NOLI (SV) | L’Orto del Vescovado
di FRANCESCA DI GIORGIO
Molti di voi ne avranno almeno uno in casa. Parliamo del “piatto del buon ricordo”: l’omaggio di un piatto in ceramica donato dal ristorante e da portarsi a casa per fissare il bel ricordo, appunto, di un’esperienza gastronomica indimenticabile.
Una tradizione italiana, nata negli Anni ’60, da un’idea di Dino Villani, un pubblicitario che, in tempi non sospetti, aveva compreso come valorizzare le specificità gastronomiche della nostra Terra. Anche questa è storia.
Partiamo da qui, da una esperienza di antica memoria ma ancora esistente, per costruirne una totalmente nuova attraverso la collaborazione tra lo Chef Giuseppe Ricchebuono e l’artista Stefano Bressani.
La scopriamo in una sera di metà settembre a Noli negli spazi dell‘Orto del Vescovado, una “terrazza” verde che si affaccia su uno dei golfi più belli della Liguria. Qui, proprio sotto al Ristorante Vescovado, da cui è nato il nuovo spazio, l’arte culinaria incontra, ancora una volta, l’arte visiva contemporanea. Un incontro che per Chef Ricchebuono ha un sapore nuovo ma non inedito in quanto, solo un paio di anni fa, con l’apertura di Ristorante Bino (nella Guida Michelin 2022!), nel centro storico di Savona e annesso al Museo della Ceramica, ha legato la sua ricerca anche all’arte del territorio a cui appartiene e in un’ottica decisamente allargata.
Ricchebuono e Bressani hanno lavorato attorno ad un piatto iconico: il Cappon Magro.
Tante le leggende e le storie che ne tentano di spiegare l’origine. Per alcuni cibo dei rematori delle “galere” che conteneva gallette, fave, castagne, olio, funghi secchi e baccalà, per altri cibo dei servitori che riciclavano gli avanzi dei pranzi dei ricchi o, ancora, cibo dei marinai che avevano la necessità di integrare la loro alimentazione con verdure durante la navigazione.
Il DNA ligure è accertato e non poteva non far parte dei best seller di chef Ricchebuono che lo cucina da sempre: “Nella mia cucina il Cappon Magro ha un significato molto profondo in quanto riguarda la tradizione e la ricerca della materia prima. Non è totalmente eccentrico ma è basato sulla qualità, sulle migliori verdure e sui migliori pesci della stagione e di base su una mia ricetta del “bagnetto verde” con cui lavoro da trent’anni. Un Cappon Magro dalla concezione estremamente concreta come accade spesso nella mia cucina attenta alla ricerca del prodotti” racconta Ricchebuono.
Dentro all’opera che Stefano Bressani ha creato (ri)pensando al Cappon Magro c’è tutto questo e molto altro.
“Il mio progetto – racconta Bressani – prevede una interazione/immersione totale, deve essere per suo statuto, una collaborazione che va oltre la tecnica. Le affinità elettive devono fondare le basi sulla reciproca ammirazione, per questo per me assaggiare il piatto, assorbirlo per tutti gli aspetti dei sensi che l’essere umano ha è fondamentale. Una volta superato questo step posso spingermi là dove la mia tecnica e il mio lavoro mi permettono di condividere sia il modo di lavorare con la ricerca ma ancora di più di esaltare l’aspetto materico finale. Per me anche l’arte, come la cucina deve stimolare più sensi alla volta, e nel mio caso, la tecnica che mi è stata riconosciuta essere una figlia mi concede di osare, in modo non convenzionale, là dove anche la stoffa ha anche un odore, un sapore e produce rumore nel toccarla”.
Dopo #picassoreloaded, che lo ha visto protagonista, negli spazi del Palazzo del Commissario della Fortezza del Priamar di Savona la scorsa primavera, in una personale organizzata dalla Galleria Gulli Arte, Stefano Bressani torna, così, in Liguria con questa straordinaria collaborazione con Chef Ricchebuono che lo ha portato a vincere una nuova battaglia: la realizzazione di una nuova scommessa, riuscita e apprezzata dal pubblico.
Un altro piatto firmato Ricchebuono è servito, un’altra “scultura vestita” di Bressani è nata. Un “gioco” ad armi pari.
Info: www.ricchebuonochef.it
www.stefanobressani.com
www.gulliarte.it