallimento è anticapitalista e direi, con un po’ di psicologia della domenica, concediamoci tutti un bel fallimento come forma di esercizio per vivere. Ok ho fallito, che succede? Niente, anzi forse ho imparato anche delle cose, forse ho imparato a riconoscermi. Dopo questa produzione promuovo il fallimento e anche il deludere gli altri, e andare in senso contrario come i salmoni.
Qual è il ruolo dell’arte in questo processo?
L’arte,020202 se la scrolliamo dal sistema dell’arte, dovrebbe darti quello stimolo a prendere delle strade inesplorate e rischiare. Oggi è meglio muoversi in un territorio conosciuto e dare delle garanzie al mercato, ma se ci guardiamo indietro tutti i grandi artisti sono quelli che hanno sputato sangue e rischiato. A me interessa sempre andare là dove so che c’è un rischio, come fare un progetto con un hikikomori. A volte dei progetti ho dovuto abbandonarli perché erano troppo in là nel sogno.
Francesca Grilli. Record
a cura di Adiacenze
nell’ambito di CLOSER, rassegna a cura di Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi, in collaborazione con Eleonora Angiolini
7 novembre 2024 – 12 gennaio 2025
Raccolta Lercaro
Via Riva di Reno 57, Bologna
Info: info@adiacenze.it / +39 3661194487
www.fondazionelercaro.it