Non sei registrato? Registrati.
MILANO | BianchiZardin Contemporary Art | Prorogata al 25 febbraio 2023

Intervista a JACOPO PRINA di Matteo Galbiati

Jacopo Prina da tempo è impegnato in una copiosa produzione, sistematica nel processo, sempre mutevole nell’esito, di cicli di lavori, raggruppati in alcune definite tipologie formali, in cui le pagine di cataloghi di case d’asta diventano la materia prediletta, se non proprio esclusiva, della sua azione. Assemblando, tagliando, strappando, graffiando, Prina ricompone in una nuova immagine, e quindi infondendo al contempo una nuova identità, quei capolavori di grandi maestri che, pur sempre presenti in questi particolari ri-pubblicati, diventano un’altra opera, la sua. Eludendo il dato iconografico, pur riconoscibile, i collage dell’artista fanno riflettere sull’aspetto economico, sul sistema di collezionismo, sulla modalità di diffusione e valorizzazione dell’arte nel nostro presente. Queste sue opere, riccamente documentate nell’allestimento della personale Nice price da BianchiZardin Contemporary Art a Milano, offrono, con la loro sottile concettualità raffinata, spunti di riflessione di particolare attualità. Abbiamo raccolto, in tutta la sua sensibilità e il suo stile brillante, la testimonianza di Jacopo Prina in questa intervista in cui racconta e approfondisce con noi i contenuti delle sue opere e il concept della mostra:

Jacopo Prina. Nice price, veduta della mostra, BianchiZardin Contemporary Art, Milano Courtesy BianchiZardin Contemporary Art Photo credits Maurangelo Quagliarella

Quando e come è iniziato il tuo percorso artistico? Quali punti di riferimento hai per la tua ricerca?
Nasco a Milano nel 1971 in una casa piena di opere d’arte di quegli anni. Sperimentazioni di nuovi linguaggi. Rimango affascinato da quanti sono i diversi modi con cui è possibile comunicare. Prediligo l’astratto. Dalle opere grafiche minimali, pulite ed educate, alle più materiche, gestuali e impulsive. Ma le migliori rimangono quelle a me incomprensibili. Quelle mi fanno volare in un altro mondo. Ma siamo sicuri che sia veramente un altro?
Come artista, la mia ricerca è sempre stata focalizzata ad ampliare le possibilità di un linguaggio astratto che può includere, abbinandoli fra loro, elementi materici bi o tridimensionali come tessuti od oggetti vari, elementi figurativi come fotografie, con una prospettiva e una profondità intrinseche, colori e forme improvvisati, ma anche scritte o testi con un loro messaggio proprio.
Poi è compito dell’artista saperli scegliere e dosarli nella giusta sobrietà ed equilibrio.

Quali sono le basi fondanti su cui sviluppi il tuo processo creativo? Quali sono i principi cui tieni come punti fermi?
A proposito del mio ultimo lavoro considero la mercificazione dell’arte come un dato assodato.
Il messaggio, il linguaggio e la visione del mondo che un artista propone vengono lasciati in secondo piano. Predomina il valore economico di partenza e la sua possibile rivalutazione. Per sottolineare tutto ciò, come artista, faccio un passo indietro e non produco materiale. Utilizzo nel concreto pagine di cataloghi di aste passate. Prodotto di scarto del mercato. E tratto come pura merce le opere rappresentate su di esse. Il mercato le seleziona esclusivamente per il loro valore economico. Io solo per il colore e la forma che occupano sulla pagina.

Jacopo Prina, Cakes, 2021, interventi su pagine di catalogo d’asta, 30×20 cm Courtesy BianchiZardin Contemporary Art, Milano

Il tuo lavoro nasce da un processo di distruzione e ricostruzione delle immagini in cui opere di altri artisti, capolavori celeberrimi pubblicati su cataloghi d’asta, perdono il loro statuto e, nell’ibridazione compositiva da te agita, rivendicano identità nuove e indipendenti. Come ti regoli in questo processo?
Non è stato facile decidere di appropriarmi delle più stimate opere in circolazione per crearne di nuove, poiché il confronto diretto con i grandi maestri risulta immediato e inevitabile. Ma anche suggerito. Per i miei collage non distruggo le opere famose, rimangono riconoscibili, ma costrette ad accoppiarsi le une alle altre per crearne di nuove completamente originali.
È una sfida audace, ma ci ho voluto provare. Poi, però, non spetta a me giudicare i “nuovi nati” da questi innesti o incesti. Se sono degni dei loro geni.

