BOLLATE (MI) | Fabbrica Borroni
Intervista ad Eugenio Borroni e Annalisa Bergo di Martina Adamuccio
Per molti, ancora oggi, lo spazio dedicato all’arte è separato da quello interpersonale, l’arte dovrebbe quindi fermarsi nei musei o negli spazi ad essa adibiti. Si arriva a pensare, dunque, che la mostra sia il momento in cui l’arte prende forma, cresce, si sviluppa e si esaurisce. La realtà, però, è che l’arte non si discosta da quello che è il nostro ambiente e da tutto ciò che ci circonda. Fabbrica Borroni lo ha già ben compreso, per questo motivo, performance, dibattiti sull’arte, incontri con gli artisti, letture e tanto altro, fanno in modo che la Fabbrica non sia solo uno spazio dedicato all’arte in senso stretto ma alla cultura in generale, dove principio fondamentale diventa poter godere del piacere che dalla stessa può derivarne…
Fabbrica Borroni ha come scopo il sostegno e lo sviluppo della giovane arte italiana. Il tutto è coerentemente circondato dal lavoro di giovani curatori che si occupano delle mostre al suo interno. Perché, al contrario, molte gallerie hanno spesso ancora timore a dare in mano ai giovani le curatele? Ci raccontate la filosofia di Fabbrica Borroni e come si sviluppano i vostri progetti?
Eugenio Borroni: Perché non hanno fiducia nei giovani e non li sanno motivare. Da parte mia ho sempre pensato che un curatore può esserlo senza saperlo, finché qualcuno non lo mette alla prova. In Fabbrica Borroni, tranne una grande mostra con la mia grande amica Chiara Canali, ho sempre affidato l’incarico ad esordienti, con buoni risultati. Inoltre ho sempre favorito esperienze curatoriali, in parallelo con il lavoro in Fabbrica, nella convinzione che la Fabbrica è un trampolino di lancio importante. Infatti mediamente i curatori cambiano ogni due anni, per dar spazio ad altre opportunità ed idee. Ad esempio, per il Premio cui stiamo pensando, e che presto lanceremo, la parte dei curatori sarà del tutto nuova sia nelle intenzioni che nelle persone.
Spirito italiano nasce come monito contro il sistema dell’arte contemporaneo, troppo spesso ridotto a merce in mano a pochi eletti che ne tirano a loro piacimento le redini… È cosi?
Eugenio Borroni: È così, ma non direi che si tratti soltanto di un monito. È la constatazione derivata dalla grave situazione attuale del sistema dell’arte italiana: gallerie che chiudono, mercanti che truffano gli artisti, Fiere che spuntano in ogni città senza motivo, degrado e declassamento delle Fiere maggiori, sconforto e sfiducia dei giovani, ricerca di soluzioni alternative spesso solo commerciali. Sono tutte cose che constatiamo ogni giorno, ascoltando i racconti di artisti, curatori, appassionati, gente comune e normale. C’è il serio pericolo di diventare colonie o sub-agenti di consolidate gallerie e istituzioni estere, il che darebbe il colpo di grazia alle già fievoli speranze dei giovani artisti italiani. Non si tratta di trovare un accomodamento con chi comanda ancora e da troppo tempo in Italia, si tratta di operare una sostituzione e una rigenerazione del sistema, basati sulla qualità artistica e sulla correttezza dei comportamenti. Altrimenti le verginelle, che arrivano sempre per ultime, staranno ancora sedute nel primo banco in chiesa ad ascoltare un parroco spretato.
La programmazione di Spirito italiano, continuerà in più atti fino a giugno 2013. Come si evolverà nello specifico? Chi sono gli artisti coinvolti?
Annalisa Bergo: Il progetto Spirito italiano, al momento, vede la partecipazione di 18 giovani selezionati da Fabbrica Borroni. Si tratta di artisti dei quali conosciamo il percorso e seguiamo l’evoluzione artistica e personale da tempo e, quindi, siamo convinti che siano alcuni tra i più promettenti nell’attuale panorama giovane italiano. Il programma di Spirito italiano prevede, dunque, esposizioni bimestrali di tre artisti per un totale di sei Atti, fino a dicembre 2013. Per ogni Atto, la scelta degli affiancamenti viene fatta tenendo conto delle tematiche affrontate e delle modalità espressive di ciascun artista, così da dare luogo ad esposizioni nelle quali le opere entrino in dialogo e si valorizzino vicendevolmente. L’Atto I, inaugurato il 12 dicembre 2012, ha visto esposte le opere di tre donne: Daniela Alfarano, Marta Fumagalli e Debora Garritani che hanno indagato, con mezzi diversi, il rapporto tra l’uomo e la spiritualità.
