ROMA | smART – polo per l’arte | 22 ottobre 2014 – 28 febbraio 2015
intervista a FEDERICO PIETRELLA di Silvia Conta
Una quindicina di opere come saggio squisito dei lavori recenti di Federico Pietrella (Roma, 1973. Vive e lavora a Berlino) che unisce esempi della tecnica dei timbri, per cui l’artista è noto, e olii, carboncini, disegni, che rappresentano percorsi paralleli e profondamente uniti della stessa poetica che posa il suo occhio indagatore sulla semplicità del quotidiano. La personale Quadri d’interno da smART – Polo per l’arte di Roma, curata da Davide Ferri, disegna un percorso espositivo che cattura lo sguardo tra atmosfere intimiste che colgono la magia dell’attimo e la narrazione della poesia della routine di Pietrella come uomo e artista.
Che legame hai stabilito tra le tue opere e la location?
Quadri d’interno è una mostra di quadri realizzata pensando al villino di fine ‘800 – inizio ‘900 in cui sono situati gli spazi di smART. È un quartiere, quello dove si trova lo spazio espositivo, che nasce per una borghesia che in quell’epoca si trasferiva nella nuova capitale. La mostra non ha necessariamente a che vedere con la vita borghese o i suoi valori, ma mi piaceva cogliere il mood che questa zona trasmette, questa atmosfera pacata e curata, con le architetture solide e con i bar da “paste della domenica”. Forse questa mia interpretazione dello spazio di smART è stata naturalmente indirizzata dal fatto che quelli in mostra sono lavori realizzati nell’appartamento nel quale vivo a Berlino, dove ho il mio studio, che è un edificio dello stesso periodo storico, e da un concetto più ampio di “casa” che la città di Roma, inevitabilmente, per me rappresenta.
Anni fa proprio da Roma ti sei traferito a Berlino, che influenze ha avuto questa scelta sul tuo rapporto con l’arte?
Mi sono trasferito a Berlino per questioni personali e non per motivi legati al mondo dell’arte. Stare in questa città, tuttavia, ha, credo, fortificato la mia identità, che è un concetto, quello dell’identità, che si impone forse maggiormente quando si sta all’estero. A Berlino ho apprezzato e valorizzato il piacere della manualità, del realizzare fisicamente un quadro ad esempio: ho colto più distintamente che questa operazione può avere un valore, mentre a Roma, forse per la sovrabbondanza delle opere e dei manufatti stratificatisi nei secoli, ne percepivo meno la potenzialità, che invece si riscopre in luoghi che ne hanno in minore quantità o ne sono stati privati, come Berlino appunto, in passato devastata dai bombardamenti.
In mostra ci sono vari tipi di opere, quelle realizzate con il noto metodo dei timbri datari per cui le tue opere sono immediatamente riconoscibili, ed altre ad olio, a carboncino, alcuni disegni. Che legame c’è tra le varie tipologie?
Non mi sono posto a priori la questione del creare legami tra i vari lavori, ma comunque penso che nelle opere a carboncino, nei disegni o negli olii, rimangano evidenti, così come nei timbri, i segni del lavorio che costruisce l’opera. Ho notato che in generale l’osservatore davanti ai miei quadri si ritrova a guardarli, prima da lontano, poi da vicino, a scoprirne così vari livelli di lettura.
Qual è, quindi, il vero soggetto delle opere esposte?
Con questa mostra credo di raccontare un’idea o un desiderio di normalità, che se vogliamo può comprendere anche la noia. Mi piace porre l’attenzione su questa ripetitività nei metodi di costruzione pittorica e nei soggetti dei lavori. Eventi straordinari, che possono essere certo attraenti, rappresentano l’eccezione, mentre la vita è spesso fatta di routine e di piccoli piaceri: non temo questo aspetto e esploro questa dimensione anche nella mia ricerca pittorica e nella mia vita d’artista.
Federico Pietrella. Quadri d’interno
a cura di Davide Ferri
22 ottobre 2014 – 28 febbraio 2015
smART – polo per l’arte
Piazza Crati 6/7, Roma
Info: www.smartroma.org