BRESCIA | C.AR.M.E. | Fino al 6 aprile 2025
di GIULIA ANDREA GEROSA
Cosa succede quando le macchine sognano? Una domanda che dagli albori della tecnologia attanaglia le menti di intellettuali e scienziati, un tema ormai consumato, indagato in lungo e in largo da autori e registi, senza mai giungere ad un verdetto definitivo.
Il dibattito, ancora molto lontano dall’individuare una risposta conclusiva, trova uno sviluppo artistico in When Machines Dream. Interazioni Generative, personale di Gianluca Maffoni da C.AR.M.E. a Brescia.

When Machines Dream. Interazioni Generative. Mostra personale di Gianluca Maffoni, veduta parziale dell’allestimento, C.AR.M.E., Brescia Ph. Alberto Petrò
La mostra affonda le proprie basi in un limo dinamico, un terreno in fermento, costituito tanto dalle esperienze personali dell’artista quanto dall’immaginario di riferimento. Formatosi come informatico e poi cresciuto sotto lo sguardo attento di Ennio Bertrand, Maffoni coniuga il suo savoir faire tecnico ad un orizzonte onirico e sci-fi, indagando i nuovi anfratti e le derive imprevedibili del fantasma contemporaneo.

When Machines Dream. Interazioni Generative. Mostra personale di Gianluca Maffoni, veduta parziale dell’allestimento, C.AR.M.E., Brescia Ph. Alberto Petrò
Al centro del dibattito, da sempre, l’esistenza, o la generazione, di un’intelligenza propria, capace di creare arte e interagire. Se vogliamo, un traguardo raggiunto recentemente, perlomeno nelle sue forme più rudimentali; rimane da chiarire cosa distingua un’intelligenza umana da una artificiale, forse la consapevolezza? o forse, ancora, l’arte e la tecnologia non sono così distanti, e neppure così avveniristiche, se confrontate con gli scenari ipotizzati dalla letteratura fantascientifica del Novecento.

When Machines Dream. Interazioni Generative. Mostra personale di Gianluca Maffoni, veduta parziale dell’allestimento, C.AR.M.E., Brescia Ph. Alberto Petrò
Tutto sembra scritto, e così emerge il legame di Around e Contatto, le due sole opere presenti in mostra, con quell’immaginario, ora realizzato, tanto affascinante quanto misterioso. Partendo dalla “mera” interazione sensoriale del pubblico con la macchina — non solo uno strumento di rilevazione, ma un’entità complessa in grado di percepire e restituire —, viene generato un suono, più suoni, una melodia, come se il computer — definizione sicuramente semplicistica — avesse bisogno di tempo per pensare e formulare una risposta musicale; un delay che rimanda ad una fragilità “umana” e ci avvicina sensibilmente alle opere di Maffoni. Impossibile evitare, dunque, il paragone con i robot e gli androidi di Dick ed Asimov, colti nelle zone grigie della loro perfezione meccanica, affascinanti per la loro vulnerabilità inaspettata.

When Machines Dream. Interazioni Generative. Mostra personale di Gianluca Maffoni, veduta parziale dell’allestimento, C.AR.M.E., Brescia Ph. Alberto Petrò
Il nuovo paradigma non si presenta più come deus ex machina ma come machina ex machina, il cui intervento “superiore” svela i cortocircuiti di una galassia inesplorata, una dimensione lattiginosa, tutta ancora da indagare. Chissà, se Around e Contatto supererebbero il test Voight-Kampff. Di sicuro, sognano pecore elettriche.
When Machines Dream. Interazioni Generative. Mostra personale di Gianluca Maffoni
6 marzo – 6 aprile 2025
C.AR.M.E.
via delle Battaglie 61/1, Brescia
Orari: da giovedì a sabato 17.00-20.30; domenica 16.00-20.30
Info: info@carmebrescia.it
www.carmebrescia.it