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MILANO | Gilda Contemporary Art | 31 maggio – 24 giugno 2023

Intervista a FRANCESCA ROMANA PINZARI di Eleonora Bianchi

Gilda Contemporary Art presenta a Milano la mostra Tutto è uno, uno è tutto, personale di Francesca Romana Pinzari, a cura di Cristina Gilda Artese. Cristalli, mantra e archetipi ancestrali ci conducono attraverso un percorso di astrazione e concettualizzazione del senso stesso della nostra esistenza. Abbiamo conversato con lei sui temi di questo progetto espositivo e i contenuti delle sue riflessioni:

Tutto è uno, uno è tutto, la tua ultima personale, perché andare a vederla? Cosa vuoi trasmettere ai tuoi visitatori?
Da un punto di vista filologico e filosofico, spero di poter aprire degli interrogativi e di poter avvicinare le persone a certe pratiche di benessere e crescita personale. Non è necessario approfondire o studiare quello che si vede, si può captare da sé. Questa mostra parla prevalentemente del potere della vibrazione, della parola. Tutto è uno, uno è tutto racconta dell’unità dell’Universo, ma anche di noi stessi. Noi siamo fatti di energia, c’è una comunicazione, uno scambio costante, tra noi e il resto del Creato.
Invece, da un punto di vista pratico… Andatela a vedere perché è bella!

Francesca Romana Pinzari. Tutto è uno, uno è tutto, veduta della mostra, Gilda Contemporary Art, Milano Foto Vincenzo Pagliuca

Da dove nasce la tua poetica della cristallizzazione e come si lega al resto del tuo percorso artistico?
La cristallizzazione è solo uno dei tanti media che uso. Da sempre sono affascinata dalle teorie di Masaru Emoto che, grazie ad alcuni esperimenti, ha dimostrato che l’acqua ha memoria. Immergo degli oggetti, delle sculture, dentro a soluzioni sature che danno origine a dei cristalli sulla superficie di questi, successivamente informo l’acqua con determinate parole. All’interno della mia produzione è certamente la tecnica che colpisce di più, ho scoperto per caso di poter generare minerali e mi sono resa conto che, con la cristallizzazione, si chiude un cerchio con il resto della mia Opera. Fin dall’accademia ho sempre preparato i miei pigmenti da sola. È una questione creativa, mi sento un po’ alchimista!

Francesca Romana Pinzari. Tutto è uno, uno è tutto, veduta della mostra, Gilda Contemporary Art, Milano Foto Vincenzo Pagliuca

Nelle tue opere fai largo uso della parola scritta: che ruolo, che significati e che poteri attribuisci ad essa?
La parola scritta è entrata da poco nella mia produzione artistica, prima la utilizzavo in stretta relazione al processo di cristallizzazione, poi ho iniziato ad avvalermene prevalentemente sotto forma di mantra, Ho’oponopono, Sat nam, parole e frasi che assumono geometrie sacre, come il doppio infinito o il fiore della vita, forme di pensiero nel vero senso del termine. La parola rappresenta il potere dell’intenzione che, comunicando con l’acqua e con le nostre cellule, cambia il nostro corpo, la nostra psiche, il nostro essere.

Francesca Romana Pinzari. Tutto è uno, uno è tutto, veduta della mostra, Gilda Contemporary Art, Milano Foto Vincenzo Pagliuca

La natura è un motivo ricorrente, specie tra i materiali che utilizzi: come mai? cosa può dare in più un medium naturale rispetto a uno tradizionale?
Credo che un medium non sia né più né meno ciò che dice la parola stessa: un mezzo. Non esiste un mezzo espressivo migliore di un altro, semplicemente dipende dal messaggio che si vuole mandare e dall’impatto che si vuole avere sul fruitore. Sono molto legata al mondo naturale a causa di vicissitudini personali. Un mio grande tema, nell’arte e nella vita, è la necessità di fondere, ibridare, l’uomo con la natura.
Ogni artista ha un suo medium, forse quello che si merita; sicuramente deve utilizzare quanto è nel suo sentire. Uno dei miei mantra preferiti è Sat nam – anche titolo di una delle opere in mostra – che significa “verità d’identità”: ho bisogno che il mezzo che utilizzo sia il più vero per me e per quanto voglio trasmettere.

