MILANO | Centro Balneare Romano | 12 settembre – 16 ottobre 2022
di MATTEO GALBIATI
Nelle poche settimane dalla sua apertura la mostra-intervento Gilded Darkness (L’oscurità dorata), dell’artista newyorkese di origini giamaicane Nari Ward (St. Andrew, Giamaica, 1963), si è affermata con l’immagine di un’opera divenuta presto iconica e, come si dice parlando di social, virale.
Potremmo interrogare centinaia di persone – dentro e fuori dal mondo dell’arte – per sapere chi ha visto, anche solo fuggevolmente, la fotografia di Emergence Pool, enorme e leggera installazione che l’artista ha appositamente pensato e creato per la grande piscina del Centro Balneare Romano di Milano. Il quesito necessario ora è: perché un’intervento come questo ha la capacità di accogliere così tanta ammirazione e consenso?
Avendo fiducia nel genere umano, non credo che la semplice instagrammabilità della foto ne giustifichi il successo: certo è un’opera spettacolare che crea attrazione e stupore, ma è proprio in questa immediata e repentina empatia con lo sguardo dello spettatore che il “senso” voluto da Ward conquista nel profondo chi ammira.
Le migliaia di coperte termiche, che compongono questa installazione, coprono la superficie dell’acqua e riflettono la luce del sole, conquistando la nostra attenzione, ma, tessute in un’instabile “zattera fluttuante”, ammagliano senza garantire le certezze di un desiderio o di una promessa sottaciuti. Diventano così il miraggio di una speranza tragicamente rassicurante, ma mai compiuta di quelle esistenze che in queste coperte – in ogni latitudine e in ogni circostanza – vedono naufragati i propri sogni, le proprie aspirazioni, i propri desideri e le proprie ambizioni. È l’abbraccio consolatorio del proprio fallimento e, per estensione, quello di una società intera che non ha saputo evitare ogni qualsivoglia tragedia umana, piccola o grande che sia.
Un tappeto prezioso e invitante che cela, rivelandolo all’improvviso dietro il suo bagliore dorato, il passo falso di un affondamento nell’oscurità. Ward non dimentica di ampliare il potenziale espressivo della sua opera e così, accanto a questa, colloca Battleground Beacon che diffonde “paesaggi sonori” evocati da composizioni musicali realizzate in collaborazione con gruppi e singoli che abitano e vivono a Milano, ritrovando in questo una connessione che dà evidenza alla relazione con la metropoli che ospita questi lavori. Per contro Backstroke Flag proietta, sul candore di stendardi bianchi, piccole bandiere prive di colori e insegne, video di filmati di violenza, resa, lotta, nazionalsocialismo… mettendo in crisi l’idea stessa dei valori in cui riconoscersi o da cui prendere le distanze.
Del resto l’anima potentissima della ricerca di Nari Ward risulta vincente nell’emancipare l’oggetto, di recupero o abbandonato, dalla pochezza del suo valore ordinario e dismesso per riabilitarne la trasfigurazione in un dispositivo visivo efficace, sempre capace e pronto a mettere al centro dell’opera d’arte contemporanea i tempi e le urgenze del presente.
Anche in questo contesto, e secondo la stessa poetica impegnata, ritroviamo assai efficace la spiazzante atmosfera di Amazing Grace, installazione cupa dove, su un ideale ponte di una nave, si accatastano oltre 300 passeggini e carrozzine usate. Il rimando non è solo all’infanzia trascorsa, ma anche all’uso che ne fanno gli homeless i quali li impiegano per custodire e trasportare le loro poche proprietà. Il modo in cui è costruita, i rimandi e i richiami che l’avvolgono la riempiono di un senso i cui significati sono polifonici, socialmente validi per diversi ambiti e situazioni che la cronaca ci impone. E sullo sfondo, a sottolineare ulteriormente ogni possibile evocazione, la voce di Mahalia Jackson che intona la struggente Amazing Grace…
Gli argomenti cardine della ricerca di Ward vivono anche nelle opere meno monumentali – come le altre del percorso espositivo: Stroller Sprouts, Sweater, Offsprings, Gifted Witness, Radiant Smiles, – che, attraverso la catalizzante povertà, semplice e diretta, dei materiali che le costituiscono o l’immediatezza delle loro immagini, mantengono vivi e attivi i temi definiti dalla loro attitudine, preservando sempre, nonostante l’elaborata ricomposizione concettuale, la schiettezza della propria “morale”.
I suoi lavori, benché incidano subito sulla nostra coscienza, non danno verità dirette, piuttosto sono mezzi che ci invitano a rielaborare le nostre esperienze e a connetterci con la contemporaneità non solo del nostro pensiero, ma, soprattutto, della nostra vita.
La quinta offerta dalla storico Centro Balneare milanese – edificato nel ventennio e dedicato alla memoria dell’olimpionico Guido Romano (1887-1916), oro ai Giochi Olimpici di Stoccolma del 1912 e morto eroicamente durante la battaglia degli Altipiani durante la Prima Grande Guerra – è un luogo perfetto per abbracciare il principio della nuova monumentalità che pervade tutta l’opera di Ward che, qui, incontra la quotidianità di numerosi uomini e donne che lo visitano abitualmente.
L’impegno della ricerca di Ward è prevalentemente politico e sociale, prima che estetico e artistico, e si prefigge di far scavare dentro di noi, a più livelli e a più voci; ci guida a recuperare una riflessione di consapevolezza sui macro argomenti che pervadono i momenti che viviamo. Ward tesse le intricate trame delle identità diverse che abitano tra noi e così cultura, scambio, rispetto, comprensione, consumo, diseguaglianza, conflitto, interesse, razzismo, povertà, emarginazione, ricchezza… non restano effimere idee, ma si incidono dentro noi indelebili come cicatrici. Cerca la verità dell’insegnamento e non la banalità di una teatralità transitoria.
Ecco come spieghiamo il successo e l’ammirazione con cui riceviamo le opere di Nari Ward che, dopo la prima e più superficiale lettura, diventano riflessivamente scomode rimandando le nostre spensierate riflessioni nella gilded darkness del nostro oggi. Perché dell’arte non di ieri o di domani, ma già del suo presente deve vivere (e rinnovarsi) il suo messaggio.
Nari Ward. Gilded Darkness
a cura di Massimiliano Gioni
ideata e prodotta da Fondazione Nicola Trussardi
realizzata con la collaborazione di Milanosport
con il supporto di Assimpredil Ance
e Spazio Aperto Servizi Società Cooperativa Sociale Onlus; Farsi Prossimo; Società Cooperativa Sociale Onlus, Società Cooperativa Sociale Comunità Progetto a.r.l.; CEAS – Centro Ambrosiano di Solidarietà per la realizzazione del sonoro dell’opera Battleground Beacon (2021-2022)
si ringrazia il Comune di Milano
media partner Sky Arte
12 settembre – 16 ottobre 2022
Centro Balneare Romano
Via Ampère 20, Milano
Orari: tutti i giorni 12.00-20.00
Ingresso libero
Info: www.fondazionenicolatrussardi.com