PTUJ (SLOVENIA) | Luoghi vari | Fino al 9 settembre 2018
di MATTEO GALBIATI
L’antica cittadina slovena di Ptuj torna ad animare la propria estate con le ricche proposte di Art Stays, festival dedicato all’arte e alla cultura contemporanea che, nelle sedici edizioni, si è affermato come una delle manifestazioni più sperimentali ed interessanti del panorama non solo sloveno, ma anche europeo e ha portato nelle suggestive location cittadine sia artisti delle nuove generazioni, sia interventi di grandi maestri del nostro tempo.
Il format vincente prevede un coinvolgimento di tutta la cittadina con mostre nei suoi luoghi più istituzionali e in location inusuali o particolari, cui si aggiungono letture, workshop, incontri, interventi site specific, talk, appuntamenti attraverso i quali si cattura l’attenzione di un pubblico ampio e diversificato che si trova a partecipare in modo diretto e immediato, stimolato e sollecitato nella propria curiosità. La peculiare caratteristica di questo festival, infatti, è proprio la partecipazione corale dove gli addetti ai lavori, gli artisti, gli studenti si confondono e amalgamano alla gente di Ptuj, ai suoi turisti, giovani e non solo, in un vivace clima di scambio e condivisione positivamente propositiva.
La sedicesima edizione del maggiore festival di arte visiva in Slovenia, come voluto dai suoi direttori Jernej Forbici e Marika Vicari, ha come titolo-tema Fragile, concentrando, così, l’attenzione sulla fragilità dei materiali, su proposte effimere, delicate o su interventi che, per metafora, rimandano alla delicatezza degli equilibri e delle relazioni, ma anche dei rapporti e delle emozioni passionali, in seno alla società attuale. Una tematica significativa e in linea con la situazione di oggi, dove ogni certezza è minata dall’instabilità dettata dalle condizioni sociali, economiche, politiche che agitano il presente.
Abbiamo partecipato alle giornate inaugurali, condividendo con gli altri ospiti e il pubblico la freschezza delle visioni e la corale attenzione riservata ad ogni appuntamento in calendario per i giorni di apertura, nei quali si è sempre registrata una partecipazione numerosa e molto sentita, per questo abbiamo deciso di segnalare, in questo breve resoconto, le mostre principali del calendario di Art Stays.
In assoluta evidenza abbiamo una mostra che, curata da Koen Vanmechelen in collaborazione con la Fondazione Berengo e con Adriano Berengo e allestita negli spazi della Galleria mesta Ptuj, assume un significato particolare rispetto al tema della fragilità: Glasstress porta gli spettatori a muoversi in ambienti circondati da opere ed installazioni dove il vetro, materia nobile e fragile per eccellenza, definisce nuovi orientamenti della creatività contemporanea, imponendosi nella sua delicata e spettacolare bellezza. Grazie alla lettura e alle scelte attuate dal famoso artista belga Koen Vanmechelen, che veste anche il ruolo di curatore, l’attenzione dei lavori e le scelte dei pezzi si sono indirizzate su interventi dove l’uomo, la natura e la loro mutazione polimorfica riportano l’attenzione sull’attualità delle ricerche scientifiche, della biodiversità e di un’etica da ricostruire rispetto alle singolari identità che si manifestano nel mondo.
Carlo Sala, presso la Mihelič Galerija, per la mostra da lui curata intitolata Fragile. Memory/Conflict/Human, ha scelto di concentrarsi sulla forza della rappresentazione fotografica letta attraverso le ricerche di tre grandi artisti come Silvia Camporesi, Paolo Ciregia e Mustafa Sabbagh: in loro il medium fotografico oltrepassa i suoi canoni per trovare, in tre personalissime interpretazioni, una riflessione puntuale rispetto al tema della fragilità. Camporesi con la serie Atlas Italiae, propone un viaggio di scoperta in luoghi dimenticati, abbandonati e in decadenza dove restano percepibili le tracce di una memoria trascorsa che sa raccontarsi ancora per non finire nell’oblio. Ciregia si interessa al potere forte dell’immagine e al bombardamento cui siamo sottoposti ogni giorno; intervenendo su foto iconiche di cronaca e togliendo l’oggetto catalizzatore dell’attenzione, con sui si nega la sensazionalità esibita, l’artista prova a indurre un nuovo status di consapevolezza critica rispetto a ciò che ci viene costantemente proposto. Sabbagh, con Onore al Nero, immerge, in un nero significante, pose iconiche e tradizionali con le quali sollecita lo sguardo dell’osservatore spingendolo verso un nuovo statuto mentale; la sua fotografia, infatti, cerca di indagare gli archetipi immaginativi della nostra mente con una sensibilità forte e sentimentalmente seducente ed efficace.
Una mostra che vive di un rapporto stringente con lo spazio che la ospita è Fragile che, epicentro della manifestazione, si dispone in un allestimento libero e fluido negli spazi del chiostro dell’antico Monastero Domenicano: qui Jernej Forbici e Marika Vicari hanno chiamato sedici artisti internazionali (con alcune eccezionali presenze come Ai Weiwei, Masbedo o Santiago Sierra) che riassumono la fragilità proprio attraverso i materiali impiegati che rendono l’opera effimera e frangibile, oppure attraverso il tema stesso della loro ricerca. L’ambiente magnificente del chiostro assorbe la forza delle idee comunicate da questi lavori, che il visitatore incontra in un percorso davvero immersivo, e la rilancia amplificata nel suo potente e intenso potere evocativo.
Bisogna spostarsi poco fuori Ptuj per ammirare, ultima mostra che segnaliamo, Crash me gently che, allestita presso la Tovarna umetnoskti di Majšperk, ci regala la suggestione delle creazioni ceramiche di 11 artisti sloveni chiamati dal curatore Dušan Fišer. Tra forme astratte, installazioni, pezzi di grandi dimensioni e altri di piccole proporzioni, riproduzioni figurali, disseminazioni e site-specific, la ceramica si eleva al nobile rango dell’arte più celebrata portando questo materiale primordiale, tra i primi ad essere adottati dall’uomo nella sua millenaria storia, ad uscire da quel ruolo di arte minore per farsi portavoce di nuove potenzialità espressive e di eccezionali stimoli narrativi che, legati al tema del festival, non mancano di sollecitare e arricchire la partecipazione e la comprensione del pubblico.
Per chi si trovasse a passare, o volesse pianificare un viaggio, la destinazione di Ptuj non deluderà le aspettative e Art Stays, forte della sua tradizione pluriennale, appuntamento fisso delle estati slovene, regalerà l’emozione di un’arte che non si argina nei compromessi, ma sa donarsi nella purezza sincera di sguardi che, tra sperimentazione e innovazione, sanno ancora cogliere la sua nobile missione: raccontare qualcosa all’uomo e farlo riflettere con la profondità di uno sguardo più consapevole e sensibile.
Art Stays. 16 festival di arte contemporanea 2018. “Fragile”
direttore artistico Jernej Forbici
direttore creativo Marika Vicari
curatori esterni Adriano Berengo, Italo Bergantini, Koen Vanmechelen, Dušan Fišer, Carlo Sala, Antonio Arevalo
6 luglio – 9 settembre 2018
Luoghi vari
Ptuj (Slovenia)
Info e calendario completo: www.artstays.si