MILANO | c|e contemporary | 11 giugno – 30 settembre 2021
di ALICE VANGELISTI
L’immaginazione nel gioco e la meraviglia negli occhi: così il mondo fantastico tipico dell’infanzia colora la narrazione in bianco e nero nella Sezione Discovery di c|e contemporary a Milano, in cui trova spazio Riding the turtles, prima personale italiana dedicata all’artista João Coelho (Angola, 1964) e curata da Batsceba Hardy e Christine Enrile.
È prima di tutto una personale fatta di ritorni: è il ritorno di Coelho in Angola, sua terra d’origine in cui ha trascorso parte dell’infanzia, ma è anche il ritorno al mezzo fotografico, abbandonato per 10 anni dall’artista e ripreso in questa occasione per catturare il fascino emotivo e sentimentale esercitato dalla sua terra lasciata quando era ancora adolescente, ma il cui ricordo è rimasto ben impresso nella sua mente.
Seppur a un primo sguardo potrebbe sembrare una semplice documentazione fotografica, Coelho riesce in realtà attraverso questi scatti in bianco e nero a racchiudere un mondo nel quale traspare una grande sensibilità di costruzione dell’immagine e di lettura del contesto, che innesca così in chi guarda una serie di collegamenti e significati che vanno oltre la pura rappresentazione. In questo modo, osservando il susseguirsi di questi piccoli mondi racchiusi nello spazio cristallizzato della fotografia, si riesce ad accedere a una realtà colorata dall’immaginazione, che ha che fare con la dimensione del gioco e dell’infanzia.
Negli scatti di Coelho, infatti, i protagonisti indiscussi sono questi bambini di 6 e 7 anni, che grazie alla naturale e genuina fantasia che caratterizza il loro modo di giocare, riescono a far fiorire universi meravigliosi da quello che agli occhi disincantati degli adulti sembrerebbe della semplice spazzatura. Infatti, il loro speciale campo di gioco è la cosiddetta Mabangas Beach, in cui si trova un’immensa distesa di gusci di conchiglie di Mabangas, un comune mollusco della costa occidentale dell’Africa che viene estratto dalle mani esperte di numerose donne per venderlo nei diversi mercati che orbitano intorno alla capitale. Così, i resti di questo loro lungo e faticoso lavoro si concretizza in enormi montagne di scheletri di molluschi inutilizzati e abbandonati dal mondo degli adulti, ma che diventano magici e vivi in quello dei bambini. Infatti, essi acquistano nuova vita grazie alla loro gioco, fortemente legato all’universo dell’immaginazione e ben lontano dai parchi divertimenti e giochi all’ultima moda che frenano irrimediabilmente la fantasia dei bambini. In questo modo, i bambini delle coste dell’Angola si costruiscono il proprio mondo, realizzando giocattoli e divertendosi con quello che hanno a disposizione, utilizzando anche scarti e rifiuti lasciati dal mare sulle spiagge.
Partecipando così tutti insieme all’esperienza di creazione, questi bambini condividono allo stesso tempo anche uno spazio comune di gioco fatto di recupero e riutilizzo: la loro semplicità e genuinità traspare negli scatti di Coelho, sottolineando implicitamente anche le logiche del mercato tipiche dell’Occidente, sempre alla ricerca dell’ennesimo oggetto da comprare e schiavi di gioie effimere, sommersi da montagne di oggetti inutili per arrivare a una tanto desiderata quanto irraggiungibile felicità. Così invece, questi bambini ci dimostrano come l’avere tutto non significhi essere veramente felici, ma come essa la si possa ritrovare nelle piccole cose, facendoci così ripensare anche alle priorità della vita.
João Coelho. Riding the turtles
a cura di Batsceba Hardy e Christine Enrile
11 giugno – 30 settembre 2021
c|e contemporary
via Tiraboschi 2/76, Milano
Orari: martedì-sabato, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19
Info: gallery@cecontemporary.com
www.cecontemporary.com