MILANO | CIOCCA ARTE CONTEMPORANEA | 9 giugno – 23 settembre 2016
di DEIANIRA AMICO
S’intitola Dadaumba la nuova personale di Enzo Umbaca alla Galleria Ciocca di Milano, titolo che evoca l’immaginario estetico e biografico dell’autore: il dada, nel centenario del movimento storico, e la cultura popolare, a partire dal riferimento della canzone cult delle Gemelle Kessler che apre gli anni Sessanta, decennio di nascita dell’artista, quando il calcio, anche grazie al boom economico ed alla televisione, diventa un fenomeno di massa.
La mostra è incentrata infatti sul mondo del Calcio, lo sport nazionale degli italiani, dove la passione di Enzo ragazzo – negli anni in cui da adolescente attese invano la costruzione di un campetto nel suo paese natale, Caulonia, in Calabria – lascia il posto allo sguardo dell’artista maturo attraverso un’indagine che ha come oggetto l’universo calcistico ed rapporti sociali e psicologici che lo regolano, tra serio e faceto, sacro e profano, in una dimensione collettiva.
Per dichiarare la propria neutralità – conditio sine qua non per l’analisi del fenomeno calcistico sul piano etico e sociale – Enzo Umbaca firma con la Galleria Ciocca il “contratto del non tifoso”, parte integrante dell’opera stessa, dove l’artista si impegna a “non tifare per nessuna squadra di calcio fino al 2021”. Infatti, prosegue il documento, “per tutta la durata del presente contratto, l’artista si impegna a rispettare i patti, così da non rendersi partecipe agli intrighi della diatriba calcistica”.
Di questo mondo, nella galleria sono esposti i simboli intaccabili della coppa – sopra un altare di feticci – e della porta, quest’ultima studiata come elemento architettonico ed inserita in piante di edifici ecclesiali o basilicali. Nell’opera Tavolo da gioco la scacchiera di Duchamp rivisitata a campo di calcio in vetro con giocatori al posto della pedine, è l’occasione per ribadire l’orizzonte sociale entro cui si muove la ricerca di Umbaca:
«Se per Duchamp la scacchiera era affascinante non solo perché ha a che fare con la “materia grigia” ma anche per la sua assenza di destinazione sociale, nel mio caso, al contrario – afferma Umbaca – il tavolo da calcio ha una dimensione sociale ineliminabile, analoga a quella dei “neuroni a specchio”, che produce empatia e molteplicità».
Molteplici sono anche i media sperimentati dall’artista in mostra: scultura (la “mano de Dios” di Maradona in cemento ed appesa come una spada di Damocle sul soffitto della galleria), fotografia e disegni su diversi supporti (vetro, carta). Tra questi spicca l’opera Calciatori di teste, dove l’artista, attraverso gli espliciti riferimenti all’iconica gestualità di Guernica, abbandona la geometria degli studi architettonici per un burbero tracollo di figure, una tragedia descritta minuziosamente, ma nascosta in una realtà da decodificare.
Dall’altra parte, una pagina dipinta di nero lascia emergere in filigrana la copertina del New York Times con lo scandalo FIFA dell’anno appena trascorso: perché è compito dell’artista ricordare – e far ricordare – i valori, in questo caso dello sport, troppo spesso sovrastati dai veleni e dalla corruzione.
Enzo Umbaca | Dadaumba
9 giugno – 23 settembre 2016
Ciocca Arte Contemporanea
Via lecco 15, Milano
Orari: Dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30 o su appuntamento
Info: www.rossanaciocca.it