MILANO | Banca d’Asti | Fino al 15 settembre 2023
di NICOLETTA BIGLIETTI
Comunicare riflessioni profonde tramite pittogrammi. Esprimere la sempre più difficile realtà contingente in modo diretto, univoco e universale.
È sulla base di tali concetti che per la rassegna GILDA’S wall for art Franceso Garbelli si presenta – presso la sede di Banca d’Asti a Milano – Milan potrait, con la personale configurata come comunicazione intellegibile del fare quotidiano dell’uomo; un uomo che spesso si dimentica di osservare ciò che gli sta intorno, non contemplando il cambiamento di cui la sua città e la sua società sono oggetto.
Come Milano negli utili anni ha cambiato radicalmente volto, così anche il ritratto dell’opera più iconica del panorama milanese – e più precisamente del Museo Poldi Pezzoli entro i cui locali è ubicata la Banca d’Asti – ha cambiato aspetto: il Ritratto di giovane Dama, attribuito a Piero del Pollaiolo, perde la sua configurazione originaria, delineandosi come un meraviglioso cielo azzurro i cui astri designano proprio il ritratto della fanciulla. Realizzata con i “materiali tradizionali della pittura”, l’opera di Garbelli apre il percorso espositivo definendo uno scacco netto con i successivi lavori realizzati in bomboletta spray e stencil. Modalità realizzative diverse, ma un concetto unico alla base: comunicare la necessità di imparare a “vedere oltre” ciò che quotidianamente lo sguardo umano coglie. Uno sguardo che è spesso orientato ad una “altezza uomo” e che difficilmente la vedrà superata in favore di dimensioni altre.
L’attenzione ai punti di vista è oltremodo esplicita nelle opere di Garbelli, in cui i fondali sono creati a partire da fotografie dallo lui stesso scattate con l’obiettivo ad “altezza e misura uomo”, nella speranza di rendere le opere maggiormente parti della quotidianità del fruitore. Concetto, quest’ultimo, che appare anche in relazione allo “spazio espositivo”: a pochi passi dal Teatro La Scala e da Palazzo Marino, oltre che dal Museo Poldi Pezzoli, la Banca d’Asti si configura quale soggetto teso a garantire la libera fruizione dell’arte contemporanea nei propri spazi; spazi nei quali le quotazioni delle opere saranno comunicate in maniera precisa e diretta, coerentemente ad una logica di trasparenza che da sempre caratterizza l’operato della banca.
Il desiderio di cercare il contatto diretto con l’osservatore è ulteriormente suggellato dalla capacità dell’artista di far evadere – seppur per pochi istanti – il fruitore dalla propria quotidianità, descrivendola sì in modo profondamente reale, ma al contempo alterata.
Ed è così che sullo sfondo dello skyline milanese, si configurano nuovi segnali stradali, in un viaggio tra passato e futuro: accostare in due diverse pagine di un unico libro un manoscritto dell’alto medioevo e un mondo – quello dei social – in cui prevalgono le icone, è una modalità di riflessione profonda e attuale; infatti, se nel passato era necessario un grado di erudizione elevata per riuscire a comprendere anche “semplici” scritture, oggi – nell’epoca della trasversalità dell’immagine, l’uomo dialoga e comunica per pittogrammi, ritornando ad un passato ancora più lontano e dal quale, per assurdo, si vorrebbe fuggire a ogni costo.
Una fuga che si arresta davanti all’interrogativo – essenziale ma profondo – che Garbelli indirettamente pone all’osservatore: “Come sarà la lingua di domani?” di quel domani di cui già vediamo i precorsi nello skyline di Milano che – con le proprie “forme” innovative e imperanti – “impone” alla vista architetture esteticamente pregevoli, ma che possono apparire, sotto punti di vista diversi, corretti o scorretti che dir si voglia.
Un ambiente e uno spazio che spesso portano l’uomo a isolarsi e alienarsi dalla stesa realtà contingente, come è ravvisabile dall’opera Bolle di sapone; la tendenza all’“isolamento” e alla solitudine dell’uomo, ha subito in questi ultimi anni un’accelerazione, sia a causa del Covid – durante il quale ognuno “doveva” stare nella propria “bolla” – sia a causa dell’incremento d’utilizzo dei social network.
Dunque, seppur celata da un costante “essere in comunicazione”, questa tendenza in realtà rivela quanto l’uomo si senta estraneo al proprio mondo, tendendo a trovar rifugio in altre realtà.
Un messaggio di speranza verso il futuro è, invece, rappresentato da La biblioteca degli alberi, opera che prende avvio dal Parco di Milano così titolato, e da cui ha origine un nuovo segnale: un libro da cui nasce un albero, ovvero un essere vivente in grado di “aiutare” il futuro dell’uomo.
Un segnale di rinascita non soltanto dal punto di vista dell’azione, ma anche e soprattutto del pensiero. Un pensiero che può esprimere idee in grado di cambiare il mondo.
Franceso Garbelli. Milan Portrait
nell’ambito della rassegna Gilda’s wall_Art for value
da un’idea e a cura di Cristina Gilda Artese
Banca d’Asti
Via Manzoni 12 (ingresso dal cortile del Museo Poldi Pezzoli, via Manzoni 12), Milano
Orari: apertura al pubblico dello spazio espositivo da lunedì a venerdì 8.20-13.00 e 14.30-16.10
Ingresso libero
Info: info@gildacontemporaryart.it
www.gildacontemporaryart.it