MILANO | h club>diana | 6-9 giugno 2012
I contenuti del Manifesto dell’Arte Mediterranea indicano chiaramente quanto sia importante avvertire la presenza del luogo nell’opera che l’artista progetta. È determinante la geograficità nell’espressione artistica.
“…de l’atelier au cafè, des l’usine a la plage… c’est la vie dell’artiste mediterranéen…” (Patrick Moya – Albisola 2001)
Del resto lo stesso Klein affermava che “…au dessous de ce ciel azur je me sent un turiste dell’art…”. Tutto questo a Nizza, in quella Promenade des Anglais che altro non è che il naturale prolungamento dell’italiana Riviera dei Fiori. Con l’incremento delle nuove tecnologie che da tempo hanno invaso il terreno dell’arte contemporanea, la ceramica – pur appartenendo alle più antiche tradizioni – si è distinta in maniera più determinata a partire dagli anni ’50 durante la grande epoca che vide Picasso a Vallauris e Fontana ad Albisola impartire al mondo artistico lezioni di sperimentazione. Da quel momento il mezzo ceramico fu la nuova componente con la quale i più grandi maestri di quegli anni misurarono se stessi indicando al mondo artistico che un nuovo modo di osservare un piatto poteva esistere. Non più contenitore ma contenuto. Un opera a se stante che da quel momento sdoganò un modo nuovo di porsi di fronte a un manufatto che – a parte pochi casi nel corso del ‘900 , tra i più significativi quelli legati a grandi maestri tra cui Leoncillo e Martini – fino a quel momento era considerato “arte minore”. Notevole il contributo associativo che tutto questo comporta. Da allora infatti, un legame indissolubile unisce l’artista all’artigiano. Il propulsore d’idee e il custode delle tecniche. Nelle arti plastiche la ceramica dunque,come nuovo strumento di Espressione Artistica, si affianca al bronzo.
Queste considerazioni consolidano il legame Artistico-Geografico e stabiliscono la giusta interpretazione dell’opera “Una Tira L’Altra” che richiama la Mediterraneità del ciliegio nato a poche centinaia di metri dal mare. Come in una sequenza cinematografica tanto cara all’autore, lo spettatore può solo immaginare di essersi disteso al sole, sotto a quell’albero che gli da la possibilità di un “fermo immagine” dentro al quale colore, profumo e sapore diventeranno magicamente reali. Il tutto ingigantito, come solo ci permette di fare La Fabbrica dei Sogni.
Giorgio Laveri. Una tira l’altra
a cura di Paolo Mazzucchelli
h club>diana presso Sheraton Diana Majestic
Viale Piave 42, Milano
Inaugurazione mercoledì 6 giugno 2012, ore 19.00
6-9 giugno 2012
aperitivo con dj set dalle 19.00 alle 22.00
Info: MAC Mazzucchelli Art Consulting – +39 3471625144 – info@martconsulting.com