Di diverso impatto sarà l’Atto II (dal 13 febbraio) che vedrà, invece, i lavori materici e colorati, di tre artisti: Guido Airoldi, Diego Mazzaferro e Davide Paglia, quest’ultimo alla sua prima esposizione importante. Il progetto Spirito italiano sarà presentato ad Arte Accessibile Milano (12-13-14 aprile) anche tramite un dibattito aperto al pubblico. Aprile sarà anche il mese dell’Atto III (17 aprile), nel quale la riflessione sul singolo uomo come parte del Tutto si esprime attraverso le opere di Patrizia Emma Scialpi, Vincenzo Todaro e Barbara Uccelli. L’Atto IV (12 giugno) chiude la prima parte delle stagione espositiva di Spirito italiano, presentando il segno netto e pulito delle opere di Irene Balia, Francesca Manetta e Alessio Tibaldi.
Ad ottobre, l’Atto V indagherà il rapporto tra presenza/assenza dell’uomo attraverso la pittura di Linda Carrara e le fotografie di Chiara Paderi e Daniela Ardiri, mentre l’esposizione degli artisti partecipanti al progetto, si concluderà a dicembre con l’Atto VI e le fotografie di Fancesca De Pieri, Simone Durante e le opere di Angela Viola. Durante il periodo espositivo, poi, sono previsti dibattiti su tematiche legate all’arte e alla società, performance musicali e teatrali, reading e incontri con gli artisti.
Come affrontare il profondo problema che colpisce oggi gran parte dei giovani artisti che si vedono gettati all’interno di un mercato che spesso li considera solo come prodotti e nulla più?
Annalisa Bergo: Gli artisti sono visti e selezionati spesso in quanto possibili fonti di guadagno e ciò provoca, soprattutto per i giovani, una mancanza di crescita personale e artistica. È necessario, invece, comprendere che arte e cultura possono diventare un valido sostegno all’economia, lavorando per avvicinare e coinvolgere tutto il pubblico, ma senza cucirgli addosso un’arte su misura. In questo modo si permette ai giovani di sperimentare e far evolvere la loro ricerca perché non più vincolati ai gusti di una ristretta parte di pubblico. Inoltre, vanno garantiti contratti regolari ad artisti attribuendo il giusto valore, artistico ed economico, alla loro arte.
Fabbrica Borroni
via Matteotti 19, Bollate (MI)
Eugenio Borroni: titolare di Fabbrica Borroni, responsabile Cultura, mostre, rapporti con artisti
Annalisa Bergo: curatore
Orari: lunedì – venerdì 10.00/18.00
Info: +39 02 3650 7381
www.fabbricaborroni.it
www.spiritoitaliano.org
Spirito italiano Atto I – fino al 5 febbraio 2013
Artisti in mostra: Daniela Alfarano, Marta Fumagalli, Debora Garritani
Performance: Barbara Uccelli
Spirito italiano Atto II – dal 13 febbraio 2013
artisti in mostra: Guido Airoldi, Diego Mazzaferro, Davide Paglia
Spirito italiano Atto III – dal 17 aprile 2013
artisti in mostra: Patrizia Emma Scialpi, Vincenzo Todaro, Barbara Uccelli
AAM Arte Accessibile Milano 2013
giovedì 12, venerdì 13, sabato 14 aprile 2013
Palazzo Sole24 ore
Via Monterosa 91, Milano
allo stand di Fabbrica Borroni presentazione di tutti gli artisti partecipanti a Spirito italiano – conferenza e talk to talk di Eugenio Borroni in auditorium
Spirito italiano Atto IV – dal 12 giugno 2013
artisti in mostra: Irene Balia, Francesca Manetta, Alessio Tibaldi