VENEZIA | Padiglione Nazionale Germania – Giardini | Fino al 24 novembre 2024
di ALESSIA PIETROPINTO
Passato e presente, dinamiche possibili e interconnesse, un futuro in bilico tra utopia e distopia, tre scenari che esplorano dinamiche di identità e memoria e creano un dialogo in grado di trascendere le convenzionali suddivisioni temporali.
Per la 60. Esposizione Internazionale d’Arte, a cura di Adriano Pedrosa, il Padiglione tedesco presenta Thresholds: un racconto in tre parti, a cura di Çağla Ilk, che si snoda tra un passato storico e un futuro ideale, sfruttando posizioni artistiche che attraversano, mediante l’uso di media differenti, tutti gli scenari possibili.
Una riflessione profonda e stratificata sulla storia tedesca, un’analisi che mette in luce le fratture e le tensioni che hanno caratterizzato il percorso europeo, Yael Bartana e Ersan Mondtag portano così in scena un progetto che interseca cinema e poesia, che esplora e rivela le molteplici cicatrici, lascito permanente di eventi storici traumatici. Entrambi, in modo evocativo, intrecciano parole e immagini, suoni e sensazioni, dando vita a un paesaggio simbolico in cui morte e rinascita coesistono, un suggerimento visivo che, con tenacia e voglia di rivalsa, affronta un futuro, senza mai tralasciare l’importanza del confronto con le ombre del passato.
I lavori selezionati, privi di retorica, coinvolgono il visitatore, rendendolo partecipe di un’esperienza multisensoriale in cui ci si sente protagonisti e partecipi di una narrazione a-temporale.
Nessun margine viene lasciato per considerazioni semplicistiche: il pubblico è invitato così ad immergersi in un’atmosfera di ambiguità e riflessione, a interrogarsi su cosa significhi essere oggigiorno parte di una comunità europea, sul valore e sul peso della memoria collettiva e sulla fragilità dei legami che ci uniscono.
Light to the Nations, la nave spaziale progettata da Bartana, dedicata all’astronave Generation Ship, pensata per trasportare l’umanità verso nuove galassie, si erge a simbolo di speranza e di fuga, contenitore e custode del più recondito desiderio umano di esplorare l’ignoto, di ricercare nuovi mondi lontano dalla Terra; come simbolo di comunità, come modello di riflessione e di connessione, come rifugio per un futuro migliore, l’opera di Yael Bartana narra di rinuncia e di rinascita, di radici e di una personale riscoperta orientata verso un bene comune. Funge, in modo parallelo, da contrappunto essenziale a questa aspirazione il progetto di Ersan Mondtag Monument eines unbekannten Menschen.
L’artista, attraverso l’opera video Farewell, esplora le ritualità di addio e il topico momento di passaggio dal conosciuto all’ignoto e lo fa ritraendo una cerimonia pagana con danzatori e maschere animali, le cui gesta evocano quel profondo legame con la propria terra e le tradizioni ad essa correlate, ponendo interrogativi e instaurando profonde riflessioni sui concetti di perdita e di speranza, sul valore di quella forza trainante, motrice di fiducia e speranza. L’atmosfera notturna del bosco, colma di simbolismo, crea un senso di sacralità e di malinconia, sottolineando la vulnerabilità della condizione umana di fronte al cambiamento.
L’intersezione tre le opere di Bartana e Mondtag permette di esplorare il paradosso dell’umanità: il desiderio di progredire e scoprire nuove frontiere, bilanciato dalla nostalgia e dall’attaccamento alle proprie origini, invita a riconsiderare l’intrinseco valore del viaggio, il significato di ogni partenza e la necessità di riconoscere il peso della storia e delle tradizioni che ci definiscono e contraddistinguono. Bartana e Mondtag giocano con il tempo, rendendo palpabili le interconnessi spazio-temporali e contrapponendo elementi contemporanei a riferimenti storici; un dialogo in cui passato e presente non sono mai nettamente separati, in cui le immagini in movimento si fondono con suoni poetici ed evocativi, dando vita a un flusso narrativo che sfida la linearità e conduce ad un ripensamento su categorie di certezze imprescindibili.
Attraverso il racconto visivo, il pubblico viene così posto a confronto con dinamiche di una realtà complessa, un mondo in cui i sogni e le delusioni si manifestano con modalità inaspettate. Il Padiglione tedesco, attraverso il progetto congiunto di Yael Bartana e Ersan Mondtag, attua una meditazione profonda su una nazione e su un continente in continua evoluzione; senza fornire risposte definitive, entrambe le opere, intrecciatesi in modo profondo e significativo, pur mantenendo la propria individualità, invitano a riflettere sulle possibilità di un futuro condiviso, ponendo interrogativi sulla capacità collettiva di affrontare le sfide che ci attendono all’interno di un’Europa che si dibatte tra la memoria e la speranza.
Una complessa narrazione che affronta l’ignoto sotto forma di viaggio fisico nello spazio o di un cambiamento interiore, un sinergico dialogo tra due opere in cui il futuro e il passato coesistono e invitano a riflettere sul valore dei singoli passi da compiere in un cammino tanto individuale quanto comunitario.
Thresholds.
Artisti: Yael Bartana, Ersan Mondtag, Michael Akstaller, Nicole L’Huillier, Robert Lippok, Jan St. Werner
curatore Çağla Ilk
commissario Ellen Strittmatter, Head of Art Department, ifa
nell’ambito di Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere 60. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia
Padiglione Nazionale Germania
Giardini della Biennale e Isola della Certosa, Venezia
17 aprile – 24 novembre 2024
Orari: estivo 11.00- 19.00 (dal 20 aprile al 30 settembre – ultimo ingresso 18.45); fino al 30 settembre, solo sede Arsenale: venerdì e sabato apertura prolungata fino alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.45); autunnale: 10.00-1.008 (dall’1 ottobre al 24 novembre – ultimo ingresso 17.45); chiuso il lunedì (tranne i lunedì 17 giugno, 22 luglio, 2 e 30 settembre, 18 novembre)
Info: www.labiennale.org