VENEZIA | Negozio Olivetti | 23 aprile – 27 novembre 2022
di MATTEO GALBIATI
Ci sono insperate convergenze, affinità e legami che attraversano il tempo e superano confini geografici, connotazioni estetiche, contesti culturali, interessi specifici avvicinando artisti e opere senza che il loro raffronto sia né pretestuoso, né forzato; anzi proprio nell’“azzardo” della loro ricercata reciprocità trova una ragione coerente e inequivocabile. Questo avviene quando il valore fondante delle opere è esito di un esercizio intellettuale preciso da parte degli artisti che seguono la logica portante della loro ricerca solidificandone i principi valoriali, e quando l’intuizione e la conoscenza critica abilitano un confronto aprendo quei vasi comunicanti che determinano la puntualità di un rapporto improbabile. Se tutto converge su temi essenziali e se questo avviene con un’osservazione precisa e assoluta nel sentirne le originarie motivazioni, allora i pensieri possono confrontarsi in un campo relazionale davvero aperto.
Una conversazione, impensata e non prevedibile nel suo esito intonato e armonico, è quella che avviene nella suggestiva cornice del celeberrimo Negozio Olivetti – showroom di Piazza San Marco progettato da Carlo Scarpa – che, come evento collaterale della 59. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, propone una delle più belle mostre presenti a Venezia: Lucio Fontana / Antony Gormley, un progetto che mette in luce proprio la raffinata intenzione di collegare le creazioni dei due artisti che, qui, trovano una vicinanza di pensiero inequivocabile e facilmente leggibile.
Complice anche il luogo in cui il disegno architettonico di Scarpa sembra specificamente studiato per accogliere i due artisti, le opere dell’uno confluiscono in quelle dell’altro attraverso un’omogeneità di “scrittura” che l’occhio dello spettatore non solo intuisce come idea, ma percepisce come atto conclusivo comprovato. Incredibilmente la ricerca del tempo e dello spazio promossa da Lucio Fontana (1899-1968), che qui si osserva con disegni e sculture, si ritrova riflessa ugualmente nell’indagine scultorea di Antony Gormley (1950): l’artista italiano e quello inglese paiono duettare al di là dei decenni, azzerando la distanza tipologica, epocale e generazionale che li divide. La predominante scultorea in loro agisce come stimolo fondativo nel pensare al corpo delle opere come frutto di un’azione, come rappresentazione di un gesto che, eternato nella fissità della scultura, si ripete attraverso il valore nel tempo e nello spazio.
All’immobilità e alla quiete – pur dinamica – delle sculture, la potenza della loro intuizione ha modo di leggersi nella risolutezza diveniente del segno disegnato. Le loro carte sono, in una concatenazione di elementi che alternano la scultura, la ceramica, il metallo ai disegni, un territorio di sperimentazione dell’idea che avvicina molto la modalità con cui l’intenzione cerca la sua verifica, in cui il pensiero si mette alla prova saggiando una sua prima possibilità pratica.
I percorsi sensibili, soggettivi e individuali, di ciascuno dei due si preservano, si riconoscono, si individuano, eppure, muovendosi nel piccolo scrigno costituito dall’architettura di Scarpa, si sente anche l’organicità del loro dialogo, si individua un reciproco senso di appartenenza che rimette su un territorio comune e condiviso la grammatica della loro arte.
L’analiticità delle loro considerazioni, l’unicità del loro sentimento, la libertà di percezione che stimola lo sguardo di chi “sente” le loro opere sono tutti mezzi che spostano continuamente l’equilibrio dello sguardo e la collocazione spazio-temporale del corpo in un universo estetico differente, in una dimensione che, terrena e fisica, diventa altra, imponderabile e in divenire costante.
Il corpo in azione è il corpo in contemplazione, metaforicamente da una parte, tangibilmente dall’altra: Fontana e Gormley li sentiamo così vicini e così esatti non solo per l’accuratezza e la precisione con cui la mostra è stata proposta ed allestita, ma anche perché quelle affinità elettive, che inizialmente sembravano eludere la necessità stessa del confronto, ora, invece, lo alimentano continuamente di tutte queste loro ritrovate verità.
Lucio Fontana / Antony Gormley
Evento Collaterale della 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
a cura di Luca Massimo Barbero
promosso e realizzato dall’ASSOCIAZIONE ARTE CONTINUA APS
in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana e il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano
con il supporto di GALLERIA CONTINUA, San Gimignano, Beijing, Les Moulins, Habana, Roma, São Paulo, Paris e B17
23 aprile – 27 novembre 2022
Negozio Olivetti
Piazza San Marco 101, Venezia
Orari: da martedì a domenica 10.00-18.30
Info: www.mostrenegoziolivetti.it
www.fondoambiente.it
www.galleriacontinua.com