Cosa significa per te fare arte?
Ho iniziato a fare arte in maniera piuttosto inconsapevole, non sapevo perché. Più avanti ho cominciato a pensare che la mia fosse una ricerca estetica puramente edonistica, in realtà con il passare del tempo mi sono resa conto che faccio arte per gli altri. Quando sono finalmente giunta alle performance relazionali, ho capito che per me fare arte significa portare il fruitore alla riflessione e al benessere psicofisico, attraverso il rapporto con la natura e con la spiritualità.

Francesca Romana Pinzari. Tutto è uno, uno è tutto, veduta della mostra, Gilda Contemporary Art, Milano Foto Vincenzo Pagliuca

Puoi raccontarci qualcosa dei tuoi progetti futuri?
Il prossimo settembre inaugura una mia personale a Roma. Oggi pomeriggio (mentre parliamo sono le 10:30 di sabato 10 giugno n.d.r.) realizzerò una performance a Teramo, a metà tra una processione laica e una parata militare guidata da me a cavallo. L’intenzione è quella di celebrare Teramo in quanto terra natale di molti personaggi illustri, che tuttavia hanno dovuto cercare fortuna al di fuori della loro città. Per il prossimo anno, ho in programma due mostre collettive in Austria, una delle quali in un museo. Porterò progetti simili a quelli attuali, quindi proseguirò con le cristallizzazioni, la geometria sacra e i mantra.

Cristina Gilda Artese. Tutto è uno, uno è tutto
a cura di Cristina Gilda Artese

31 maggio – 24 giugno 2023

Gilda Contemporary Art
Via San Maurilio 14, Milano

Orari: da martedì a venerdì 10.30-19.00; sabato 10.30-17.00
Ingresso libero

Info: +39 02 36559254
info@gildacontemporaryart.it
www.gildacontemporaryart.it

Francesca Romana Pinzari è nata a Perth, in Australia, nel 1976. Vive e lavora a Roma. Lavora con video, installazione, performance, scultura e pittura. La sua ricerca parte dal corpo per parlare d’identità fisica, culturale, politica e religiosa. Concetti come la violenza domestica, diversity e radici culturali vengono affrontati con un approccio di stampo performativo che porta l’artista alla realizzazione anche di manufatti scultorei, pittorici o installativi di diversa natura a seconda del progetto espositivo. Molti dei suoi materiali li trova passeggiando nei boschi come arbusti spinosi, esoscheletri di cicale, pelli di serpente o aculei di istrice.  Nelle sue installazioni e disegni fatti di crini di cavallo e di suoi stessi capelli intrecciati il rapporto con il corpo e l’organico diventa immediato, mentre nella creazione di cristalli il lento e laborioso rituale alchemico che svolge in solitaria nel suo laboratorio non è visibile ma si lascia intuire dal prezioso ed inusuale materiale che ricopre le sue sculture. Dal 1999 espone i suoi lavori in Italia e all’estero, tra le principali mostre più recenti si citano: Nel 2022 “Connexxion. Festival diffuso di arte contemporanea” a Savona, “Visibilia” al Museo Palazzo Ducale a Gubbio e la performance a Palermo “The tilted body” per la Biennale Arcipelago Mediterraneo. Nel 2021 “Alem, Arte italiana in pandemia” al Museo di Arte Contemporanea dell’Università di San Paulo e nel 2017 la personale “Supernatural” presso Gilda Contemporary Art. Ha vinto numerosi premi tra cui: lo Special Prize Riccardo Costantini Gallery ad Arteam Cup 2016, nel 2011 il Premio Giovani Talenti del Comune di Roma e la residenza alla SVA di New York, nel 2010 è finalista al Premio Celeste.

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