BASILEA (SVIZZERA) | ART BASEL e LISTE: REPORT 2014
di Alessandro Trabucco
La fiera di Basilea è uno degli appuntamenti internazionali d’arte contemporanea più stimolanti ed intensi, che concentra in poco più di una settimana diversi eventi espositivi, attirando in città un vasto ed eterogeneo pubblico. La particolarità della fiera principale è proprio quella di presentare artisti che non riusciresti a vedere nemmeno nelle migliori fiere italiane, per esempio Bill Viola e Olafur Eliasson… ma l’elenco potrebbe continuare molto. Circa 300 gallerie provenienti da tutto il mondo occupano i due piani dell’edificio e l’impressione che si ha passeggiando tra gli stands è proprio quella di percepire un’atmosfera positiva e conciliante.
Le gallerie italiane confermano con la loro presenza una tradizione costante, proponendo sia opere storiche come la Galleria dello Scudo di Verona (con Vedova, Burri, Fontana…), sia nuovissime proposte come la Zero di Milano (Pietro Roccasalva, Micol Assaël, Giuseppe Gabellone, Neïl Beloufa, Gavin Kenyon...) e tra questi due estremi si posizionano tutte le altre.
Ciò che maggiormente ci ha convinto di più è senz’altro l’idea di allestimento che sta alla base dei singoli stand, più efficace se sostenuto da una sorta di progetto che potremmo definire “curatoriale” piuttosto che una classica proposizione degli artisti più rappresentativi della galleria. In questo sono risultati sicuramente più interessanti gli stand della Galleria Raffaella Cortese, con le opere di Ana Mendieta e Martha Rosler, dall’accentuato contenuto socio-politico ed in stretto ed equilibrato dialogo tra loro, ma anche l’allestimento della Galleria Kaufmann Repetto, dove il wallpainting dell’artista Lily van der Stokker, dal titolo Blue Blob Drip Wallpainting era in relazione con le opere delle altre tre artiste Judith Hopf, Latifa Echakhch, Thea Djordjadze.
Anche lo stand della Galleria Massimo De Carlo ha presentato un progetto omogeneo di dialogo serrato tra i lavori proposti, sia storici sia contemporanei, suddividendo l’area centrale in due parti, una con opere in bianco, tra cui Paola Pivi e Sol Lewitt e una con opere in nero, tra cui Scheggi, Uklanski, Castellani.
La Galleria Continua di San Gimignano punta su alcuni dei suoi cavalli di battaglia come l’inossidabile Anish Kapoor e Michelangelo Pistoletto, ma concentra molto l’attenzione sul lavoro di Pascale Marthine Tayou, presente anche ad Unlimited con una enorme installazione.
Lorcan O’Neill propone una serie di lavori storici, ma anche di più recente produzione, come quelli di Luigi Ontani, con statue in ceramica, fotografie e video degli anni ’70. Lo stand di Massimo Minini si è rivelato coerente con la propria linea estetica puntando su artisti come Mimmo Jodice, Daniel Buren, Carla Accardi, Nedko Solakov, Monica Bonvicini, Sabrina Mezzaqui e Sol Lewitt.
Più eterogenei ci sono sembrati gli stands delle gallerie Artiaco, Invernizzi, Zero, Giò Marconi, Christian Stein, Noero, Magazzino, Tucci Russo, proprio per una presentazione più “tradizionale” dei loro rispettivi spazi espositivi, concepiti più come una raccolta delle migliori opere a disposizione per l’attento pubblico della fiera.
Una menzione d’obbligo va alla sezione Unlimited, ormai evento consolidato e vera e propria attrazione di Art Basel. La sua principale caratteristica è proprio quella di dare la possibilità alle varie gallerie presenti in fiera di proporre, in uno spazio di dimensioni gigantesche ed anche in collaborazione tra loro, le installazioni di impatto museale dei propri artisti più importanti.
La fiera LISTE è sembrata meno “alternativa” del solito e più addomesticata, nel senso di una minor sperimentazione e una maggior concentrazione sulla qualità dei lavori e degli allestimenti delle singole stanze all’interno dei suggestivi spazi di questa ex fabbrica di birra situata nel pieno centro cittadino. Solo quattro le presenze italiane ma con stands rigorosi e ben curati, dagli allestimenti raffinati e minimali. Solo mostre personali o al massimo di due artisti a rappresentare con determinazione la linea della galleria. Monitor di Roma ha presentato la personale di Laurent Montaron, composta da un’installazione, un video e delle immagini fotografiche.
Nello stand di Francesca Minini un’essenziale “bi-personale” di Gabriele Picco ed Alice Ronchi, dove l’ironia del primo riesce ad evidenziare il rigore della ricerca fotografica e scultorea della seconda. Anche la Galleria Fonti di Napoli ha optato per una mostra personale, l’artista Giulia Piscitelli utilizza differenti linguaggi proponendo una sorta di enorme archivio di immagini storiche recuperate da riviste del passato, riattualizzandone i contenuti e le immagini, come a voler dimostrare che la storia non solo si ripete ma non ha neppure più bisogno di essere identificata con i volti dei vari personaggi che la rappresentano, diventati anonimi ed “intercambiabili” con quelli della storia recente ed attuale.
Infine Fluxia di Milano ha proposto l’installazione del giovane artista tedesco Timur Si-Quin, una sorta di memoriale alla pace dall’estetica museale e pubblicitaria.
Info: www.artbasel.com
www.liste.ch