MILANO | Galleria Alessandro Albanese | Fino al 5 maggio 2019
Intervista ad ALESSANDRO ALBANESE di Francesca Di Giorgio
Con la mostra UROBOROS, a cura di Daniele Capra, Alessandro Albanese sancisce il nuovo corso della galleria che porta il suo nome nel vivace distretto milanese di Ventura Lambrate. Dopo le esperienze maturate nella galleria di famiglia, Albanese Arte, dal 1986 nel centro storico di Matera, e in Nam project, il progetto, che vede in mostra le opere di Vincenzo Rusciano, Kristian Sturi e Ivano Troisi, è il primo di tre “atti” che ruotano, non a caso, attorno al tema del cambiamento, il successivo sarà ospitato dalla Galleria Nicola Pedana a Caserta. L’immagine simbolo è il famoso serpente/drago che si mangia la coda e ricorda la natura ciclica delle cose…
Chi è Alessandro Albanese e quali sono stati i primi passi e contatti con l’arte contemporanea?
Sono nato a Matera dove ho fatto i primi studi artistici e ho mosso i primi passi nell’arte affiancando mio padre nella sua galleria, e seguendolo nelle fiere di settore ho avuto i primi contatti con i maggiori esponenti del mondo artistico. A 19 anni mi sono trasferito a Milano dove attualmente vivo, e ho continuato i miei studi conseguendo una laurea in marketing e comunicazione, ma l’arte era il mio grande pallino e ho scelto così di approfondire gli studi artistici seguendo un master a Londra in management of Art. Rimanere a Londra era una possibilità ma il richiamo del Bel Paese era troppo forte e decisi di tornare a Milano accettando la proposta di una galleria che mi ha dato la possibilità di fare così le prime esperienze lavorative.
Prima di aprire la galleria che porta il tuo nome sei stato co-direttore di Nam project. Cosa ti ha portato ad iniziare un nuovo progetto?
La voglia di indipendenza e la volontà di dare maggiore identità alla galleria e a rendere riconoscibile la mia figura. Credo fortemente nel rapporto interpersonale tra il gallerista e gli appassionati d’arte, oramai minato dai social che con il loro mondo virtuale limitano gli scambi e le relazioni.
La mostra UROBOROS rappresenta questo momento di passaggio e l’affermazione di qualcosa di nuovo…
La mia idea era quella di creare delle sinergie con altre gallerie, creando una mostra ripetibile in tre luoghi diversi durante l’anno, dividendola così in livelli mantenendo lo stesso concetto: il cambiamento. Abbiamo scelto di affidare la curatela del progetto a Daniele Capra, che l’ha intitolato UROBOROS, raccogliendo il lavoro di tre artisti la cui ricerca è caratterizzata da una forte matrice di speculazione interiore che ha fatto propri i temi della mutazione, della metamorfosi e del cambio di stato.
A parte Kristian Sturi, che fa già parte degli artisti di galleria, continuerai a seguire il lavoro di Vincenzo Rusciano e Ivano Troisi?
Quando decido di iniziare un rapporto lavorativo con un artista inizia anche un rapporto umano fatto di scambi di idee e accrescimento di conoscenze a cui do molta importanza e credo che sia Vincenzo sia Ivano, oltre ad avere un linguaggio artistico affine con i miei gusti, siano un esempio di comportamento per tanti artisti che aspirano ad affermarsi, per cui sì continuerò a seguirli.
Hai dichiarato una linea ben precisa: artisti internazionali emergenti… Puoi farci qualche nome e dove li vedremo prossimamente?
Uno di loro è Gregor Gleiwitz, pittore tedesco che sta preparando tre mostre importanti, una al Wiesbaden Museum, al Kunst Sammlungen Chemnitz e al Kunst Museum di Bonn. L’altro è Pietro Fortuna, tutt’altro che giovanissimo, con il quale stiamo preparando un ritorno in Italia, e una retrospettiva nel museo d’arte contemporanea di Bruxelles.
Sei di Matera, quest’anno più che mai al centro dell’attenzione (è Capitale europea della cultura 2019). Stai seguendo qualche progetto in particolare? Consigli da insider sulla città?
Oltre a seguire i progetti per la galleria di famiglia come l’ultimo, la mostra Da Fontana a Christo, a luglio partirà un progetto di residenza artistica chiamato Matera Residency che ha come scopo quello di sperimentare i nuovi linguaggi dell’arte contemporanea ospitando in un palazzo del ‘500 ubicato nei “Sassi” un artista che, a contatto con il territorio, possa contaminarsi con la tradizione e la cultura dei popoli che hanno abitato la Basilicata. L’artista che ospiterò è l’inglese Toby Christian.
Purtroppo l’arte a Matera vive una pagina triste in quanto le istituzioni deputate all’organizzazione di eventi artistici hanno dato priorità ad eventi popolari e di folklore, ad eccezione di alcune attività come Matera Alberga o la mostra Rinascimento visto da sud. Una città capitale europea della cultura avrebbe dovuto presentare un programma di eventi agli stessi livelli delle altre capitali europee pensando anche a qualcosa che andasse oltre il 2019, per esempio una Biennale e i luoghi dove farla.
Uroboros
Vincenzo Rusciano, Kristian Sturi, Ivano Troisi
a cura di Daniele Capra
28 marzo – 5 maggio 2019
Galleria Alessandro Albanese
Via Giovanni Ventura 6, Milano
Info: +39 3312259523
info@alessandroalbanese.it
www.alessandroalbanese.it