MODENA | COMPLESSO DI SAN PAOLO | 6 LUGLIO – 18 SETTEMBRE 2022
Cos’è l’arte? L’arte è corpo che non muore mai. Con queste parole si chiude il testo critico di Barbara Codogno che introduce la mostra delle Figlie del fuoco – Enrica Berselli, Alice Padovani e Federica Poletti –allestita all’interno del Complesso di San Paolo a Modena, tra dipinti e decori del Seicento.
Le tre artiste, tutte nate a Modena tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, indagano il tema del corpo, avvalendosi di diverse tecniche e linguaggi: oli e acrilici su tela e su carta, ma anche gusci di bronzo, sculture in cera e installazioni che prevedono l’uso di materiali organici.
Letture personali che, nell’economia del progetto, assumono una dimensione corale, riconducibile ad un sentire romantico e a tratti decadente, tra veli dipinti, memorie del sottosuolo e mal d’aurora. Una coralità confermata anche da un’installazione congiunta, ideata a partire dalle silhouette femminili dell’artista cubana Ana Mendieta e sviluppata nella terza dimensione attraverso autoritratti e opere iconiche.
La mostra s’intitola Figlie del fuoco in omaggio all’ultima opera pubblicata dello scrittore romantico Gérard de Nerval, il primo ad eleggere il sogno a ponte tra la realtà e il soprannaturale. Il fil rouge, o meglio fil noir del progetto, come scrive la curatrice Barbara Codogno, «è una narrazione che si innesca dal sogno e agisce nell’inconscio; vive nella densità grumosa dello spazio psichico, agisce negli agglomerati del sottotraccia, si insinua nel sottopelle, abita il sottosuolo. Senza accendere nessuna fiamma metafisica sulla tragicità del transeunte. Una mostra labirintica che racconta di corpi ribelli, vivi anche se sepolti, velati ma anche rivelati, che patiscono menomazioni salvifiche. Corpi che cortocircuitano loro stessi innescando tanto patologiche quanto medicamentose vie di fuga. Corpi che rifuggono selvaggi dai canoni stereotipati per dire unicamente la difficoltà, l’attrito tra essere e vivere, tra il guardarsi e l’immaginarsi. Una mostra che indaga i territori della bellezza disinnescando le convenzionali strutture estetiche, sovvertendone impietosamente tutti i criteri. Piuttosto, andando ad abbeverarsi di verità proprio alla fonte primigenia dell’inganno: il corpo».
Il percorso espositivo comprende una teoria di sculture in cera di Enrica Berselli, che ricostruiscono il corpo a partire dalle sue reliquie, tre grandi opere a tecnica mista su carta di Alice Padovani, i cui fondali scuri sono solcati da segni brulicanti, infine i dipinti di Federica Poletti in cui il non detto affiora nonostante il suo mascheramento.
Inserita nel calendario del festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo (16-18 settembre 2022), la mostra offrirà un proprio contributo attraverso l’esposizione di alcune opere inedite legate al tema della Giustizia che guiderà la ventiduesima edizione della manifestazione. «Poletti – spiega la curatrice – dipinge il Mangia Peccati, figura di capro espiatorio che attinge al folklore. Padovani in una installazione occulta il declino organico del corpo grazie al mandibolare degli insetti. Infine, Berselli con la sua scultura vola angelica e androgina verso una de-composizione del mito platonico dell’unità mentre convoca hybris. Le tre si ribellano alle leggi. Per giustizia dei corpi».
Enrica Berselli, Alice Padovani, Federica Poletti. Figlie del fuoco
A cura di Barbara Codogno
6 luglio – 18 settembre 2022
Complesso di San Paolo, Ex Chiesa e Sala delle Monache
Via Francesco Selmi 63, Modena
Inaugurazione: mercoledì 6 luglio, ore 19.30-22.00
Orari: dall’8 al 31 luglio e dal 2 al 14 settembre mercoledì e venerdì 17.00-20.00, sabato e domenica 10.00-12.00 e 17.00-20.00, agosto su appuntamento; in occasione del festivalfilosofia la mostra osserverà i seguenti orari: 16-17 settembre 9.00-23-00, 18 settembre 9.00-21.00.
Mostra promossa da Associazione Amigdala
Con il sostegno del Comune di Modena
Info: +39 338 6158709
+39 327 7320824
info@alicepadovani.com