VENEZIA | Museo Correr | Fino al 24 novembre 2024
Intervista a LUCA BOMBASSEI di Alessia Pietropinto
La Fondazione Civici Musei di Venezia, sostenuta dalla Venice International Foundation presentano Musei delle Lacrime: progetto ideato da Francesco Vezzoli (Brescia, 1971), pensato per le sale del Museo Correr di Venezia e fruibile fino al 24 novembre 2024.
La mostra, curata da Donatien Grau e promossa dal Presidente di VIF Luca Bombassei, vede le opere di Vezzoli in dialogo con il patrimonio artistico del Museo e con l’assetto architettonico voluto da Carlo Scarpa. Un percorso che esalta l’intera produzione artistica di Vezzoli e lo fa tenendo in considerazione l’obiettivo di Venice International Foundation di salvaguardia del patrimonio artistico di Venezia, proponendo pezzi storici e opere site-specific, realizzate appositamente per la mostra.
Abbiamo intervistato il Presidente della Fondazione Luca Bombassei per farci raccontare la mostra e approfondire il linguaggio dell’artista in dialogo con un ambiente museale da valorizzare, riscoprire e vivere:
Indagine sulle lacrime perdute nella storia dell’arte, un dialogo tra storico e contemporaneo attuato mediante opere di un’artista in grado di valorizzare un patrimonio inestimabile come quello del Museo Correr.
Cosa ha provato nel vedere l’allestimento terminato? Ammirare dunque le sale progettate da Carlo Scarpa adornate dalle forme e dai colori che contraddistinguono l’arte di Vezzoli?
Sicuramente la possibilità di veder rivivere le sale della Quadreria di Carlo Scarpa in una nuova luce è una grandissima emozione. La forza delle opere di Francesco Vezzoli, e dell’intero progetto espositivo, risiede proprio nell’inserirsi armoniosamente in una parte del percorso museale che è fondamentale, ma non così conosciuta al grande pubblico: il nostro auspicio è che la visita alla mostra sia al contempo un’occasione per fare conoscere, o ricordare, una perla così preziosa del patrimonio artistico e culturale veneziano – senza che in alcun modo venga ‘oscurata’ – ma piuttosto valorizzata – dal dialogo con il contemporaneo.
Quale significato ha rivestito il suo ruolo di collezionista nella mostra? Cosa implica essere soggetto attivo nel mercato dell’arte e promotore di un’esposizione ideata per far sì che luoghi poco conosciuti, ma densi di storia, possano essere riscoperti?
La mia posizione di collezionista si nutre, chiaramente, della mia grande passione per l’arte contemporanea: il forte desiderio di sostenere e far vivere questo progetto come presidente di Venice International Foundation si origina senza dubbio da qui. Su un piano più concreto poi, il mio ruolo attivo di collezionista mi inserisce fortunatamente all’interno del sistema dell’arte, mettendomi direttamente a contatto – oltre che con le gallerie – anche con curatori e artisti. Il fatto di conoscere personalmente Francesco Vezzoli da molti anni quindi, ha senza dubbio facilitato il dialogo e reso più fluide le fasi iniziali in cui si sono gettate le basi del progetto.
L’allestimento, curato da Donatien Grau, ha ottenuto riscontri positivi nel pubblico?
L’allestimento riveste un ruolo di grande importanza nell’economia concettuale della mostra. Sia per quanto riguarda il rapporto inscindibile tra le opere di Francesco Vezzoli e il percorso espositivo concepito da Carlo Scarpa alla fine degli anni Cinquanta; sia per la presenza di elementi allestitivi quasi scultorei che danno un forte imprinting contemporaneo, pur nell’assoluto rispetto dell’estetica scarpiana. Tutto questo ha riscosso grandi apprezzamenti da parte del pubblico, che è rimasto piacevolmente sorpreso: qualche critica sporadica è stata inevitabile, ma è parte fisiologica di un progetto di così ampio respiro. E riteniamo che le critiche siano sempre un importante momento di riflessione e di stimolo per i prossimi progetti.