Quanto controllo e quanto istinto impieghi nel definire ciascuna tua opera? Come si suddividono? Che tipologie o variazioni ammetti?
Con asettico controllo e metodo seleziono e suddivido centinaia di pagine provenienti dai cataloghi. Ciascuna contiene un’opera importante, il nome dell’autore e la stima economica. Le suddivido per dimensione, forma, colore dell’opera, colore dello sfondo della pagina.
Questa è la mia tavolozza colori per poi dipingere.
A questo punto, tralasciando puntualmente in ogni fase del lavoro il valore artistico delle opere pubblicate, creo in assoluta libertà nuove storie eliminando o aggiungendo forme e colori.

Jacopo Prina. Nice price, veduta della mostra, BianchiZardin Contemporary Art, Milano Courtesy BianchiZardin Contemporary Art Photo credits Maurangelo Quagliarella

Come hai costruito il progetto di Nice price? Quali opere hai voluto e come hai allestito gli spazi della galleria?
Il mio sguardo sul mondo dell’arte mi ha portato a considerare il mercato come soggetto principale. La ricerca inizia nel 2019 e le opere realizzate sono suddivise in sei scenari che spaziano dalla fotografia agli assemblaggi e ad altri interventi su pagine di catalogo.
Ho portato in galleria due raccolte di lavori molto diverse fra loro. Una serie di collage originali, molto ordinati, quasi tutti in bianco e nero e realizzati per la maggior parte con solo due fogli di carta. Poi c’è una serie di pagine strappate molto colorate e disordinate. Ad aprire il percorso espositivo un’opera fotografica, una pagina accartocciata. L’immagine di un lavoro di Damien Hirst distrutto dal titolo t.h.c.. Un invito nel mondo dell’arte alterato dal valore finanziario.

Agisci compromettendo ulteriormente lo psicodramma che anima il sistema dell’arte che è legato ossessivamente alla riconoscibilità, al mercato, al valore dell’opera e ti fai così “beffe” di questa ostentata cultura mercantilistica. Quanto importante è ricucire con il vero gusto per l’arte?
L’aspetto finanziario e il ritorno economico determinano quali opere e quali mostre possono circolare nel circuito dell’arte. In maniera più o meno significativa influenzano sia le scelte che la percezione di un autore o di un’opera.
È difficile far scorrere sullo stesso piano il valore artistico insieme a quello economico. Per stabilizzare questo piano e ricucire quello spazio tra le due valutazioni, il tema della mia mostra è l’aspetto economico.

Jacopo Prina, Assemblages, 2021, interventi su pagine di catalogo d’asta, 50×40 cm Courtesy BianchiZardin Contemporary Art, Milano

Cosa consegni al pubblico? Cosa osserva lo spettatore e su cosa deve essere richiamato a riflettere? Soprattutto quando acquista un tuo lavoro…
Consideriamo la mostra attraverso una dicotomia. Da un lato abbiamo una esplicita critica all’acquisto di un’opera per usi esclusivamente speculativi. Questo è evidente nell’istallazione a parete di cerchi e ciambelle colorati dove il dato finanziario, insieme a una parte dell’opera a cui si riferisce, forma una nuova e inedita creatura. Dall’altro, da un punto di vista estetico, questo ibrido emerge come figura a sé stante trasformando la didascalia in segno grafico.
Nei 30 collage 50×40 cm le opere scelte per formarli, rimanendo riconoscibili e vicine alla loro descrizione, ci possono ancora raccontare la loro storia. Ma, unite alla loro compagna, ce ne raccontano una nuova.
È con l’atto d’acquisto che il collezionista ha la possibilità di far partecipare queste nuove opere, figlie del sistema arte, al mondo che le ha create.

Quali sviluppi ammetti per il tuo lavoro? Come cambierà o evolverà nel tempo? Che destino auguri alle tue opere acquistate dai collezionisti?
Per realizzare i lavori in mostra ho usato le immagini delle opere dei grandi maestri riprodotte nei cataloghi d’asta. Se venissero proposte in asta le mie, ora in mostra, inizierei a lavorare sulle loro riproduzioni a catalogo. E se venissero queste ultime pubblicate per un’ulteriore asta e così via, si creerebbe riprodotto a catalogo, come in un gioco di specchi, un vortice che si autoalimenta.
Chi sarà a generare quesa infinita opera d’arte che si verrebbe a realizzare? Gli artefici saranno il mondo del collezionismo e quello delle aste.
Qui parte questo mio prossimo passo indietro come artista. Protagonisti del mondo dell’arte sono gli investitori, le gallerie e i grandi marchi che li sostengono. Se si realizzasse questo vortice autofago verrebbe messa in discussione ancora di più la figura dell’autore.
Questo è ciò che denuncerò attraverso quest’opera a catalogo che si autogenera infinite volte.

Jacopo Prina. Nice price
a cura di Domenico de Chirico

2 dicembre 2022 – 21 gennaio 2023

BianchiZardin Contemporary Art
Via Pietro Maroncelli 14, Milano

Orari: solo su appuntamento

Info: +39 02 800 208 62
info@bianchizardin.com
www.bianchizardin.com

Condividi su...
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •