ROMA | Casa dell’Architettura | Fino al 16 settembre 2015
di RICCARDO FRANCHELLUCCI
Una mostra che, attraverso plastici e modelli digitali, rilegge l’opera dell’architetto comasco Giuseppe Terragni nella Capitale.
La Casa dell’Architettura presenta una mostra a cura di Flavio Mangione e Luca Ribichini con l’obiettivo di rileggere in chiave critica le opere di Terragni. Giuseppe Terragni rappresenta una delle figure più complesse dell’architettura italiana; stroncato da una trombosi celebrare a soli 39 anni, quasi dimenticato nel dopo guerra viene riscoperto dagli studi di Peter Eisenman che ne diventa il suo erede morale.
Le opere romane dell’architetto comasco ci permettono di inquadrare la sua figura, a cavallo tra l’avanguardia architettonica italiana e quelli che erano i dettami e le esigenze volute dal Fascismo.
La mostra non tralascia l’intenso rapporto di Terragni con il mondo dell’arte da Mario Radice (esponente dell’astrattismo comasco), a Marcello Nizzoli e Mario Sironi.
La ricerca nasce da un’idea di Flavio Mangione accolta da Luca Ribichini e sviluppata insieme a partire dal 2010 all’interno di un Laboratorio di Laurea della Facoltà di Architettura di Roma La Sapienza, svolto in collaborazione con la fondazione CE.S.A.R. (Centro Studi Architettura Razionalista) e i maggiori istituti archivistici pubblici e privati. In questa fase sono stati studiati sette dei dieci progetti presi in esame. Per ogni progetto presente è stato realizzato un modello digitale e un video partendo da grafici originali e foto d’epoca dei plastici di concorso.
Dal progetto del Palazzo Littorio al Danteum, la mostra ci regala una Roma da una prospettiva diversa ed inedita, mostrandoci come sarebbe oggi la capitale con le opere pensate e mai realizzate da Terragni. I modellini e i video ci permettono una lettura spaziale delle opere che solitamente risulterebbe di più complessa traduzione, offrendoci chiavi di lettura che non avremmo colto dalle sole rappresentazioni planimetriche.
Quello che stupisce ed emoziona, nonostante ci troviamo di fronte a progetti di quasi un secolo, è l’attualità di queste architetture. Troppo spesso l’architettura moderna ricade nel sensazionale con la vana speranza di creare opere immortali realizzando invece di fatto un architettura “usa e getta” frutto di mode passeggere. Le opere di Terragni ci ricordano che la bellezza non risiede nella complessità di forme oggi sempre più esasperate ma nella semplicità.
Quella dell’architetto comasco è una architettura fatta di sistemi lineari ritmati da colonne, grandi vetrate, bucature strette e lunghe che spezzano imponenti pareti e alternanza di vuoti e pieni. Terragni gioca con la luce, elemento principale nelle sue architetture, generando spazi semplici e razionali. Una mostra che non dovrebbe servire solo a celebrare un grande architetto del passato ma dovrebbe farci riflettere sulla necessità di riscoprire un’architettura fatta di regole e misure che possa contrastare l’inutile ondata di sensazionalismo architettonico.
Giuseppe Terragni a Roma
progetti per le Architetture P.N.F.
Con Antonio Carminati, Cesare Cattaneo, Pietro Lingeri, Ernesto Saliva, Luigi Vietti e la collaborazione di Marcello Nizzoli, Mario Radice e Mario Sironi
A cura di Flavio Mangione e Luca Ribichini
29 maggio – 16 settembre 2015
Casa dell’Architettura di Roma
Piazza Manfredo Fanti 47, Roma
Sedi collegate: Archivio Centrale dello Stato e Archivio Capitolino
Nelle sedi collegate sarà possibile consultare il materiale originale dei progetti per il Palazzo dei Congressi e la Mostra della Rivoluzione Fascista (ACS) e del Danteum (AC)
Mostra itinerante:
18 settembre – 18 dicembre 2015 (Archivio Centrale dello Stato)
20 settembre – 20 ottobre 2015 (University of Miami – School of Architecture)
15 maggio – 15 luglio 2016 (Bauhaus – Dessau-Berlino – Germania)