SOLIERA (MO) | Castello Campori | 8 ottobre 2022 – 15 gennaio 2023
di LEONARDO REGANO
Nel piccolo borgo di Soliera, nel cuore della pianura modenese, è possibile visitare fino al prossimo 15 gennaio 2023 la mostra “Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento” a cura di Marcella Manni, un sapiente racconto per immagini sulla costruzione del femminile nella società italiana dalla fine degli anni Sessanta ai giorni d’oggi.
Promossa dal Comune di Soliera e dalla Fondazione Campori, la mostra raccoglie 80 opere fotografiche provenienti dalla Collezione Donata Pizzi allestite in un raffinato percorso espositivo all’interno delle sale del Castello Campori, nel centro cittadino, oggi noto più familiarmente come Castello dell’Arte, dal 2018 per volontà del sindaco Roberto Solomita sede di importanti progetti che portano il contemporaneo sul territorio attraverso mostre personali di grandi maestri (l’ultima dedicata a Mauro Staccioli), progetti site-specific (le sculture diffuse dello stesso Staccioli, Arnaldo Pomodoro, Fabrizio Corneli), residenze d’artista e un’interessante indagine sul collezionismo italiano.
Dal 2013, Donata Pizzi ha dato avvio a un progetto illuminato di ricerca volto a studiare, raccogliere, promuovere e sostenere il lavoro delle fotografe italiane attive dal 1965 ad oggi, comprendendo attualmente una collezione di più di 300 opere e di 70 fotografe di diverse generazioni.
Incontrata per la nostra rubrica #CloseUp, Pizzi ha definito la sua collezione come “uno strumento di attivismo visivo, parafrasando l’etichetta di visual activist che ha usato Zanele Muholi per definire il suo lavoro. Per me collezionare è, in effetti, un impegno politico. Nelle mie scelte si ritrova la mia storia, la mia biografia ma si colgono anche i passaggi fondamentali del mezzo fotografico nel secondo Novecento, dal reportage degli anni Sessanta passando per la svolta concettuale fino alla grande libertà che caratterizza l’oggi. Ma, soprattutto, in molte di queste opere si coglie il passaggio cruciale del femminismo per il quale la fotografia si è rivelata uno strumento duttile, declinabile in infinite possibilità espressive, ma anche accessibile e diretto.
All’interno di questo preciso percorso di ricerca, Manni ha selezionato un nucleo di opere in cui il mezzo fotografico – usato come rigoroso reportage o come indagine concettuale – si è mostrato testimone della costruzione dell’identità di genere nell’Italia dagli anni Settanta ad oggi con un focus preciso sul corpo e sul rapporto tra la condizione femminile e i cambiamenti politici e della società, con interessanti incursioni nel decennio precedente per esempio con l’opera di Lisetta Carmi, Elisa Magri e Lucia Marcucci.
Ci sono immagini iconiche e terribilmente attuali – come l’antifascismo di Agnese de Donato, le casalinghe di Liliana Barchiesi, o la famiglia ucraina in fuga dall’occupazione russa della Crimea immortalata da Francesca Volpi o la stessa celebre serie dei travestiti genovesi ritratti da Carmi – e altre che si appropriano di mezzi espressivi che strizzano l’occhio a esiti più pittorici della fotografia, come per Francesca Catastini (Medusa, 2014) Paola Di Bello (Lucciole #6, 1991), Beatrice Pediconi (Alien Solo #4, 2016) o Marinella Senatore (The New Feminism, 2016).
Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento è una mostra che si scopre lentamente e che cattura l’attenzione del visitatore per ogni opera scelta. Per questo motivo se ne apprezza l’allestimento impeccabile e pausato, che permette la lettura di tutti i lavori presenti con la necessaria considerazione.
Il racconto si articola su un piano sia cronologico sia tematico che porta il confronto tra le diverse sensibilità in mostra ad un livello di scambio su più livelli. Si scoprono rarità come il lavoro del Gruppo del Mercoledì, collettivo costituito nel 1974 da Diane Bond, Bundi Alberti, Mercedes Cuman, Paola Mattioli, Adriana Monti, Esperanza Nùmez e Silvia Truppi, che ogni mercoledì sera si incontrava per discutere dei propri progetti tutti incentrati sul nesso tra il corpo e l’identità femminile.
E si ritrovano anche nomi noti come Tomaso Binga (Amore lineare, 1996) Silvia Camporesi (L’inziato, 2005), Ottonella Mocellin (La fine delle illusioni, 2002), Luisa Lambri (Untitled(Bicho Invertebrado #11 e #12), 2013), Daniela Comani (Soggetti assenti, 1996) e Rä Di Martino (Athletics News of Invisible Things(Lille), 2014).
Indispensabile strumento di approfondimento è il catalogo edito da Metronom Books pensato come un regesto che racconta opera per opera il progetto di mostra, raccontando in maniera sintetica ma curata il progetto di ricerca di ogni artista qui in esposizione.
Giochi di verità. Rappresentazione, ritratto, documento
Opere della Collezione Donata Pizzi
A cura di Marcella Manni
8 ottobre 2022 – 15 gennaio 2023
Castello Campori
Piazza Fratelli Sassi 2, Soliera (MO)
Orari ordinari: sabato e domenica 9.30-13.00 e 15.00-19.30
Orari festività: aperto 1 novembre e 8 dicembre ore 9.30-13.00 e 15.00-19.30, 31 dicembre ore 9.30-13.00, 1 gennaio ore 15.00-19.30, chiuso 25 e 26 dicembre
Ingresso gratuito
Info: +39 059 568580
info@fondazionecampori.it
www.fondazionecampori.it
www.solieracastelloarte.it