Le opere di Vezzoli cosa ci raccontano all’interno di un contesto come quello del Museo Correr?
La loro stessa presenza nelle sale del Correr racconta proprio della possibilità, in cui noi di VIF crediamo fortemente da sempre, di valicare i confini prestabiliti tra epoche storiche, discipline, tipologie di pubblico. Queste diversità per noi sono un valore. Il mio auspicio è che questa forza di commistione sia stata percepita interamente anche da chi ha visto, e vedrà nei prossimi due mesi, la mostra (che terminerà il 24 novembre 2024, in concomitanza con la Biennale Arte).
Cosa si aspettava da questa mostra? Ha soddisfatto le aspettative iniziali riposte?
Non posso parlare di vere e proprie aspettative, ma certo di un forte desiderio di rimettere in gioco il ruolo di Venice Foundation con nuovi orizzonti.
La grande affluenza di un pubblico variegato al Museo Correr, la straordinaria copertura di stampa nazionale e internazionale, e – diciamolo – l’aver realizzato una bellissima mostra, hanno decisamente confermato la nostra possibilità di crescere e di esporci su un palcoscenico nuovo rispetto a quello dei precedenti trent’anni.
Le dinamiche tra collezionista, artista e curatore in quale misura subiscono una variazione all’interno di un contesto come quello di una mostra fortemente voluta per la Venice International Foundation, di cui lei è presidente?
Il mio ruolo nella definizione del progetto è stato più quello di Presidente di Venice International Foundation, rispetto a quello di collezionista in senso stretto (anche se, come detto prima, sono da sempre un profondo estimatore dell’opera di Francesco Vezzoli). Il rapporto di VIF con artista e curatore è sempre stato di assoluto sostegno e grande collaborazione: mi auguro che le basi di questa prima esperienza effettiva di cura e tutela del moderno e del contemporaneo in una città come Venezia in cui la tutela dell’antico è doverosamente prioritaria, diano i loro frutti anche per il futuro.
Come ha vissuto tutto il processo realizzativo? Quale ritiene essere il momento più gratificante quando si organizzano eventi simili?
In questo progetto, il ruolo di Venice Foundation (oltre al sostegno economico in senso stretto) è stato quello di stabilire un ‘ponte’ tra l’istituzione museale ospitante (parte della Fondazione Musei Civici di Venezia, con cui abbiamo un solido rapporto di collaborazione esclusiva da molti anni) e il mondo artistico di Francesco Vezzoli. Come è facile immaginare un dialogo non immediato, ma tutto da costruire passo a passo: questa è stata la vera sfida che il progetto di mostra ha portato con sé. Al tempo stesso, il processo realizzativo si è basato su un continuo esercizio di equilibrio tra le opere contemporanee di Vezzoli e le sale di Carlo Scarpa: un esercizio su cui hanno lavorato molto bene l’artista, il suo team e naturalmente un curatore d’eccezione, Donatien Grau, responsabile dei programmi contemporanei al Louvre di Parigi. Il vero orgoglio, per tutti noi, è stato vincere questa sfida e poter raccogliere la soddisfazione di pubblico, istituzioni e artista di fronte al grande successo della mostra.
Attuare un vero e proprio esercizio di riflessione sull’arte, renderla fruibile, rispettare la pratica dell’artista e ponderare in modo trasversale le diverse tematiche affrontate, tutto ciò tenendo in considerazione ciò che circonda l’opera scelta. Quale si è rivelato essere l’ostacolo maggiore?
Non parlerei di ostacoli, ma come accennato prima di una ‘sfida’ – che sicuramente si è acuita con i tempi molto stretti che abbiamo avuto per la realizzazione del progetto. L’aspetto contenutistico però, che include questa capacità di gestire nel modo giusto la fruizione di un pubblico variegato, è stato padroneggiato perfettamente: sia dall’assoluta professionalità del curatore e dell’artista, sia dai preziosi collaboratori di Venice International Foundation, che hanno messo il cuore nel progetto.
