MILANO | Lorenzelli Arte | 24 febbraio – 30 aprile 2022
di ILARIA BIGNOTTI
Quella di Piero Fogliati alla galleria Lorenzelli Arte è una mostra che tutti gli artisti della mia generazione e delle successive che si occupano di sound art e di ricerche multidisciplinari dovrebbero visitare e approfondire.
Innanzitutto perché di questo artista si vede (e legge) davvero poco, e lo sforzo della galleria, lodevolissimo, è stato quello di riunire in una accurata antologica le opere dell’inizio della sua ricerca fino a riproporre quelle esposte alla Biennale veneziana del 1978, che essendo dedicata alla osmosi tra Arte e Natura, non poteva giustamente non annoverare Piero Fogliati e le sue indagini.
Ma la mostra soddisferà anche il collezionismo attento a riscoprire i nomi importanti della storia dell’arte del secondo dopoguerra, e in special modo quello di un artista che ha lavorato, trasversalmente, rigorosamente e amorevolmente a un solo progetto, confluito prevalentemente nella sua Città Fantastica: quello di offrire alla società degli strumenti per rendere più accettabile la vita nella modernità caotica e ingabbiante. Come? Rendendo suono dolce il noise urbano, per esempio; oppure riecheggiando le melodie della natura – il gorgogliare dell’acqua, il vibrare dei metalli, le variazioni dell’aria e del vento – in piccoli grandi scrigni che ciascuno può aprire. Ma è una mostra che non ha forse bisogno di tanti preamboli e incitamenti a visitarla: attrae per il semplice fatto che si dispone, nelle due sale della galleria, come un paesaggio di curiosi abitanti, fatti di gangli meccanici, motori e fili, molle sospese a mezz’aria, dischi rotanti… Il gorgogliare di un fiume, il respiro ritmato, un alambicco che duplica un ricciolo bianco di materia (Reale Virtuale, 1993), un cerchio che girando vorticosamente su se stesso proietta una immagine in continua alterazione cromatica (Prisma meccanico).
Alle pareti vi sono misteriose cappelle di funghi fantastici che ci invitano a tamburellarvi sopra; e decine, decine di disegni su una carta virata nei toni tenui pastello: parlano di Anemofoni, Fleximofoni, Euritmie, Fiori sibilanti… Titoli tracciati in un corsivo elegante che volteggiano nel campo visivo, mentre piccoli, delicati disegni compongono le forme del mondo immaginifico di Piero Fogliati: artista, dice la storia, nato nel 1930 a Canelli, in provincia di Asti, che sin dagli anni Cinquanta opera tra le file di una avanguardia di ricerca difficile da delimitare e ancor più da definire, e che la galleria definisce infatti come UTOPIA. Una utopia fatta di luce e colore e tesa a trovare il modo di rendere percepibili, tangibili anche, i suoni, le luci, i rumori delle cose naturali – l’acqua, l’aria, il respiro, i metalli… Impossibile non rintracciare, nel suo lavori, i legami con artisti che della fantasia hanno fatto un imprescindibile strumento, serissimo e multidisciplinare, per il miglioramento delle condizioni sociali e per la crescita emotiva e conoscitiva della comunità: da Bruno Munari, innanzitutto, alle avanguardie cinetiche e programmate, per il comune sforzo di far parlare materiali e meccanismi, macchine e strumenti, con la voce dell’uomo.
A corredo della mostra il catalogo, a cura di Lorenzelli Arte e Roberto Borghi, bilingue, con testi del curatore Roberto Borghi e interventi di Paolo Fogliati, Giuliano Gori, Giuseppe Panza di Biumo, Volker Feirabend, Daniela Castellucci e Francesca Riccioni.
Una mostra dove l’artista, la sua opera, si lasciano toccare, scrutare, scoprire: i suoi lavori possono, anzi devono, venire sperimentati dai nostri sensi. Non parlano da soli: sta a noi interrogarli. Con stupore e cura.
LUCE E SUONO. L’UTOPIA DI PIERO FOGLIATI
a cura di Roberto Borghi
Fino al 30 aprile 2022
Lorenzelli Arte
Corso Buenos Aires 2, Milano
Orari: da martedì a sabato, ore 10.00/13.00 – 15.00/19.00. Domenica e lunedì chiuso
Info: +39 02 201914
info@lorenzelliarte.com
www.lorenzelliarte.com