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PISTOIA | GALLERIA ME VANNUCCI | 2 ottobre – 6 dicembre 2022

di ANTONELLO TOLVE

La nuova personale di Giovanni Termini organizzata a Pistoia negli spazi della Galleria ME Vannucci mostra tutti i segni di un pensiero ormai maturo, estroflesso con eleganza per concepire lavori formalmente sofisticati, orchestrati («forse il mio lavoro sta diventando una sorta di orchestrazione» suggerisce l’artista a chi scrive) mediante un’ironica – e veloce e vivace – ambientazione atmosferica che pone ancora una volta lo spazio quale racconto e quale ingrediente (materiale) fondamentale di ogni singolo capitolo.

Giovanni Termini, La misura di un intervallo, 2022, cemento, ferro zincato, palloni da basket. Installazione, dimensioni variabili, Galleria ME Vannucci, Pistoia, Foto Michele Alberto Sereni.

Ad aprire questo suo nuovo progetto che si articola come una sorta di partitura musicale è, nel più ampio ambiente della galleria, La misura di un intervallo (2022): maestoso progetto di gabbie che non ingabbiano, che segnano, che de-limitano, che marginalizzano, che affievoliscono la soglia o la barriera e che giocano sull’ambiguità dello stare dentro, inteso anche come uno stare fuori. Con questo lavoro fatto di ostacoli (si tratta di una gabbia a muro aperta e delimitata da nove jersey in cemento con all’interno delle palle da basket) Termini richiama alla memoria il distanziamento sociale di qualche tempo fa e contestualmente una serie di figure della fuga – il Cubo invisibile (1967), la Palla di gomma (caduta da 2 metri) nell’attimo immediatamente precedente il rimbalzo (1968) o anche Io son sicuro che voi siete (e sempre sarete) all’interno o all’esterno di questo triangolo (1970) di Gino De Dominicis, come pure il Giovane che guarda Lorenzo Lotto (1967) di Giulio Paolini – per sottoporre a rettifica il punto di vista e ripensare il mondo con le Consuete attenzioni (consuete attenzioni su cose semplici, sul lavoro quotidiano, sull’Italia all’opera, sui cantieri stradali, sull’edilizia in generale, sull’industria) di sempre.

Giovanni Termini, La specularità delle divergenze, 2022, alluminio e bottiglie di plastica galvanizzate; Errata geometria, 2022, legno e cavi in acciaio, Galleria ME Vannucci, Pistoia, Foto Michele Alberto Sereni.

Termini è ormai un gigante dei nostri tempi recenti: e a darcene certezza è la delicatezza con cui si interroga (lo fa anche con Dorfles) sulla pausa, sull’intervallo, sul diastema, sulla distensione e sulla tensione, sull’Innen e sull’Aussen, sulla liquidità della geometria e sull’oggetto che si confonde con il soggetto per disegnare lo spazio come una scrittura musicale.

Giovanni Termini, Errata geometria, 2022, legno e cavi in acciaio, 200x230x4 cm. Galleria ME Vannucci, Pistoia, Foto Michele Alberto Sereni.

L’Errata geometria (2022) che troviamo nella seconda sala della galleria – tre stecche da pool collegate tra loro da fili d’acciaio, quasi a rompere la perfezione di un triangolo equilatero e a generare (per mezzo di distorsione, di rottura dello stereotipo) una nuova densità della forma – è il gioco uroboreo di un artista che ferma e formalizza il pensiero, che sposta l’oggetto o il materiale dal suo ambiente comune per sabotarlo psicagogicamente e offrire al pubblico un nuovo (inedito) strumento di lettura. Lo stesso discorso vale per la specularità delle divergenze (2022) dove il gioco dello specchiamento è lacanianamente inteso come inevitabile – seppur piccola – diversità. (Meravigliosa questa installazione argentina dove tre bottiglie galvanizzate sono collocate su due strutture di lamiera mandorlata in alluminio).

Giovanni Termini, La specularità delle divergenze, 2022, alluminio e bottiglie di plastica galvanizzate, 367x32x90 cm. Galleria ME Vannucci, Pistoia, Foto Michele Alberto Sereni.

Con queste Consuete attenzioni – ci sono anche altre opere nel percorso, tra queste l’ironico e spigoloso Comizio (2022) o anche la straordinaria stampa digitale sulla misura di un intervallo (2022) che gioca di fronte e retro – Giovanni Termini mostra, oggi, una cifra stilistica ormai inconfondibile che per intensità e sapiente utilizzo di alcuni meccanismi poetici legati all’estraneamento sklovskijano lo avvicina al coevo Mateo Maté: come lui infatti Termini lavora di dettagli, di particolari, di interruzioni, di piccoli e piacevoli terremoti iconici, di stridori, di lievi cannibalismi linguistici, di camaleontismi che creano connessioni (mai) causali tra differenti coordinate temporali e spaziali e che toccano i nervi scoperti del vivere quotidiano. Il testo introduttivo è di Alessandro Rabottini.

Giovanni Termini, Comizio, 2022, telo da mare stampato e ferro zincato, 104x220x80 cm. Galleria ME Vannucci, Pistoia, Foto Michele Alberto Sereni.

GIOVANNI TERMINI. Consuete attenzioni
testo di Alessandro Rabottini

2 ottobre – 6 dicembre 2022

GALLERIA ME VANNUCCI
Via Gorizia 122, Pistoia

Orari di apertura dal mercoledì al giovedì 17:00 -19:30
venerdì e sabato 9:30-12:30 / 17:00 -19:30 o su appuntamento

Info: tel. +39 057320066 mob. +39 335 6745185
info@vannucciartecontemporanea.com
www.vannucciartecontemporanea.com

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