Dialogo tra contemporaneo e passato. Come evitare di cadere nella banalità, nell’autoesaltazione del singolo artista o nella svalorizzazione del patrimonio storico?
È questa, appunto, la vera sfida che abbiamo affrontato con Venice Foundation, ma forse più in generale una delle sfide più interessanti del mondo culturale contemporaneo.
Nel caso specifico di Francesco Vezzoli, la sua pratica artistica già da molti anni guarda al confronto con il passato (la classicità in particolare): pertanto un progetto come Musei delle lacrime non risulta in alcun modo una forzatura o una banalizzazione, ma uno sbocco del tutto naturale della sua identità di artista. La sua grande cultura umanistica è stata fin da subito una garanzia della consapevolezza delle sue scelte, e del suo assoluto rispetto del patrimonio storico: un patrimonio di cui è profondo conoscitore e che molto generosamente in più occasioni, durante le diverse fasi di apertura della mostra, ha condiviso in prima persona con i Soci di VIF.
Questa maggiore attenzione alla contemporaneità ha portato anche VIF ad attuare scelte differenti volte a intessere nuovi dialoghi in aree multidisciplinari. Cosa è cambiato negli anni? Come è evoluta la Fondazione e come evolverà ancora?
La mostra di Francesco Vezzoli al Museo Correr costituisce uno spartiacque, senza dubbio il segnale più tangibile di una trasformazione più ampia che abbiamo scelto di imprimere alla direzione dell’Associazione.
Trasformazione che non prescinde in alcun modo dalla missione originaria di Venice Foundation, il cui statuto estremamente stringente è stato rigorosamente rispettato – cioè la salvaguardia e conservazione dello straordinario patrimonio storico della città di Venezia; ma che a questa vocazione vuole affiancare un nuovo sguardo al moderno e al contemporaneo, aprendosi a un pubblico più internazionale e trans-generazionale. Venice Foundation è per sua natura una struttura ‘aperta’, con una costante vocazione a reinventarsi e a far circolare liberamente le idee dei suoi associati che contribuiscono in modo determinante a costituirne il percorso. Una natura che coincide perfettamente con le mie attitudini e il mio background di architetto e collezionista.
Francesco Vezzoli. Musei delle lacrime
a cura di Donatien Grau
in collaborazione e con il sostegno di Venice International Foundation
17 aprile – 24 novembre 2024
Museo Correr, Venezia
San Marco 52, 30124 Venezia
Orari: aperto tutti i giorni. Dall’1 aprile al 31 ottobre 10.00-18.00 (ultimo ingresso ore 17.00); dall’01 novembre al 31 marzo 10.00-17.00 (ultimo ingresso ore 16.00). Le operazioni di chiusura del museo iniziano 30 minuti prima dell’orario indicato.
Un unico biglietto valido per: Palazzo Ducale e per il percorso integrato del Museo Correr, Museo Archeologico Nazionale, Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana. Biglietto intero: 25,00 euro Prezzo per ingresso con acquisto online con un anticipo superiore a 30 giorni rispetto alla data di visita Biglietto intero: 30,00 euro Biglietto ridotto: 13,00 euro Prezzo per ingresso con acquisto online con un anticipo superiore a 30 giorni rispetto alla data di visita Biglietto ridotto: 15,00 euro Ragazzi da 6 a 14 anni; studenti dai 15 ai 25 anni; over 65 anni; personale del Ministero della Cultura (MiC); titolari di Carta Rolling Venice; titolari di ISIC – International Student Identity Card.
Info: 848 082 000 (dall’Italia); +39 041 42730892 (dall’estero)
prenotazionivenezia@coopculture.it
www.fmcvenezia.it